Piangere e sfogarsi (40) parte due

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"Piangere non indica che sei debole. Sin da quando sei nato, è sempre stato un segno che sei vivo."
Charlotte Brontë

Le decisioni sono un compromesso tra l'esperienza e cosa ti dice di fare il cuore.
Razionalità e impulsività.
Messe insieme creano una sinfonia armonica, distruggente.

Kai è del tutto impulsivo.
Non bada a quello che potrebbe succedere dopo, vuole solo scappare dalla realtà.
Da ciò che il futuro gli ha riservato.

Perché scappare se tanto percorriamo un'unica strada senza uscite?.
Puoi correre, ma alla fine ti ritrovi sempre nel punto dove tutto è iniziato, ovvero nel futuro che ti hanno predisposto fin da piccolo.

Questo è quello che insegna il diritto.
Non sono totalmente d'accordo, perché se ci credi davvero, puoi costruirti uno svincolo.

Chiudo il libro e dico a Donnie di stare in silenzio per la milionesima volta
« Devo studiare, domani mattina ho l'esame! »
È passato un giorno da quando Kai si è infilato a casa e non è più uscito.

Stamattina sono andata da Nate per vedere se fosse migliorato, ho bussato alla porta, ma non mi ha risposto nessuno.
Percepivo la sua presenza, mi è sembrato di sentire la maniglia girarsi per un attimo.

Ma non ha aperto.
Gli ho lasciato dietro la porta un pacchetto di tè e tisane, non so se effettivamente sappia di questo mio interesse sugli infusi, ma spero che gli siano piaciuti...almeno un po'.
Le tisane fanno bene, gli ho lasciato un po' di tutto, dagli infusi che fanno digerire, fino a quelli che ti creano sonnolenza.
In un certo senso penso che quel regalo sia un modo per ringraziarlo, ieri mi ha aiutato davvero tanto ed è stato l'unico a farlo.

« Soph calmati, tra due ore viene...»
« Colin, si lo so.» finisco la frase e roteo gli occhi.
Il comportamento di Donnie da una parte è troppo infantile.
Infilo i libri in una sacca
« Ancora con questa storia? » mi provoca scandendo l'ultima parola.
Io mi giro verso di lei, dò le spalle alla libreria.

« Donnie secondo me Colin non è fatto per te » sputo il rospo, fino ad ora non ho mai detto cosi esplicitamente che Colin non la merita.
« Ecco perché me ne voglio andare da qui, stai sempre a criticarmi. Quando tu non hai una situazione migliore della mia! » sbatte la rivista di moda sul letto, toglie le cuffiette, si raddrizza con la schiena sul materasso mettendosi a braccia conserte.

« Non mettere in mezzo Kai »

l'ammonisco, Il fatto che lui non possa parlare per sé è già una ragione ben che valida.
Lei sembra concedersi un respiro profondo, si mette una mano sulla testa e fa una smorfia
« Scusa...voglio solo che con Colin vadi bene, è l'unica relazione duratura che io abbia mai avuto. » Donnie mi ha raccontato poco del suo passato. So che la sua famiglia l'ha cacciata di casa, perché era troppo fuggente.

Si mi ha detto proprio così "troppo fuggente".
Nella sua vita non ha mai avuto qualcosa di duraturo neanche l'amore della sua famiglia, e sotto certi aspetti posso capirla.
Ha trovato un lavoro per permettersi questo college ed è anche grazie alla borsa di studio che si trova qui.
« Okay...io ora vado a studiare in biblioteca. » devio il discorso per non approfondire la questione Colin e Nate.
Prendo la sacca dei libri, saluto Donnie e chiudo la porta.

Mi avvio verso la biblioteca, per fortuna che è aperta ventiquattro ore su ventiquattro.
Appena entro, un odore di libri si fa largo nelle mie narici, mi piace il profumo delle vecchie pagine, lo trovo confortevole.

La bibliotecaria mi saluta e fa cenno di prendere posto. Tra i lunghi tavoli di legno noto una folta chioma, il cappuccio si è abbassato di poco e la testa è poggiata sul tavolo.
Ha gli occhi chiusi, mi affianco alla persona che dorme, in mano ha un volantino.
Non riesco a trattenermi, e dò una sbirciatina al foglio.

Amore impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora