"Sei venuta e con passo di danza sei entrata nella mia vita."
-Camillo SbarbaroMi sistemo la borsa nella spalla, dopo aver cercato le chiavi di casa all'interno, poi alzo lo sguardo sul portone del mio palazzo, sussultando leggermente quando i miei occhi si posano su Alexis.
È seduto sul gradino davanti all'entrata e ha in mano qualcosa, che sembrerebbe essere una scatola di cioccolatini. Mi avvicino di più e mi schiarisco la gola, così lui smette di osservare lo schermo del suo cellulare e scatta in piedi come se fosse una molla.
Lo osservo mentre infila il telefono nella tasca posteriore dei jeans e poi si avvicina a me, sorridendo appena, come se fosse in imbarazzo e non sapesse cosa dire.
"Ciao Emi..." mi porge i cioccolatini e io sorrido debolmente pensando che mi abbia aspettato qua fuori senza sapere quando sarei tornata da lavoro "Ho deciso di portarti questi per scusarmi di come sono stato stronzo ieri."
Li afferro e annuisco appena, mentre scruto attentamente il suo viso. Sembra essere davvero stanco, come se non avesse riposato, ma comunque decido di non chiedergli nulla, visto come ha reagito ieri quando ho provato a capire come stesse.
"Grazie, lo apprezzo." ho pensato tanto a ciò che si è creato ieri, non riuscivo a scrollarmi di dosso di aver sbagliato tutto e di essere stata troppo invadente. I miei pensieri hanno continuato a rimbalzare in testa come se non ci fosse un domani, tanto che ho preso sonno solamente la mattina. Per fortuna oggi avevo il turno di notte, altrimenti sarei dovuta andare a lavoro con le sembianze di uno zombie. Comunque sia, non sono arrivata a nessuna conclusione... solo milioni di pensieri che fanno a lotta tra di loro.
Continuiamo a scambiarci occhiate in silenzio e sospiro debolmente, trovando fastidiosa questa situazione. Con lui è sempre tutto magico, ed essere così in imbarazzo, così tesi, non mi piace per nulla. Ma cosa ci posso fare? Non so perché, ma sento come se una parte di sé volesse tenermi lontano.
"Emi... non voglio che quello che ho detto ieri possa, in qualche modo, rovinare tutto." avvicina la sua mano al mio viso e mi accarezza delicatamente la guancia destra con il pollice "Non ho nulla contro di te, e mi piace averti intorno... con te sto bene. Non voglio che pensi che hai sbagliato qualcosa."
Ora nel suo sguardo non c'è più nulla che ricorda la freddezza di ieri notte, ora sembra il solito Alexis, quello dolce e che riesce a trasmettere tranquillità con la sua solita presenza. Sembra non esserci più nessun problema. "Alexis... forse stiamo correndo un po' troppo. Non sappiamo quasi nulla l'uno dell'altra, ma questi sentimenti che mi investono quando stiamo insieme non possono sostituire tutto ciò... non per sempre, almeno. All'inizio è tutto speciale, ma poi se non costruiamo nulla, in che direzione può andare la nostra relazione?"
"Cosa stai cercando di dirmi?" lo chiede quasi con apatia, mentre mi scruta attentamente con i suoi occhi azzurri, come per non perdersi nemmeno un dettaglio di me "Stiamo correndo troppo in che senso? Siamo usciti tre volte, letteralmente, è normale se non sappiamo tutto l'uno dell'altra." gesticola come se stesse tentando di giustificarsi per qualcosa "Lo stai dicendo perché non sono venuto alla cena con i tuoi amici? Lo sai che non potevo, e se vogliamo dirla tutta sarebbe questo bruciare le tappe."
Sorrido amaramente sentendo le sue parole e per qualche secondo mi appare nella mente il pensiero che lui non voglia fare sul serio con me, o che comunque le cose che vorrei io non sono le stesse che vorrebbe anche lui. "Sì, è normale non sapere tutta la tua vita, ma non è normale che io non sappia nulla di te. So solo che sei qui da due anni e quale lavoro fai, basta." decido appositamente di non fare commenti su ciò che ha detto sui miei amici. Io volevo solo che li conoscesse perché fanno parte della mia routine, dato che io ed Eva lavoriamo pure insieme, non perché così fosse più legato a me in qualche modo. Io non sono una che manipola le persone.
"Ok..." congiunge le mani e poi le posa davanti al viso per qualche secondo, come se stesse pensando a cosa dire "Innanzitutto, possiamo salire nel tuo appartamento invece di discutere per strada?" indica il palazzo con l'indice, ma continuando a guardare me, così io annuisco convenendo che forse è una buona idea. Non mi va di dare spettacolo qua e devo ammettere che ho anche piuttosto freddo.
Mi giro di spalle e cammino fino al portone, infilando la chiave nella toppa, visto che le avevo ancora in mano. Entro immediatamente nell'atrio e sento il mio corpo riacquistare calore, grazie ai riscaldamenti che sono accesi anche qua giù, poi inizio a fare le scale, sentendo Alexis seguirmi. Non mi giro nemmeno a osservarlo, continuo a camminare in silenzio, fino a che arriviamo nel pianerottolo del mio appartamento.
Non so cosa aspettarmi da questa discussione che abbiamo iniziato, ma comunque non mi piace sentire dentro questo senso di disagio e inquietudine. Lui mi è piaciuto dal primo istante proprio per quel suo particolare modo di fare cristallino e pulito, non voglio che le cose si complichino.
Sento che è dietro di me, ma comunque mi giro verso di lui solamente una volta che ho aperto il mio appartamento, per invitarlo a entrare. Poso lo zainetto accanto al divano e i cioccolatini sul tavolo, per poi togliermi il giubbotto. Riprendo a osservare il biondo e noto che è immobile, davanti alla porta ormai chiusa, che continua a osservarmi.
"Ora siamo dentro, puoi rispondere con tranquillità." mi poso al tavolo e lo invito a parlare facendo un cenno della mano.
"Non riesco a capire cosa intendi quando dici che stiamo correndo troppo..." me lo ripete ancora e mi rendo conto che c'è qualcosa di più dietro questa sua richiesta velata di spiegargli cosa io intenda precisamente "perché c'è solo una cosa in cui abbiamo corso troppo."
Non capendo a cosa si stia riferendo gli lancio un'occhiata stranita "Per favore, sii chiaro e non parlare come se io sapessi già tutto. Mi voglio confrontare con te, non voglio che pensi che stia lanciando frecciatine, senza avere il coraggio di dire quello che penso. Siamo adulti, parliamo andando dritti al punto."
Lui sorride, ma senza nessuna traccia di umorismo, mentre si apre il giubbotto quasi in un gesto di stizza. Ora rivedo nel suo sguardo lo stesso tormento di ieri, e una parte di me si preoccupa all'istante per lui. Cosa gli sta succedendo? "Esmeralda, è perché abbiamo fatto sesso così presto che dici che stiamo correndo? Ti sei pentita?"
Trasalisco all'istante sentendo le sue parole e poi scuoto la testa come voler negare assolutamente, mentre mi avvicino a lui e poso una mano sul suo petto coperto da una felpa nera. Lui segue i miei movimenti con lo sguardo per qualche secondo, poi riprende a guardarmi. Come può pensare una cosa del genere?
"Ehi, no. Non mi sono pentita di nulla, l'ho voluto ed è stato bellissimo ogni volta, non pensare che sia questo il problema." mi ascolta senza dire una parola, perciò continuo a parlare "Alexis, mi piace da morire stare con te ed è per questo che voglio che tu inizi a parlare con me. Stiamo correndo troppo quando decidiamo di fare il primo appuntamento a casa mia, stiamo correndo troppo quando non smetto di pensarti e a malapena so come ti chiami... voglio solo entrare più nella tua vita, sempre che tu voglia avere una relazione seria con me."
In risposta alle mie parole, posa una mano sul viso e poi si abbassa appena per potermi baciare a fior di labbra, ma senza chiudere gli occhi, come per volermi dimostrare ciò che sente dentro in questo preciso momento. "Assolutamente sì, voglio fare sul serio e non avere mai dubbi su questo. Mi dispiace se hai pensato una cosa del genere a causa del mio comportamento. Non ho mai voluto questo, sin dal primo istante sono stato serio con te. Comunque va bene, ti farò entrare nella mia vita, ti parlerò di più di me, ok? Però non allontanarti da me..." il suo tono è quasi una supplica mentre pronuncia l'ultima frase.
"Va bene, non lo farò." rilascio un sospiro di sollievo dopo le sue parole, sentendomi più leggera dopo le sue parole. Sono contenta che abbia deciso di prendere questa decisione, sono contenta che abbia cercato di rassicurarmi e sono sicura che, piano piano, davvero mi parlerà più di sé, della sua vita, del perché si sia trasferito a Milano. "Grazie Alexis, di aver provato a capire cosa volessi dire."
Lui scuote appena la testa e poi afferra il mio viso con le sue mani, lasciandomi un dolce bacio sulla fronte, che mi fa venire milioni di piccoli brividi su tutto il corpo, mentre il suo forte profumo mi riempie le narici e mi fa sorridere in modo naturale.
"Emi, non devi ringraziarmi. Non voglio e non posso perderti." e non importa la discussione che abbiamo avuto, non importano le paure che mi hanno attanagliato, il suo tono di voce è davvero sincero e so che potrei scommetterci, perciò tutto intorno a me torna a riacquistare velocemente colore.
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Semplicità||Alexis Saelemaekers
FanfictionEsmeralda è una ragazza semplice che per mantenersi fa la cameriera in un bar di Milano. Ha una vita ordinaria e pochi amici, ma si reputa felice e soddisfatta per ciò che ha. Una notte, mentre torna da lavoro, viene seguita da dei ragazzi ubriachi...