"Lo sai dov'è l'inferno? Nella tua testa."
-Soul eaterEsmeralda
Lavorare dopo che Alexis mi ha fatto visita, ammetto che è ancora meno piacevole del solito. Mi sento agitata come non mai e mi sento un peso sul petto, all'altezza del cuore, che mi fa provare una punta fastidiosa e dolorosa.
Perché ha dovuto prendere la decisione di venire ancora da me? Pensavo di essere stata chiara quando fuori da casa mia gli ho detto che non l'avrei mai perdonato, invece no, sembra che non mi voglia dare retta. Deve continuare a sottopormi a questa specie di tortura, e io come una cretina continuo a dargli peso e importanza.
Dovrei mettermi in testa che non vale la pena piangere e stare male per qualcuno che mi ha mentito e preso in giro, me non riesco a trovare un modo per scrollarmi di dosso lui e il suo pensiero. E le sue imboscate non mi aiutano per nulla.
Torno al bancone quando la mia attenzione viene richiamata da un ragazzo biondino. Sospiro debolmente e cerco di mostrarmi tranquilla, nonostante sia tutto tranne che calma. "Dimmi pure."
"Ciao, un Red Sunset, grazie." annuisco distrattamente sentendo le sue parole e afferro il bicchiere più vicino, ma mi cade immediatamente di mano, visto che sto tremando visibilmente.
Sussulto io stessa e poi alzo lo sguardo sul ragazzo che mi sta fissando con un velo di preoccupazione. "Stai bene?" aggancio i suoi occhi azzurri e annuisco, ma in realtà non riesco a nascondere quanto sia agitata.
Per un secondo mi blocco. Non so cosa fare. Non so letteralmente che cosa fare. Dovrei servire il ragazzo davanti a me e ripulire il casino che ho fatto, ma in realtà non riesco a muovere un solo muscolo. È come se il mio cervello si rifiutasse categoricamente.
Mi porto le mani sui capelli e poi, senza riuscire a controllarmi e senza pensarci troppo su, corro fuori dal locale, fregandomene della mia migliore amica che mi richiama e delle mie colleghe che fanno lo stesso, fregandomene di essere nel bel mezzo del turno di lavoro.
Mi fermo solo una volta che l'aria fresca mi colpisce il viso e alcune lacrime abbandonano i miei occhi senza che io possa fare nulla per trattenerle. Non vorrei piangere per Alexis, vorrei solo scordarmi di lui, ma non riesco in nessun modo e questa consapevolezza, in questo momento, è come un pugno nel bel mezzo del petto.
Mi passo le mani sugli occhi e ringrazio mentalmente me stessa per non essermi truccata per nulla oggi, altrimenti a quest'ora avrei l'aspetto di un panda. Mi massaggio le tempie e sospiro appena quando mi rendo conto che le mie stupide lacrime non vogliono saperne di cessare, così come le mie mani che continuano a tremare come se stessi per morire ibernata.
"Ehi... va tutto bene?" riconosco immediatamente la voce del ragazzo che stavo servendo, perciò mi giro di scatto e me lo ritrovo così davanti. Ha l'espressione seria e mi chiedo se ai suoi occhi sembro una pazza, insomma ho fatto una bella scenata davanti a lui e ora sono qua che piango disperatamente.
"Sto bene." Mento, tirando su con il naso "Scusami per dentro. Ora mi calmo un attimo e ti servo, oppure puoi chiedere alle altre. Se tu non volessi essere servito da me, lo capirei."
Il biondino scuote immediatamente la testa e posa una mano sulla mia spalla, come per darmi conforto. "Non importa, non pensare al drink. È successo qualcosa di grave?" indaga come se fosse realmente dispiaciuto per le mie condizioni e mi stranisco immediatamente. Non è una cosa che capita spesso che uno sconosciuto si interessi in questo modo. Immagino che la ragione sia il mio aspetto orrendo. Devo essere piuttosto spaventosa e fare piuttosto pena a chi mi guarda.
"No... ora mi calmo. Non è niente di irreparabile." rispondo solo questo e dentro spero che davvero sia così. Al momento mi sento letteralmente a pezzi e mi chiedo come sia possibile. Ero riuscita a restare abbastanza intatta perfino dopo aver scoperto le bugie di Saelemaekers e ora, solo perché lui si è presentato per l'ennesima volta davanti a me, sono crollata così miseramente.
"Ok... hai bisogno di un bicchiere d'acqua? Posso prendertelo se ti va." Indica con il pollice l'interno del locale e io scuoto immediatamente la testa in segno di negazione, così lui annuisce. "Va bene, vuoi qualcos'altro? Da mangiare? Magari ti aiuta a calmarti."
"No, sono a posto così." lo rassicuro sorridendo, anche se quella che mi esce è più una smorfia "Puoi andare, non c'è bisogno che resti con me. Ora tanto torno a lavorare."
Lui mi guarda dubbioso mentre mi asciugo gli occhi e, piano piano, smetto di tremare e riacquisto pieno controllo del mio corpo. Mi sento così in imbarazzo per aver reagito in questo modo e per non essermi riuscita a controllare. Per qualche secondo sono ritornata a stare come quando vivevo a Monza. Un brivido mi percorre al solo ricordo del mio passato.
"Non preoccuparti, vado quando vedo che stai meglio." Mi maledico quando mi rendo conto che il suo accento straniero mi fa venire in mente Alexis, anche se non sono uguali. "Non so cosa ti sia successo, ma mi dispiace... sembra che tu stia soffrendo davvero tanto. Spero che passi presto."
Le sue parole mi colpiscono nel bel mezzo del petto come solo la verità può fare. È davvero così evidente anche agli occhi di chi non mi conosce? E io che pensavo di star reagendo bene a tutto. Evidentemente sono solo una povera illusa. Brava Esmeralda, sei proprio una sciocca ragazzina. Prima ti fidi e affezioni velocemente a chi ti strapperà il cuore dal petto e poi pensi pure di riuscire a superare il tutto molto velocemente.
"Ti ringrazio..." sussurro imbarazzata, mentre i suoi occhi azzurri continuano a scrutarmi. Anche in questo momento non riesco a non fare il paragone con quelli di Alexis... sembravano così sinceri e puri. "Ora torno dentro, altrimenti finisce che oggi perdo anche il lavoro." penso non sia il caso, ho assolutamente bisogno di questi soldi per mantenermi.
Il biondino annuisce e poi mi sorride per la prima volta da quando l'ho visto "Va bene, ti accompagno dentro, così mi prepari da bere. Voglio essere servito da te." fa riferimento alle mie parole di prima e io gli sorrido di rimando.
Mi mette a disagio che si sia preoccupato per me e mi abbia aiutata, ma allo stesso tempo trovo che sia una cosa molto dolce e gli sono grata. Probabilmente se fossi stata da sola, sarei rimasta a piangere qua fuori per molto più tempo, diciamo che la sua presenza mi ha un po' scosso per reagire, quantomeno perché mi sono sentita sciocca.
"Va bene, allora andiamo. E scusa se ti ho fatto aspettare e hai dovuto assistere a questa scena." sono sinceramente dispiaciuta, mi prenderei volentieri a schiaffi per aver reagito così, ma ancor di più per non aver saputo controllarmi. Odio perdere il controllo di me in questo modo. Mi sono sentita come se non fossi più padrona di me stessa e della situazione. Mi sono sentita persa.
Entro nuovamente dentro al locale e immediatamente Eva mi rivolge un'occhiata interrogativa e dispiaciuta, e io le sorrido per tranquillizzarla visto che sta servendo dei clienti e non voglio si preoccupi e si distragga per me.
Torno dietro il bancone e mi accorgo che qualcuno ha già raccolto i pezzi di vetro che giacevano per terra, perciò mi appunto mentalmente di cercare di capire chi sia stato per ringraziarlo, una volta che il locale chiuderà.
Il biondino si appoggia con i gomiti al legno e mi osserva attentamente mentre afferro il bicchiere e inizio a preparare ciò che mi ha chiesto prima. Il suo sguardo ora è sereno e sorride quando si rende conto che sono più calma di prima.
"Comunque io mi chiamo Milan." mi informa e io sgrano gli occhi immediatamente. È uno scherzo per caso? Con tutte le persone che esistono nel mondo, doveva aiutarmi un ragazzo che si chiama come la squadra dove gioca Saelemaekers? Penso che il destino si stia davvero divertendo alle mie spalle.
Scuoto la testa per tornare in me e non mostrare un'espressione infastidita al ragazzo "Io sono Esmeralda." gli rispondo, posandogli il cocktail analcolico davanti "Ed ecco a te."
Mi ringrazia con gentilezza e io continuo a lavorare, cercando di mantenere questo umore più calmo, direi quasi apatico. Non devo permettere alla mia mente di riniziare a pensare a ciò che è successo oggi con Alexis e di ricollegare il tutto a ciò che mi ha fatto.
Devo tenere i miei pensieri chiusi a chiave in un cassetto, sperando che lui non si ripresenti mai più davanti a me, rovinando il mio piano di tenere tutto sepolto dentro. Ho solo bisogno di dimenticare e ricostruirmi... mi sono lasciata coinvolgere troppo da lui, ma è il momento di rimediare.
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Semplicità||Alexis Saelemaekers
FanfictionEsmeralda è una ragazza semplice che per mantenersi fa la cameriera in un bar di Milano. Ha una vita ordinaria e pochi amici, ma si reputa felice e soddisfatta per ciò che ha. Una notte, mentre torna da lavoro, viene seguita da dei ragazzi ubriachi...