38. Come un virus

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"La gente ha cicatrici in tanti posti impensabili. Sono mappe segrete delle storie personali, diagrammi di tutte le vecchie ferite. La maggior parte delle nostre ferite guarisce, lasciando solo cicatrici, ma alcune non guariscono. Certe ferite le portiamo con noi ovunque, e anche se si sono rimarginate da tempo, il dolore resta."
-Dalla serie tv Grey's Anatomy


"Emi... stai ascoltando?" ritorno sul pianeta Terra quando sento Alexis scuotermi leggermente il braccio e mi giro a osservarlo, rendendomi conto di essermi persa nei miei pensieri e di non aver prestato attenzione al suo discorso. "Che sta succedendo?"

"Scusami... sono solo un po' stanca." mento, usando una delle scuse più vecchie del mondo, ma la realtà è che non riesco a smettere di pensare al fatto che la sua ex abbia dormito da lui. Mi aspettavo che me ne parlasse, ma siamo insieme da ore e non ha fatto riferimento a lei per nessun motivo... e ora la paura sciocca sta iniziando a impossessarsi di me, entrando in ogni mio pensiero e infettandomi come un virus. Ora non riesco a pensare razionalmente e scrollarmi di dosso queste idee, anche se lo vorrei.

"Sai che capisco quando menti? Avanti, puoi dirmi tutto ciò che vuoi, lo sai..."

"Perché non mi hai detto che la tua ex ha dormito qua?" vado dritta al punto perché ormai non ha più senso mentire o fingere.

Sussulta sentendo le mie parole e vedo tante emozioni attraversargli lo sguardo. Prima la meraviglia, poi lo sconcerto e subito dopo quello che sembra fastidio. "Sei arrabbiata per questo?"

"No, sono stranita perché non me l'hai detto." cerco di spiegarlo in modo pacato, perché litigare con lui è l'ultima cosa che voglio al momento. Sono stufa dei litigi e non voglio nemmeno dare soddisfazioni a Tommaso, di nessun genere. "Voglio solo capire perché, Alexis..."

Il milanista ride, ma senza nessuna traccia di umorismo, mentre mi guarda con aria quasi truce. Non sembra per niente contento e non sembra nemmeno interessato al fatto che non abbia usato un tono accusatorio. "Tu vuoi capire perché? Allora me lo avresti chiesto subito, invece ti sei estraniata e mi hai messo alla prova per vedere se te ne parlassi o meno." 

"Non volevo essere pesante o opprimente." tento di farglielo capire, ancora con tono calmo "Alexis, per favore... non mi va di litigare con te."

"Chi ti ha fatto sapere questo?"

"Non è importante... lascia stare." giro il viso per evitare il suo sguardo, ma immediatamente lui posa la mano sotto il mio mento e mi obbliga a un contatto visivo. Vedo i suoi occhi chiari non trattenere il nervoso e mi chiedo se non stia reagendo in modo esagerato a tutto ciò.

"Non lascio stare, perché so esattamente che dev'essere opera del tuo ex. Quello stronzo ti dice qualcosa e tu ti fai condizionare in questo modo?" allontana la mano dal mio volto e mi si stringe il cuore, sembra così deluso al momento da non volermi nemmeno toccare "Non ti fidi di me, non ti fiderai mai. Non è così? La colpa è di quel bastardo che ti ha fatto male in passato, ma non è giusto che metti in dubbio me."

Mi alzo dal divano sentendo le sue parole e lo guardo scioccata per il tono di voce nervoso che sta usando. "Alexis, penso che tu stia esagerando. Te la stai prendendo così per niente."

A questo punto anche lui si alza dal divano e si mette davanti a me, osservandomi intensamente, tanto che quasi le gambe mi tremano. Il suo sguardo su di me non mi è indifferente e non lo sarà mai, dalla prima notte davanti alla pizzeria, dalla prima volta che abbiamo chiacchierato e mi sono resa conto che mi sembrava di conoscerlo da un'intera vita; era come se fosse sempre stato presente nei miei giorni, ed è lì che ho pensato che fosse qualcosa di troppo speciale per lasciarselo scappare. Ora, però, le cose non sono più semplici e trasparenti come quella sera, tutto si è complicato, e mi chiedo se ci sia qualcosa di sbagliato in noi, o se ogni persona che ha una relazione abbia problemi del genere.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora