CAPITOLO 48

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Alex

-Come stai?- gli chiedo appena mi siedo.
-Bene e penso che anche tu stia bene quindi andiamo al dunque. - mi liquida.

Ok è molto arrabbiato.

- Capisco che tu sia arrabbiato con me...- non mi fa finire di parlare che subito mi interrompe.

- Non sono arrabbiato, sono... in realtà non lo so cosa provo adesso, ma di certo non sono contento.- tende ad abbassare la testa e lo prendo come segno di stanchezza, vorrebbe capire anche se lo ha già fatto, ma è troppo incredulo.

- E ti capisco, non deve essere semplice sapere che tua sorella sia sposata con un mafioso.- appoggio le mani sul tavolo che avevo precedentemente appoggiato sul mio grembo.

- Ti chiedo un'ultima cosa. La sincerità. Voglio sapere tutto.- quanta cose devo dirti fratello mio.

Sospiro, chiudo gli occhi per qualche secondo, il tempo di riavvolgere i miei pensieri e iniziare o almeno cercare, di iniziare un discorso.

-Quando hai avuto l' incidente ero da sola, letteralmente e per un momento ho avuto mille sensazioni contrastanti, la rabbia perchè ci fossi tu su quel lettino. Senso di colpa perchè mi incolpavo di tutto, paura perchè temevo di perdere anche te e tristezza perchè eri e sei il mio fratellone colui che mi avrebbe protetto sempre, mentre in quel momento si trovava su un lettino di ospedale tra la vita e la morte. -

La parte del discorso che tento di più è dirgli di Mark, ma gli ho promesso di dirgli tutto.

- Quando ti portai ospedale, il dottore parlò con me riferendomi i traumi che avevi subito, ma mi riferì anche quanto avrei dovuto pagare per curarti. Tu sai noi non navigavamo nell'oro quindi mi trovai un lavoro come cameriera. All'inizio era solo quello il mio lavoro poi un cliente ubriaco mi confessò di essere un hacker e ammetto che quando mi disse quanto guadagnava, o meglio, rubava accettai subito.
Avrei fatto di tutto pur di salvarti. E cosi lo minacciai, se lui non mi acesse insegnato ad hackerare lo avrei denunciato.- azzardo e allungo la mano toccando la sua e finalmente mi fa un piccolo sorriso.

- Per colpa mia hai dovuto rubare e metterti in pericolo.-  si copre la faccia con le mani mentre sento il mio cuore battere più forte perché non voglio che lui pensi questo.

Mi siedo accanto a lui e gli abbasso le mani così da guardarmi in faccia.

- Ascoltami non è colpa di nessuno dei due ok? Io ho fatto delle scelte che sinceramente non me ne pento, perchè mi hanno portato delle persone della mia vita che amo alla follia.-

- Sento e vedo che c'è molto altro vero? -
questa cosa che riesce a leggermi con uno sguardo non mi piace più.

- Si è vero, poco dopo che iniziai a lavorare e quindi a prendere anche il mio primo stipendio, conobbi un ragazzo. Ma si rivelò un'altra persona, un giorno mi tirò uno schiaffo mentre litigavamo e ci siamo lasciati, da li è iniziato lo stalking. -

- Figlio di puttana - impreca Thanos battendo un pugno sul tavolo facendomi sobbalzare.

- Sta tranquillo è andato via.- alzo lo sguardo su di lui ed è li che si illumina.

- Non è andato via,lui l'ha ucciso.- spalanca gli occhi capendo. Quando dice "lui" parla di Stephan del mio Stephan e non volendo che lo giudicasse ancora peggio di quello che pensasse decisi di raccontargli tutto. Il mio quasi stupro, l'amico del mio ex, di Fernandez. Di tutto.

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