22. Petali di rosa

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"Lei che fugge lontano pure stavolta
e io pure stavolta che la perdo."
•Nero -Gazzelle

Scoppio a ridere sentendo le parole di Doriano, mentre Eva e Fabiola gli danno una spinta nello stesso momento, cosa che mi fa ridere sempre di più, soprattutto per le sue facce buffe, ma nel momento in cui arriviamo davanti a casa mia, il mio divertimento sparisce all'istante e il sorriso mi muore sulle labbra, lasciando spazio solo a una grande inquietudine e a un vuoto che pensavo di essere ormai riuscita a tenere a bada.

Davanti a noi, ormai a pochi metri di distanza, Alexis tiene in mano un mazzo di rose rosse e la busta del fastfood del famoso panino che mi ha fatto conoscere lui. Il mio cuore si stringe immediatamente alla sua vista e al ricordo di ciò che abbiamo condiviso dopo allora. Un mare di falsità e di bugie.

Mi giro a osservare i miei amici, quasi in preda al panico per la presenza del biondino qua, e l'unico a reagire prontamente è Doriano che mi lancia un'occhiata di incoraggiamento per andare a parlare con il calciatore. Io so che lui è convinto che Alexis tenga a me, e per questo spera che le cose si possano sistemare in qualche modo, ma io ritengo che lui sia solo un eterno romantico.

Sbuffo nervosamente e mi dirigo verso Saelemaekers che, vedendomi arrivare, mette su quel dolce sorriso che mi ha fatto perdere la testa quando ci siamo conosciuti, peccato che ora non mi incanta più in questo modo, assolutamente.
Infilo le mani dentro il cappotto, come per contenere la mia ansia, e mi fermo davanti a lui, facendo un cenno del capo per salutarlo.

"Emi..." mentirei se dicessi che questo nomignolo non mi dà i brividi "ti ho portato dei pensierini e voglio chiederti di poter parlare con te." il suo tono di voce sembra così turbato che per un momento non lo riconosco, inevitabilmente mi tornano in mente le parole di Olivier che mi dice che Alexis è cambiato molto da quando abbiamo chiuso.

Per un secondo, la tentazione di dirgli di no è forte, ma qualcosa dentro mi impedisce di farlo, perciò annuisco senza riuscire a controllarmi, come se il mio corpo si muovesse senza il mio consenso.
Vedo gli occhi azzurri di Alexis illuminarsi all'istante, mentre io gli chiedo di aspettarmi qualche secondo, mi sposto per dare le chiavi del mio appartamento ai miei amici e dico loro di salire e mettersi comodi, poi torno dal centrocampista e, appena gli altri sono entrati nel palazzo, gli faccio un cenno con la mano per invitarlo a parlare.

"Mi sento una merda per quello che ti ho fatto. Non so cosa mi succeda, ma da quando non parliamo più, non mi va più di uscire come prima, di andare a divertirmi come prima, di scherzare come prima. C'è qualcosa che non va e io non riesco a non pensare ai momenti belli che ho passato con te." lo osservo mentre posa la busta e i fiori sulla panchina accanto al muro, poi si passa la mano tra i capelli con fare nervoso e teso "Non volevo ferirti, e so che non mi credi dopo le bugie che ti ho rifilato, ma io ho solo bisogno che tu mi dia la possibilità di dimostrarti che non ho mai giocato con i tuoi sentimenti, di dimostrarti chi sono al cento per cento. Voglio solo provare a recuperare, anche se ci vorrà molto, non mi interessa, ma non voglio perderti del tutto, Emi."

Il mio cuore sembra farsi minuscolo nel mio petto, si stringe facendomi provare quasi dolore fisico, mentre i miei occhi si annebbiano all'istante a causa delle lacrime che fanno pressione per venire giù. Sento il naso pizzicare mentre cerco di evitare di mettermi a piangere guardando verso l'alto, ma non è assolutamente facile. Alexis avrebbe potuto evitare tutto questo, invece non ha pensato alle conseguenze e ora ci ritroviamo entrambi a stare male.

"Alexis..." appena pronuncio il suo nome, una lacrima sfugge al mio controllo "Mi dispiace, ma non riesco. Io faccio fatica a fidarmi, con te è stato tutto naturale e facile, e poi mi hai distrutta in un solo secondo. Non posso rischiare ancora, non ce la faccio proprio. Cerca di andare avanti e lasciami in pace."

Ride nervosamente sentendo le mie parole e mi prende le mani tra le sue, senza darmi ascolto. "Perché? C'è qualcos'altro sotto, qualcosa per cui ti chiudi in te e non mi lasci modo di dimostrarti che ci tengo davvero. C'è qualcosa che non dipende da me, forse nel tuo passato, che ti impedisce di provare ancora a fidarti. Hai paura di renderti conto che avevi torto e che non ti ho preso in giro? È questo il problema? Stai scappando?"

Deglutisco rumorosamente mentre lo ascolto parlare, ma scuoto immediatamente la testa in segno di negazione. Non c'entra assolutamente nulla il mio passato ora, io non voglio più averci a che fare per la montagna di cazzate che mi ha raccontato guardandomi negli occhi senza la minima esitazione.

"Tu sei un bugiardo, Saelemaekers. Questo è tutto. Non pensare di poter cercare un attenuante per quello che hai fatto, o delle scuse per farlo sembrare meno grave di quello che è, perché non funziona. Sei venuto a letto con me, facendo finta di essere qualcuno che non esiste, e ora cerchi di psicanalizzarmi e poterti salvare così?" quasi urlo per la rabbia, perciò lui molla subito la presa sulle mie mani.

"Non hai davvero nessuna intenzione di darmi un'altra possibilità e di starmi a sentire, vero?" sorride amaramente mentre constata questo, passandosi le mani sul viso in maniera frustrata "Tu non hai nessuna voglia di darmi nemmeno il beneficio del dubbio. Tu hai già deciso di eliminarmi... e l'hai fatto subito, mentre io continuo a pensare a noi e a tutto ciò che ho sbagliato con te, perché odio averti ferito, ma sto solo perdendo tempo a quanto pare."

Vengo colpita da una forte nausea mentre sento le sue parole, che sembrano quasi più pronunciate a se stesso che a me, ma non riesco a fare nulla per smentirlo, zero. Nonostante senta un buco nel petto, l'unica cosa che riesco a fare è abbassare il capo e annuire leggermente. "Mi dispiace, Alexis." lo dico con la voce spezzata, e mi allontano velocemente, entrando di corsa nel mio palazzo, per evitare di scoppiare a piangere davanti a lui.

Mi sento una deficiente per essermi affezionata a lui in questo modo, mi sento una deficiente per avergli creduto e mi sento una deficiente perché ancora ora gli do il potere di sconvolgermi.
Voglio solo che stia lontano dalla mia vita e che si scordi di me, in modo tale che io possa fare lo stesso, smettendo di averlo come pensiero fisso.

Alexis

Esmeralda sparisce davanti ai miei occhi, rinchiudendosi nel suo palazzo, e un grugnito nervoso abbandona le mie labbra. Per qualche secondo penso a cosa fare e mi sento perso. Lei non ha nessuna intenzione di tornare con me. Lei non vuole me. Vuole che la dimentichi, e mi odio per non riuscire a farlo.

Colmo di rabbia, afferro il mazzo di fiori che avevo preso per lei, e lo sbatto a terra più e più volte. Lo faccio a pezzi scaricando tutta l'ira che ho in corpo, sperando che questo mi aiuti a calmarmi. Lo faccio senza pensare alla gente che potrebbe passare e riconoscermi, sentendo un leggero sollievo quando vedo i petali delle rose cadere tutti sparsi a terra. Non penso assolutamente a nulla, se non che vorrei scacciare via questo malessere che sento opprimermi.

Mi metto dritto, cercando di riprendere fiato, e lascio cadere l'intero mazzo a terra. Lo osservo per qualche secondo e poi mi allontano da questo maledetto palazzo e, di conseguenza, da lei, senza neanche prendere la busta del cibo che le avevo preso.

Cammino nervosamente verso non so dove, mentre maledico me stesso per aver accettato di dare retta a Olivier. Dovevo seguire il mio istinto e restare seduto a non fare nulla. In fondo avevo già capito che lei non voleva darci una seconda possibilità, avevo già capito che è troppo vigliacca per provare a fidarsi di quello che sente per me, avevo capito già tutto e potevo risparmiarmi questa scena e le sue parole. Potevo risparmiami ogni cosa, cercando di volermi un po' bene... invece niente. Ho voluto provare a dimostrarle che ci tengo, ma a lei non è importato nulla e ho solo fatto la figura del coglione.

Mi fermo in mezzo al marciapiede mentre la mia stupida testa ripercorre ciò che abbiamo vissuto insieme e, improvvisamente, scoppio in una fragorosa risata. Non c'è nessuna traccia di divertimento, ma solo di amarezza per ciò che mi sta frullando in mente, e potrei quasi sembrare pazzo per essere passato dal distruggere i fiori a ridere a crepapelle.

Io e lei a casa sua. I suoi sorrisi. La sua risata. Il sapore dei suoi baci. Il profumo della sua pelle. Il sesso. E mentre mi rendo conto che probabilmente non avrò più nulla di tutto questo, realizzo che mi manca più di quanto dovrebbe e che forse, senza nemmeno accorgermi, il sentimento che ho provato la prima sera per lei è, velocemente, tramutato... scuoto la testa mentre questo pensiero diventa soffocante e vorrei prendermi a pugni da solo, perché capisco di essere nei guai.

Lei non vuole più avere a che fare con me... mentre io sono completamente innamorato di lei.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora