21. Autocommiserazione

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Alexis

Giro e rigiro il telefono tra le mani, giocherellando poi con la cover, mentre Leao e Theo chiacchierano di qualcosa che, sinceramente, non sto neanche ad ascoltare. Olivier mi lancia delle occhiate ogni tanto, come a sincerarsi che sia tutto ok, poi cerca di partecipare al discorso degli altri. Vorrei davvero restare concentrato anche io, ma non riesco assolutamente.

Stanotte l'ho sognata, dopo quasi un mese dall'ultima volta che ci siamo visti, l'ho sognata. Ho sognato di passare le mani tra i suoi capelli chiari, mentre affondavo in lei e le ripetevo più e più volte di amarla. Non so che senso abbia questo sogno, non so perché sia successo solo ora e, soprattutto, perché le abbia detto una cosa del genere, visto che non credo che si possa parlare d'amore nella nostra situazione, ma mi ha comunque scosso, e non poco. Mi sono svegliato all'improvviso, con il cuore che quasi mi esplodeva nel petto e con le lenzuola attaccate alla mia pelle sudata.

Il risultato di questo maledetto sogno, che sembrava reale più che mai, è l'essere nervoso da stamattina, senza contare la mia poca voglia di parlare e stare in compagnia. Ho accettato di venire a casa di Leao, dopo l'allenamento, solo perché so bene che altrimenti non mi avrebbe lasciato in pace. Ultimamente me la svigno troppo spesso dai loro incontri.

"Che hai?" Olivier decide di sedersi accanto a me a parlarmi, smettendo di scrutarmi e basta "E non mi dire niente, perché lo ripeti da settimane, ma non si direbbe che tu non abbia nulla." scorgo un pizzico di preoccupazione nelle sue parole e ammetto che mi dispiace per questo. Non voglio che i miei amici si preoccupino per me, ma non riesco davvero a riprendere in mano la mia vita e a comportarmi come prima di conoscere Esmeralda. Dio, ci ho provato, davvero, ma non ci riesco in nessun modo... mi torna sempre in mente, in un modo o nell'altro.

"Oli, probabilmente sto impazzendo." confesso con un fil di voce "Stanotte ho segnato Emi e mi sembrava tutto così vero..." sì, sto sicuramente diventando pazzo per dare a un sogno tutto questo potere. Mai prima d'ora, mi ero fatto condizionare la giornata in questo modo, ma quelle immagini nella mia mente non mi lasciano in pace e mi ricordano solamente quanto sia profondo il vuoto nel mio petto da quando ho rovinato tutto con le mie puttanate.

Gli occhi azzurri del mio amico mi fissano intensamente, mentre posa una mano sulla mia spalla, come per darmi coraggio. Non so perché, ma vedo riflesso nel suo sguardo che quello che sta per dire non mi piacerà tanto. "Forse è arrivato il momento di smetterla con l'autocommiserazione e provare a recuperare davvero. In fin dei conti, cosa hai fatto per riprendertela? L'unica cosa successa tra voi, dopo il litigio, è stata dormire quando lei aveva bevuto, e poi? Alexis, lei non si fida di te, devi dimostrarle che sei comunque quello che lei ha avuto il piacere di conoscere, nonostante tutto. Stare a piangere, distruggerti le giornate, non servirà a nulla, non ti aiuterà a recuperare con lei."

Sgrano appena gli occhi sentendo le sue parole e, per quanto sono sincere, mi si spezza il fiato per qualche secondo. Non immaginavo che mi dicesse qualcosa del genere, tanto che per un attimo storco la bocca per il fastidio, ma poi, analizzando attentamente ciò che ha detto, mi rendo conto che ha ragione, ed è probabilmente questo che mi infastidisce.

Cosa ho fatto per dimostrarle di essere sincero e di non aver giocato con lei nemmeno per un secondo? Nulla. Ero talmente impaurito dal suo rifiuto, mi faceva talmente male vederla soffrire per quello che le ho causato, che ho lasciato perdere e mi sono semplicemente seduto a subire le conseguenze delle mie azioni, senza fare nulla. Dannazione, sono un coglione.

"Cazzo!" è l'unica parola che abbandona le mie labbra, mentre mi passo la mano tra i capelli, nervosamente e sempre più deluso da me stesso. E cosa dovrei fare per dimostrarle quanto tengo a lei? Non sono bravo con queste cose. Non sono mai stato un tipo romantico, non sono tipo da gesti teatrali e non so neanche come organizzarli.

"Se hai bisogno di aiuto, io ci sono." Olivier commenta i miei pensieri e io sorrido per questa intesa che c'è tra noi. Ci capiamo senza nemmeno parlare e so che è una cosa davvero rara, sono grato di averlo conosciuto e di aver stretto una così forte amicizia con lui. "Possiamo organizzare qualcosa insieme per stupirla. Vedrai che, piano piano, lei tornerà a fidarsi di te. Prima iniziamo e prima questo accadrà."

Le sue parole mi danno nuovamente una botta di fiducia non indifferente, le sue parole mi fanno riniziare a credere che davvero le cose tra me ed Esmeralda possono essere salvate, che tutto non è perso. "E che il piano per riconquistarla abbia inizio, Oli." gli schiocco un occhiolino e gli tendo la mano, come a siglare un patto, che lui stringe prontamente, annuendo. Entrambi scoppiamo a ridere e gli altri, subito, ci lanciano occhiate stranite e interrogative, cosa che mi fa ridere ancora di più.

Era da un po' che non ridevo così liberamente, e ai loro occhi devo sembrare sicuramente impazzito per il mio sbalzo d'umore improvviso, ma non importa... il solo pensare a lei, a ciò che potrà essere, mi ha fatto tornare il buonumore, e ho intenzione di fare di tutto per mantenerlo.

*****

Esmeralda

Eva mi passa la sua sigaretta e io la afferro con un sorriso timido sulle labbra, per poi aspirare svogliatamente e buttare fuori il fumo. Abbiamo finito di lavorare circa mezz'ora fa, ma siamo ancora sedute fuori dal bar, a chiacchierare, in attesa di non si sa cosa.

Sono quasi le 16, non abbiamo neanche pranzato ancora, ma pare che nessuna delle sue sia intenzionata a muoversi da qui. Forse siamo davvero troppo stanche a causa dei doppi turni che abbiamo fatto per tutta la settimana, a causa di vari addio al nubilato e al celibato che sono stati organizzati nel locale. Per fortuna da oggi, abbiamo due giorni liberi, visto che domani e anche lunedì resterà chiuso. Ci vuole proprio una mini vacanza per restaurare la mente, non potevo chiedere di meglio.

Sospiro pesantemente, cercando di scacciare un po' di stanchezza dal mio corpo, ma poi mi giro di scatto verso destra quando sento il suo nome. I miei occhi si posano su due ragazzini, di all'incirca 15 anni, che stanno discutendo animatamente sulla partita di stanotte e sulle probabili formazioni. Sento uno dei due dire che sarebbe meglio far giocare Saelemaekers, e il mio cuore perde un battito e poi inizia ad andare velocemente subito dopo, facendomi quasi male.

Sento la mano tremare, tanto che la sigaretta che avevo tra le dita mi cade per terra, mentre continuo a fissare i due ragazzini che, fermi sul marciapiede, stanno facendo un elenco dei possibili sostituti di Alexis.

Solo sentire il suo nome, mi fa mancare l'aria. Solo sentirlo nominare per caso, come se fosse solamente Alexis Saelemaekers, il calciatore del Milan, mi fa venire una nausea improvvisa. Sono stata così cieca da non accorgermi di nulla. E mentre per me era solo Alexis, il ragazzo cristallino che mi aveva dato una mano, per gli altri era, ed è tuttora, un beniamino.

"Esme..." la voce di Eva mi riporta alla realtà e, quando mi giro verso di lei, la vedo che mi fissa con sguardo preoccupato, evidentemente ha sentito anche lei il suo nome e ha notato la mia reazione "Mi dispiace vederti stare così ancora."
già, ancora... perché è un mese che non ho contatti con lui, ma non smetto comunque di ripensare ai suoi baci, alle sue carezze, al sesso con lui... e poi tutto questo viene offuscato dalle sue bugie, dalle sue prese in giro.

"Era da un po' che non lo sentivo nominare, ma sto bene." Sembra quasi che io voglia convincere più me stessa che lei "Non mi può fare questo effetto per sempre." O almeno spero. Le regalo un sorriso rassicurante e poi mi asciugo gli occhi con il palmo della mano, visto che alcune lacrime sono fuggite al mio controllo.

Lei mi scruta attentamente per qualche secondo, ma poi, capendo che non ho voglia di affrontare l'argomento, annuisce debolmente e poi mi stringe la mano, come a farmi sentire comunque la sua vicinanza. Io sospiro debolmente e, chiudendo gli occhi per qualche secondo, poso la testa sulla spalla della mia migliore amica, cercando di riprendermi completamente e scrollarmi di dosso questa sensazione che mi soffoca ogni volta che lui mi torna in mente.

Non potrò stare così per sempre al solo sentire il suo nome. Non potrò tremare ogni volta che un'immagine di noi mi si presenta in mente. No... non posso assolutamente, ma sono certa che prima o poi riuscirò a superare ogni cosa. Devo per forza.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora