6. Meno pesante

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"Di te mi piace il rumore che fai nel mio pensiero."
-Anonimo

Alexis

"Quindi, ricapitolando, lei non sa che fai il calciatore?" annuisco davanti alla domanda di Olivier, mentre sbuffo rumorosamente ripensando a tutta la situazione "Lo sai che non glielo puoi tenere nascosto per sempre? Mi pare che tu abbia intenzioni serie con questa ragazza, perciò dovrà per forza saperlo prima o poi."

Lo so... ne sono consapevole, ma ho paura che, se scoprisse che le ho mentito già così velocemente, non si fidi più di me e non voglia più vedermi. Mi piace stare in sua compagnia e voglio conoscerla, non voglio interrompere così questo inizio tra me e lei. "Non so cosa fare. Glielo dirò tra qualche settimana magari."

"Sei impazzito, Alexis?" Samu mi sgrida con fare paterno, perciò gli presto la mia attenzione "Vuoi fingere per qualche settimana di essere uno che non sei? E come pensi di gestire le uscite? Come pensi di fare se ti riconoscono quando sei con lei? Come pensi di spiegarle i tuoi orari strani? E gli impegni fuori Milano?"

Mi alzo in piedi e inizio a passeggiare nervosamente su e giù nel mio soggiorno, visto che alla fine abbiamo deciso di passare la serata in casa mia, dopo che siamo scappati dal locale.

"Non ho le risposte alle tue domande, Samu." sbotto nervosamente "Non le ho. Quindi cosa dovrei fare secondo te? Andare da lei e dirle che dopo due uscite le ho già raccontato la prima cazzata? Non ce la faccio... non riesco a immaginare di ferirla in qualche modo." se solo penso ai suoi occhioni castani, che in qualche modo mi sembrano così dolci ma quasi tristi, vado fuori di testa... non riuscirei a dirle la verità e rischiare di vederla guardarmi in altri modi.

"La ferirai comunque se verrà a scoprire la verità da qualcun altro, anzi probabilmente la ferirai ancora di più in questo modo." Olivier tenta di farmi ragionare, mentre io scuoto la testa come a voler scacciare via ogni pensiero.

Dannazione. Era tutto così semplice e naturale la prima notte che abbiamo mangiato nella mia auto. Nessuna complicazione. Solo sintonia e chimica. Abbiamo parlato di tutto senza stancarci mai, senza doverle spiegare chi sono o cosa faccio per vivere.

"Non voglio dirglielo ora. Datemi qualche giorno." quasi li prego come se in qualche modo fossero loro a dovermi dare qualche permesso, probabilmente ho bisogno solo di sentirmi sostenuto nella decisione che sto prendendo "Appena capirà che non sto giocando con lei, che sono serio, e che non le ho mentito per prenderla per il culo, allora le dirò ogni cosa."

Olivier e Samu si scambiano un'occhiata preoccupata e riesco a capire che non sono per niente d'accordo per la mia decisione, ma comunque non infieriscono. "Ti piace eh?" il francese mi rivolge un'occhiata maliziosa, mentre io annuisco sicuro.

Dio, se mi piace. Mi piace da morire. Non so come sia possibile che dopo due volte che ci siamo visti mi sia entrata già così in testa, ma è la realtà.

Il suo modo di parlare e gesticolare, il suo nascondere il viso quando è in imbarazzo. Per non parlare di ciò che ho provato quando finalmente ci siamo baciati. Mi sono sentito come un ragazzetto che non aveva mai baciato nessuno, in quel momento sono esploso dentro, non potrò mai descrivere a parole come mi sono sentito. È stato così intimo...

"Si, Oli. Mi piace moltissimo ed è per questo che non voglio rischiare di rovinare ogni cosa." lui annuisce comprensivo, mentre io torno a sedermi sul divano e mi massaggio il viso in modo stanco e frustrato.

A tempo debito le dirò ogni cosa, le farò capire che sono sincero con lei e il perché le abbia raccontato questa bugia. Sono certo che le cose non si complicheranno e che lei capirà, non può che essere così visto la strana sensazione che ci lega già da ora.

*****

Esmeralda

Eva si avvicina a me e, dopo aver finito di portare nel lavandino gli ultimi bicchieri, lancia il tovagliolo che aveva in mano sul mobile davanti a sé e poi si appoggia al bancone.
Il suo viso stanco mi fa capire che domattina non sarà reperibile prima dell'ora di pranzo, e penso che anche per me sarà così. Sono a pezzi, il locale era pieno ed è insolito lavorare così tanto il martedì, pensare che non ho avuto tempo di fermarmi nemmeno per mangiare qualcosa.

"Sono esausta. In più Sara è tutta la sera che si lamenta a proposito di tre clienti cafoni e mi scoppia la testa a furia di sentirla."

Alzo lo sguardo su di lei, togliendo per qualche secondo attenzione ai bicchieri che sto lavando, sentendola lamentarsi di una delle nostre colleghe. "In che senso? Che le hanno fatto?"

"Ha detto che erano tre tipi famosi. Hanno chiesto il privé e li ha accompagnati. Ha detto che si è spostata per prendere i menù da portarli, ma è stata trattenuta da una ragazza che chiedeva dove fosse il bagno, e che, mentre parlava con questa ragazza, ha visto i tre alzarsi dai divanetti e andare via senza dire mezza parola." si massaggia le tempie, con fare esasperato, mentre racconta "Me l'ha ripetuto cinquanta volte circa. Non capisco perché tutto questo interesse. Sono stati cafoni? Ok, ma chi se ne frega!? Abbiamo avuto il pienone oggi, sai che me ne importa di pensare a chi decide di andarsene."

Ridacchio leggermente per la sua esasperazione e per il tono melodrammatico che usa per raccontare. "Ma chi erano di così importante che li ha riconosciuti?"

Lei si scioglie i lunghi capelli rossi e poi, con una mossa veloce, li riacconcia in una crocchia pratica e semplice. "Non lo so, non li ho visti. Ha detto tre calciatori, del Milan forse."

"Neanche io ho visto nessuno, sono stata al bancone tutta la sera. Comunque si arrabbia troppo per cose inutili, poi si rovina tutta la serata lavorativa." commento, mentre chiudo il rubinetto e mi appoggio al lavandino, avendo finalmente finito di lavare le ultime cose. "Saranno stati tre cretini indecisi che hanno cambiato idea quando hanno visto il posto. Chi se ne frega? Non è che deve continuare a pensarci solo perché erano chissà chi."

Lei annuisce trovandosi d'accordo, poi afferra il telefono dalla tasca posteriore dei suoi jeans neri e dà un'occhiata alle notifiche. A questo punto decido di fare lo stesso, visto che non lo prendo in mano da ore, e sono curiosa di sapere se Alexis mi ha scritto.

Appena guardo lo schermo, sorrido immediatamente vedendo che mi ha inviato tre messaggi, perciò apro subito whatsapp, curiosa e con il cuore che va veloce. Il primo messaggio è un suo selfie... perdo immediatamente un battito per quanto è bello anche attraverso lo schermo. Gli altri due sono messaggi normali.

'Come sta andando a lavoro? Un po' mi manca sentirti, ma non troppo.'

'Non vedo l'ora di sapere quando potremo rivederci.'

Sorrido ancora una volta, sentendomi felice per il fatto che mi abbia pensata anche mentre non potevo rispondergli, e sentendo la stanchezza essere meno pesante semplicemente grazie ai suoi messaggi.

Respiro profondamente cercando di calmarmi e smetterla di reagire come un'adolescente, poi blocco il telefono e decido di non rispondere e di chiamarlo direttamente appena sarò fuori di qua.

Ho bisogno di sentire la sua voce e so che mi aiuterà tanto dopo questa serata faticosa e interminabile. Mi prenderei a schiaffi da sola per pensare queste cose dopo così poco tempo, ma davvero con lui non riesco a trattenere l'entusiasmo e a frenare quello che sento.

Nota: 14:23 ciao raga, ecco a voi un nuovo aggiornamento. In questo capitolo vediamo un po' le cose di passaggio, ma comunque sentiamo cosa pensano i nostri protagonisti nei confronti l'uno dell'altra. Cosa ne pensate?

Aspetto commenti. Buona serata. Baci, Ele🤍

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora