Capitolo 1

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Mi chiamo Delilah ho diciassette anni e vivo in orfanotrofio da quando ne ho tre. La vita in orfanotrofio è sempre stata triste, ho solo un'amica che si chiama Emery lei ha la mia stessa età ed è complice di tutte le mie malefatte contro la direttrice di questo orfanotrofio.

É pomeriggio sono sdraiata sul letto a guardare il soffitto e a pensare alla mia vita quando entra in stanza la mia migliore amica
"Delilah la direttrice mi ha detto di venirti a chiamare ti aspetta nel suo ufficio"
mi informa
"Cosa! Perché? Non ho fatto niente stavolta".
Mi alzo dal letto e vado nell'ufficio della direttrice, arrivata entro senza bussare
"Emery mi ha detto che mi cercava, cosa vuole stavolta?"
chiedo scocciata, solo ora mi rendo conto che nella stanza con lei c'è anche un ragazzo.
"Educata come sempre Delilah, siediti ti ho chiamato nel mio ufficio per presentarti il tuo nuovo tutore"
non credo a quello che sento
"Io? Un tutore? Ciò significa che mi hanno adottata?"
chiedo stupita
"Ciao Delilah, io sono Philip"
si presenta il ragazzo
"Preparati entro stasera andrai via"
continua Philip, con un colpo di tosse la direttrice richiama la nostra attenzione
"Arrivederci signor Stuart la avverto, Delilah è molto maleducata le darà del filo da torcere"
Quando sento quelle parole rimango ferita, mi ha tolto da subito l'opportunità di fare bella impressione
"Non si preoccupi tengo molto all'educazione e verrà punita quando ce ne sarà bisogno"
Le sue parole mi lasciano con un punto interrogativo, cosa vuole dire con 'punita'.
"Si ricordi di farsi una scopata ogni tanto, il nervosismo non le dona"
mi rivolgo alla direttrice
"Delilah chiedi immediatamente scusa" mi sgrida Philip
"No. Non ho intenzione di chiedere scusa ad un pallone gonfiato come lei"
ribatto secca, Philip mi squadra malissimo e si gira verso la direttrice
"Mi scuso per il suo comportamento, ora con permesso"
si stringono la mano e usciamo da quell'ufficio.

Tornata in camera con il mio nuovo tutore al seguito mi arriva uno sculaccione al centro del sedere, di scatto mi giro e lui chiude la porta
"Ma come ti permetti?"
Urlo 
"Ti pare educato come hai risposto alla direttrice?"
tuona autoritario.
Ingoio a vuoto e apro e chiudo la bocca cercando le parole per ribattere
"Non c'è bisogno che aggiungi altro, prepara tutte le tue cose così potemmo andarcene da qui"
Mi infervorisco ancora di più e incrocio le braccia al petto
"Non so chi tu ti creda di essere per sculacciarmi e poi zittirmi ma non funziona così. IO non funziono così!"
Scuote la testa e alza gli occhi al cielo
"Ben presto scoprirai come funziona con me, ora torno a ripetertelo, per favore prepara le tue cose."
Sciolgo le braccia e lo guardo dritto negli occhi
"Prepotente".

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