Addio Kai Davies (10)

5.9K 236 702
                                    

"Non ci sono addii per noi. Ovunque tu sia, sarai sempre nel mio cuore."
Mahatma Gandhi

I miei piedi si muovono da soli, sembra di avere il cervello scollegato dal corpo. La fonte principale del mio dolore è Kai, prendo un respiro profondo e apro la porta di casa, voglio cancellarlo dalla mia vita, una volta per tutte.

Prendo la valigia, apro la zip e nel frattempo digito i numeri del cellulare per chiamare, questa decisione è difficile da prendere ma mi serve per cambiare aria "Ciao mamma" lascio cadere il mio corpo sul letto che rimbalza due volte "Sophia? Perché chiami a quest'ora? Sai che noi mangiamo!" Mordicchio il labbro "Si scusa, mi sono chiesta se potessi tornare prima, vorrei anticiparmi gli esami per Oxford" Sento sospirare e bisticciare, suppongo con mio padre "Si ti veniamo a prendere tra qualche giorno, ciao Sophia" aggancia e mi lascia da sola in questa stanza, anche se non era presente carnalmente.

"Grazie" bisbiglio, anche se so che non può sentirmi.

Chiudo gli occhi, porto il telefono sul petto vicino al cuore, ripeto a me stessa che non posso pentirmi ora della decisione appena presa.

Inizio a preparare almeno metà valigia, il restante lo farò l'ultima sera. Mi devono dare ancora la data certa di quando verranno a prendermi, intanto mi chiedo dove abita Kai.

Ha detto una volta al bar che per venire a Santa Barbara è dovuto partire dall'Inghilterra, si sente il suo accento marcato...sopratutto quando è arrabbiato.
Questo vuol dire che se torno a San Francisco non posso più vederlo. Mi accorgo solamente ora che io non so niente di Kai, della sua vita o dei suoi hobby. Il nulla.

Fisso da vari minuti il muro con in mano un vestito, scuoto la testa e lo infilo in valigia chiudendola verticalmente.

Lily entra in casa
"Che cosa stai facendo?" Mi chiede preoccupata
"Ho detto ai miei genitori di voler tornare prima" Lily fa cenno di no
"Se tu finisci la vacanza la finisco anche io"
"No tu devi stare con Derek, stai tranquilla ok?" È dubbiosa, non sa se lasciarmi o meno ma cede e mi abbraccia "mi dispiace che ti abbia fatto schifo la vacanza, sono stata anche io a contribuire" si pizzica il braccio, dopo l'ultima litigata mi ha fatto pensare molto e ho visto una faccia di Lily che non avrei mai pensato di conoscere.
"È tutto ok" le sorrido forzatamente, in realtà ci rimango ancora male se ripenso alle sue parole ma non voglio farglielo pesare.

"Senti ogni anno festeggiamo una serata in estate per ricordare l'inizio del nostro gruppo, di solito accendiamo le lanterne. Ti va di partecipare?"

"Spero di esserci, non so quando me ne vado ma mi piacerebbe"
"Tanto organizziamo il tutto dopodomani" agita le mani, mi da la buonanotte. Metto il pigiama e infilo le cuffiette nelle orecchie, per dimenticare questo caos.

Mi addormento sognando il primo giorno del college.

Sento bussare la porta, io non ho forze di alzarmi dal letto "Lily" urlo, spero apra lei ma non ricevo risposta. Sbuffo, ma chi è a quest'ora? Guardo l'orologio, sono le undici di mattina. Ah.

Stropiccio gli occhi, apro la porta "James" gemo "che ci fai qui?" Ieri sera non dovevo baciarlo, volevo solo provocare Kai. Penso che lo abbia capito, lui è stato a propormi il patto, quindi vorrà di certo chiedermi qualcosa non inerente a ieri.

"Ciao...Sophia" Balbetta, tiene nascosto dietro alla schiena qualcosa "Ciao, devi dirmi qualcosa" mi appoggio alla porta e sbadiglio
"Questi sono per te" fa apparire davanti alla mia vista un mazzo di fiori, spalanco gli occhi "ah...come mai?" Li prendo delicatamente come se fossero di vetro "ho pensato ti potessero piacerti, posso entrare?" Gli faccio cenno di sì, poso i fiori sul tavolo e riempio con l'acqua un contenitore a forma cilindrica. Non sembra il James che ho conosciuto il primo giorno.
"È bello il tuo appartamento"
"Si lo condivido con Lily" tolgo la carta stagnola dai fiori e li immergo nel contenitore "mi dispiace ma non posso portarli a casa, non so se hai saputo...me ne vado prima. Quindi lascerò i fiori a Lily"
Lui annuisce e si siede in cucina "si capisco...l'ha detto a tutto il gruppo. Mi dispiace, è stata colpa mia?" Si gira i pollici, lo guardo strano...dove è finito il solito James arrogante "nono, è una lunga storia non ti preoccupare" ci guardiamo, non so più che dire. Dovrebbe andarsene, devo prepararmi per farmi un bagno in acqua ma non so come dirglielo in modo gentile. Credo che lui capisca al volo perché tossisce "allora io vado, ci vediamo Sophia" mi saluta "si certo" gli sorrido e chiudo la porta.

Amore impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora