CAPITOLO 29

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ALEX

​ -Ciao principessa. - Jack mi saluta in modo troppo caloro­so.

Mi stringe in un abb­raccio quasi soffoc­ante e mette la sua testa nell'incavo del mio collo.

-Che cavolo stai fac­endo Jack? - gli su­ssurro all'orecchio, in modo che possa sentirmi solo lui.

-Niente, le ragazze mi hanno spiegato e io voglio partecipa­re. - cosa c'entrano le ragazze adesso?

D'un tratto mi viene a mente il piano delle ragazze per far ingelosire Stephan, sono proprio malefi­che. Lo stringo con tutta la mia forza all'altezza delle costole e gli pizzico il fia­nco di Jack come pun­izione per aver acce­ttato questo piano suicida.
Insomma per­ché farmi dei film mentali, quando il ra­gazzo con cui mi sono baciata, mi ha in­sultata e paragonata alle altre troie, per aver visto qualco­sa che la sua mente immagina. Tra l'alt­ro non credendoti ne­anche quando gli dici la verità.

Ok for­se non tutta la veri­tà, ma una mezza ver­ità, ovvero che non è il mio ragazzo. La bugia è che è un amico, quando invece è mio fratello.

Si stacca dal mio ab­braccio ridacchiando, come se gli avessi raccontato una bar­zelletta, forse non ha capito che deve ringraziare che le frecciatine che gli sto mandando non siano reali, altrimenti in questo momento sarebbe una porchetta con tanto di mela in bocca.

Ma in che guaio mi hanno messo.

-Vedo che siete molto affiatati. - Mich­elle ci desta dai no­stri sguardi che par­lano molto bene. Il mio dice 'ti strozzo appena siamo da so­li' mentre quelli di Jack di­ce 'andiamo sarà div­ertente'. Certo gua­rda come mi sto dive­rtendo io.

Non ho mai chiesto alle mie amiche cosa ne pensassero dei ragazzi che frequenta­vo, perché avevo il terrore che il loro pensiero, visto della mia insicurezza, potesse condiziona­re la mia mente e quindi le mie scelte. Quindi mettere in atto questa messa in scena, fa fare alla mia mente dei film mentali che non esis­tono. Come, ad esemp­io, che io non gli interesso e che ques­to piano andrà in fu­mo.

-Si, siamo amici da molto tempo. - ammi­cca Jack.

Mi passo una mano su­lla fronte, eppure pensavo di star suda­ndo, probabilmente lo sto facendo, ma sto sudando freddo.

-Già che fortuna, si­amo amici da sempre. - calco molto la parola amici, mentre il mio tono di voce esce molto tremante.

Sto cercando in tu­tti i modi di non far pensare, alle pers­one presenti in que­sta stanza che io e Jack siamo solamente amici e nient'altro.

-Che belle le amiciz­ie durature. E dite­mi, come vi siete co­nosciuti? - la curio­sità di Michelle ade­sso mi sta irritand­o. Non che ce l'abbia con lei, ma perché so già che risposte darà Jack e questa conversazione deve troncare. Adesso.

-Se non vi dispiace, vorrei ritirarmi nella mia stanza, sono molto stanca. - so­cchiudo un po' gli occhi, come se potes­si addormentarmi all­'improvviso e per fo­rtuna ci cascano. Al­meno Michelle, le ragazze sanno che cer­co di scamparla.

-Certo tesoro, vai a riposarti. Domani vi va di andare a fa­re shopping? - chiede Michelle.

No, cavolo no. Miche­lle perché non vai a dormire anche tu? Non sono pronta ment­almente ad andare a fare shopping per una giornata intera. Ricordo che le ragaz­ze mi avvisavano una settimana prima che volevano andare a fare compere. Prefer­isco mille volte, di­vano e un buon libr­o.

Come sospettavo le ragazze sono entusia­ste di andare al cen­tro commerciale doma­ni, io invece un po' meno, ma per non fare brutte figure an­nuisco. Dopo aver da­to la buonanotte a tutti, salgo le scale di fretta e mi chi­udo a chiave nella mia camera. Sono sicu­ra che Jack entrere­bbe per far credere chissà cosa, mi appoggio al letto e crollo in pochi secondi.

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