15 ~ ED

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Da quando sono entrato in casa di Michi mi sento molto meglio nonostante la presenza di Zorro, appena fuori dalla porta della cucina, continui a turbarmi un po'. Finché non l'ho sentita affievolirsi, non mi sono accorto della nebbia che mi lambisce il cervello quando mi trovo nello stesso luogo di Zorro. Mi rende inquieto già solo per il suo sguardo assassino. Ora però mi sembra più teso, in allerta, e il suo sguardo è scrutatore come se si stia accertando della sicurezza del posto. Sofia invece è sì tesa come il suo amichetto, ma di una tensione dovuta al senso di inadeguatezza presumo, dato che non scolla gli occhi da Michi, che è oggettivamente una bella ragazza, e continua a sistemare, inconsciamente, prima la maglia, poi una ciocca di capelli, dopo il pantalone. Quando Carol le atterra sulla spalla diviene evidente che ha i nervi a fior di pelle perché balza in aria urlando. La sua faccia terrorizzata è tuttavia assai divertente e non riesco a evitare di sorridere.

«Te l'avevo detto che aveva una scimmia.»

Proprio in quel preciso istante suona il citofono, esattamente quattro minuti prima delle sette e mezza. È arrivato Lex. Con quattro minuti di anticipo. Come sempre. Michi saltella ad aprirgli la porta. Non appena Lex entra, Michi corre ad abbracciare anche lui che contraccambia con una pacca sulla schiena e che tenta di scollarsela di dosso con scarsi risultati. Le ha ripetuto mille volte che odia essere abbracciato, ma a lei non sembra non interessare dato che continua a farlo imperterrita.

Quando il nuovo arrivato mi vede sgrana gli occhi.

«Che ci fai tu qui a quest'ora?» mi chiede seriamente stupito. «Stai male, forse?»

«Ah ah, molto simpatico. Mi sono casualmente ritrovato ad arrivare un attimo in anticipo.»

«Wow, non avrei mai creduto di vedere questo giorno. È da segnare sul calendario.»

«Bene ragazzi, lui è Lex. Lex loro sono Sara e Mat» dice Michi spostando l'attenzione sui due miei accompagnatori.

«Per la verità si chiamano Sofia e Zac.»

Zorro bofonchia qualcosa tra sé.

Lex li guarda perplesso chiedendosi sicuramente chi diavolo siano e cosa ci facciano lì. Li squadra da capo a piedi, come fa con tutte le persone che non conosce, per valutare che tipi siano. I suoi occhi si soffermano su Zorro e poi guarda me. Non ha pensato nemmeno per un secondo che possa averli invitati Michi e questo la dice lunga su quanto bene ci conosciamo ormai. 

Ha già capito che quello non è esattamente il genere di persona con cui potrei fare amicizia, quindi perché l'ho portato con me? Bella domanda, me lo sto chiedendo anch'io: perché alla fine me lo sono portato dietro? Perché non potevo semplicemente permettergli di andarsene da qualche parte con Sofia anziché obbligarli a venire con me? Me ne sarei liberato per una serata intera e l'incontro con i miei amici non sarebbe stato rovinato dalla sua presenza. Mi sembrano due grandi vantaggi, non potevo pensarci prima? Però chissà cosa avrebbe fatto con Sofia mentre non ci fossi stato, dove sarebbero andati. No, ho fatto bene, così almeno non mi devo preoccupare per lei.

«Sofia e Zac, cercherò di tenerli a mente» dice Lex. «Non come qualcun altro di mia conoscenza».

«Scusa. Il fatto è che sono dei nomi un po' strani e tu sai quanto sia difficile per me impararli già quando sono normali» si difende Michi.

«A me sembrano normalissimi.»

«Ti assicuro che sono strani.»

«Vabbè, se lo dici tu, non che faccia molto testo. Quanto ha impiegato per imparare il mio nome?»

«Nove anni» gli rispondo stando allo scherzo come sempre quando dobbiamo prenderla in giro per questo suo difettuccio.

«Nove anni, accidenti, nove anni! Rassegnatevi, i vostri li imparerà solo se avrà una seconda vita.»

Lex è così socievole solo quando si tratta di prendere in giro Michi, altrimenti di solito è molto più timido e riservato con gli sconosciuti.

«Vabbè raga, quando avete finito, qui è pronto da mangiare. Forza, accomodatevi!»

Ci sediamo mentre Michi porta una pentola enorme a tavola. Con un mestolo altrettanto grande rovescia un cibo non meglio identificato in ogni piatto.

«Non dirmi che è un'altra tua invenzione e noi siamo le tue cavie anche questa volta» si lamenta Lex spostando un agglomerato rosso da una parte all'altra del piatto.

«Poche storie, assaggialo e ne rimarrai deliziato!»

«Sì, questo l'avevi detto anche quando ci hai fatto assaggiare gnocchi di riso con sugo di kiwi, noccioline e gamberetti» le faccio notare riportando alla mente il gusto terrificante di quello che avrebbe dovuto essere un piatto assolutamente delizioso.

«Dai su, assaggiate!»

Fuori da queste pagineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora