20. Imboscata

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"Ti ho dipinto a colori all'interno del mio labirinto e se ora guardo il quadro mi chiedo se sia tutto finto.
Lascia che io ti ricordi come ti ho dipinto."
-Fonte: Tumblr

Finalmente finisco il mio turno a lavoro e, dopo aver stampato un bacio sulla guancia della mia migliore amica, che mi ha appena dato il cambio, esco dal bar e respiro a pieni polmoni l'aria fresca.

Mi chiudo la cerniera del giubbotto e poi mi guardo un po' intorno, vedendo che il posto, visto che si avvicina l'ora serale, sta iniziando a riempirsi di persone. È sempre così durante il fine settimana, il locale si riempie di gente, soprattutto di giovani, probabilmente in cerca di una distrazione dalla propria routine frenetica. Un po' li inizio a capire, vorrei bere anche io ogni volta che mi va, e questo solo per dimenticare Saelemaekers. Farei qualunque cosa per eliminarlo dalla mia mente e dalla mia vita, ma non riesco in nessun modo.

Credo sia passata quasi una settimana da quando mi sono svegliata nel letto con lui, e da allora, grazie al cielo, non ci siamo più visti. Non mi ha più cercato e, per quanto io ne sia sollevata e felice, devo dire che ne sono un po' sorpresa. Pensavo mi sarebbe stato con il fiato sul collo e avrebbe cercato di parlarmi, ma non l'ha fatto... penso che questa sia l'unica cosa di cui gli sono grata. Se avesse continuato a farsi vivo, avrebbe reso ancora più difficile il mio tentativo di scordarlo.

"Sei tu Esmeralda?" sento una voce richiamare la mia attenzione e mi giro verso destra, incrociando così un paio di occhi azzurri. Mi rendo conto che è un uomo alto e possente che non ho mai visto prima d'ora, con i capelli e la barba scura che mettono ancora più in risalto il colore ghiaccio dei suoi occhi. Lo guardo imbambolata per qualche secondo, poi annuisco, aspettando che mi dica chi è e come fa a sapere chi io sia. "Sono Olivier, un amico di Alexis. Possiamo parlare?"

Sgrano gli occhi sentendo le sue parole e, immediatamente, mi stringo nel giubbotto, facendo qualche passo indietro. Un amico di Alexis? E menomale che avevo appena pensato di essere felice che mi avesse lasciata in pace, mentre ora manda addirittura i suoi amici a parlarmi? Ma quanto è ridicolo? Mi chiedo come abbia fatto a non accorgermi della persona che è. Mi ero davvero fatta abbindolare per bene dal suo sorrisetto da finto bravo ragazzo.

"Non ho idea di cosa ti abbia detto di dirmi, ma non mi interessa nulla di Alexis, zero." rispondo quasi digrignando i denti, ma lui scuote la mano all'istante come per allontanare le mie parole, così inarco un sopracciglio, in modo infastidito, aspettando che parli. Dio, sono davvero stanca. Vorrei solo andare a casa e dormire, invece devo subirmi le imboscate da parte dei suoi amici.

"Non è stato lui a chiedermi di venire qua. Nemmeno lo sa." spiega con semplicità e, non so perché, mi sembra realmente sincero, sia dai suoi modi di fare che di parlare "Ci ho pensato tanto prima di farlo, ma detesto vedere Alexis stare così male, perciò mi sono deciso a venire qua. Sono davvero molto legato a lui e non posso non provare a fare almeno qualcosa per aiutarlo."

Sospiro pesantemente, mentre mi passo la mano sul viso e poi, in un gesto nervoso, mi tolgo la pinza che mi teneva su i capelli. Non so nemmeno io cosa fare... una parte di me mi suggerisce di allontanarmi e non dargli la possibilità di parlare, ma una parte di me, quella che ancora muore per Alexis, mi obbliga a restare ancorata al suolo. "Cosa devi dirmi?"

Il suo volto sembra rilassarsi quando capisce che gli sto dando la possibilità di parlarmi, poi inizia a spiegare, con il suo forte accento francese "In questi mesi ho avuto modo di conoscere bene Alexis. È un bravo ragazzo e non avrebbe mai voluto ferirti. Lo so che quello che ha fatto è sbagliato, e lo sa anche lui, ma quel ragazzo è così cotto di te che non lo riconosco più da quando avete discusso. Da quando lo conosco, penso non sia passato un solo giorno in cui non abbia cercato di far ridere tutti, anche quando il morale della squadra era davvero a terra, ma ora non lo fa più. Si è spento, e l'abbiamo notato tutti, ma non permette a nessuno di aiutarlo."

Sento gli occhi pizzicare per le sue parole, anche se vorrei non fosse così. Vorrei fregarmene, voltarmi e dimenticarmi di aver sentito tutto ciò. Perché dovrebbe importarmi di qualcuno che mi ha solo preso in giro e si è divertito a costruirsi una finta identità? Non capisco... eppure non riesco a trattenere le lacrime nell'immaginare lui stare male.

"Cosa posso fare io?" chiedo, portandomi le mani al petto, mentre alcune lacrime mi rigano il volto, ma non mi preoccupo di nasconderle. Al momento non mi interessa davvero nulla se lui è uno sconosciuto e io mi sto mostrando così fragile. "Dovrei tornare da lui solo perché sta male e dimenticare quanto io invece sia stata male quando ho scoperto la verità? Mi sono sentita una merda. Mi sono sentita usata e presa in giro... è stata una sensazione orrenda. Vorrei vedere cosa farebbe lui se fosse al posto mio."

Il suo sguardo si addolcisce e mi osserva con dispiacere "Non voglio che tu metta da parte i tuoi sentimenti, non sono qua per questo. Voglio solo che prenda in considerazione di poterlo perdonare, quando ti sentirai meno ferita e meno arrabbiata, solo questo... perché non ho mai visto nessuna fare questo effetto ad Alexis. Ha fatto una cazzata enorme nei tuoi confronti, ma in realtà non voleva davvero farti del male... aveva paura di perderti."

Cerca quasi di rassicurarmi con lo sguardo, ma scoppio maggiormente a piangere, non riuscendo a controllarmi. Vorrei fermarmi e smettere di farmi vedere in questo modo, ma non riesco. Sentire dire tutto questo, da qualcuno che gli è vicino, mi fa terribilmente male.

Avrebbe potuto evitare tutto questo, era tutto nelle sue mani. Aveva il potere di mettere fine alla sua menzogna e salvare ciò che stavamo costruendo, invece ha deciso di non farlo, e questo è ciò che mi fa stare peggio.

"Olivier, tu mi sembri sincero e capisco il tuo punto di vista... anche io farei di tutto per aiutare i miei amici, ma non riesco a perdonarlo, e credo che non riuscirò mai." Quasi mi si spezza il cuore, ancora, mentre pronuncio queste parole. Ma come si può essere così legati a qualcuno che si conosce da così poco tempo e poi, inoltre, scopri averti mentito?! A chi sono affezionata? Per chi provo dei sentimenti? Per qualcuno che non esiste... "Mi dispiace. Al contrario di quanto si possa pensare, spero davvero che, se davvero sta male per tutto ciò, si riprenda e possa andare avanti. Non con me però." 

"Non posso obbligarti a fare nulla, ovviamente, però pensaci... anche se ora non te la senti. Ci tieni anche tu a lui, o non reagiresti così." mi fa notare, indicando il mio viso bagnato dalle lacrime "Pensaci. Solamente questo."

Annuisco appena, ma non tanto perché voglio dirgli che farò quello che mi sta dicendo, bensì per far sì che questo discorso si chiuda qua e io possa andarmene via. Voglio solo stare sola e piangere... buttare giù il doppio delle lacrime che stanno sgorgando ora dai miei occhi. Voglio stare sola e sfogare questa frustrazione e questo dolore che mi sta letteralmente soffocando.

"Io ora devo andare." lo saluto frettolosamente con un cenno della mano e poi scappo via, senza nemmeno dargli il tempo di rispondere o ribattere. Devo allontanarmi, mi manca l'aria nonostante sia all'aria aperta. Mi manca l'aria e quasi la terra sotto ai piedi. Mi sento quasi crollare, e mi sento stupida per questo.

Corro fino alla stazione, obbligandomi a smettere di piangere, evitando di passare davanti alla pizzeria dove ci siamo incontrati io e Alexis, in modo tale da prendere il treno che mi riporti a casa. Ho intenzione di mettermi a dormire e di spegnere il cervello.

Sono certa che, una volta nel mio appartamento, crollerò a causa della stanchezza e delle lacrime che mi hanno tolto le forze. Crollerò a causa delle parole che l'amico di Alexis mi ha rivolto. Crollerò esausta da tutto quello che mi sta spegnendo senza nessun motivo.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora