Capitolo 31

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Oggi è il giorno di natale e con daddy andremo a casa di mia nonna insieme ai miei genitori. Indosso un vestito in seta rosso con le paillettes nella parte sopra e delle piume bianche in fondo alla gonna.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio e poi scendo le scale raggiungendo daddy in salotto.
"Piccola sei proprio sicura che vuoi mettere questo vestito?" Mi chiede per la centesima volta.
Da quando daddy ha visto cosa mi sarei messa non è stato molto entusiasta
"Si daddy sono sicura" rispondo alzando gli occhi al cielo
"Non alzare gli occhi al cielo con me! Non ci metto niente a rivoltarti sulle mie ginocchia anche il giorno di natale. Devi essere educata SEMPRE." Tuona autoritario.
Quando fa così non lo sopporto, vuole che sia sempre perfetta ed educata ma per me è difficile soprattutto quando mi esaspera dicendomi le cose mille volte.
"Scusa daddy" dico dandogli un bacino sulla guancia.

Bussiamo alla porta e nonna ci viene ad aprire pochi istanti dopo
"Buongiorno ragazzi auguri" dice la nonna
"Oh sole sei splendida come ogni anno" commenta la nonna guardando il mio abito
"Di là ci sono i tuoi genitori chissà cosa diranno appena ti vedono"
Sono agitata, speriamo che si ricordino.
"Oh bambina mia sei stupenda" dice la mamma sbucando dalla cucina
"Caro vieni a vedere nostra figlia"
"Il vestito..." sussurra papà
"Ha-hai mantenuto la tradizione" dice mamma con le lacrime agli occhi
Annuisco e la vado ad abbracciare.
Per tutto il tempo daddy è stato in disparte guardando la scena e non capendoci molto così mi avvicino a lui
"Questo vestito è il vestito che mi mettevano i miei per natale, il primo natale da sola con nonna abbiamo deciso che per mantenere la tradizione mi sarei messa lo stesso vestito tutti i natali e così è stato. Crescendo la nonna mi cuciva lo stesso vestito una volta l'anno dato che quello dell'anno prima non mi stava più." Spiego
"Non...non ne avevo idea scusami se ho insistito tanto in questi giorni"
"Tranquillo non potevi saperlo" dico sorridendogli.

La giornata fila liscia tra una chiacchiera e l'altra.

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Sbuffo per l'ennesima volta nell'arco di cinque minuti. Sono in ginocchio con davanti a me la valigia e l'armadio spalancati. Non ho la più pallida idea di cosa portare dato che non sono mai stata all'estero e che non so cosa faremo. Presa dall'esasperazione decido di partire dalle cose più semplici: biancheria, ciabatte e pigiama. Sistemati questi decido di arrendermi e andare a chiedere l'aiuto di daddy precedentemente rifiutato anche con un po' di risentimento nella mia voce.
Busso allo stipite della porta della sua stanza e lui fa capolino dalla cabina armadio.
"Dimmi piccola" dice sorridendomi
"Ehm...ecco...io...v-vorrei il tuo aiuto" sussurro con lo sguardo basso
"Certo per cosa?" Chiede come se non lo sapesse
"Con la valigia"
"Sai ero sicuro che saresti venuta da me a chiedere aiuto" confessa
"Se lo sapevi perché non me lo hai 'imposto' come fai quasi sempre?"
"Perché volevo che te ne rendessi conto...e perché mi piace farti supplicare" mi fa l'occhiolino e poi andiamo in camera mia.

Finito. Finalmente!. Tra due giorni partiamo e io non vedo l'ora. Facendo la valigia, o meglio, vedendo daddy fare la mia valigia ho scoperto che sarà una vacanza piena di lusso a giudicare i vestiti e le scarpe che daddy metteva dentro, addirittura ha preso anche tre paia di scarpe con il tacco perché avessi l'imbarazzo della scelta.

Daddy's little girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora