"Meglio soffrire sapendo la verità, che essere felici in una menzogna."
-Fonte: TumblrArrivo a casa del mio migliore amico e sento quasi le gambe tremare per colpa dell'ansia, infatti opto per prendere l'ascensore, temendo che se facessi le scale per arrivare al suo piano, cadrei per terra. In pochi secondi, che mi sembrano eterni, arrivo al piano del mio migliore amico e, immediatamente, suono al campanello.
La porta si apre davanti ai miei occhi e la sua figura appare davanti a me. Lo scruto attentamente e cerco di capire immediatamente cosa stia succedendo, ma all'apparenza non sembra avere nulla di diverso da ieri sera. L'unica cosa un po' strana è la sua espressione seria. "Dori, che sta succedendo?"
"Esme, entra. Dobbiamo parlare, ma è meglio farlo dentro." io annuisco alle sue parole e lo seguo in silenzio fino al soggiorno, dove mi fa cenno di accomodarmi nel divano. Mi siedo con piacere, visto che le mie gambe sembra che stiano tremando sempre di più, dopodiché alzo lo sguardo su di lui, incitandolo a parlare con un movimento della mano. "Devi essere pronta... anche se forse non puoi esserlo davvero fino in fondo."
"Non sto capendo, Dori. Mi sto spaventando, parlami direttamente." quasi lo prego, confusa e con il cuore che va fin troppo veloce nel mio petto.
Lo osservo mentre afferra il telefono e poi si accomoda accanto a me. Sblocca lo schermo e poi entra su Instagram, riniziando a guardarmi. "Quando ieri sono tornato a casa, ero tranquillo. La serata è stata piacevole, Alexis è stato simpatico e gentile proprio come l'hai descritto tu, ma comunque continuavo a pensare e ripensare che l'avessi già visto da qualche parte."
Deglutisco sentendo le sue parole e, in un attimo, l'ansia si fa ancora più strada dentro di me, mentre realizzo il tutto. Mi ha detto di correre fin qua per qualcosa che riguarda me... "Qual è il punto?" chiedo, con la voce che trema.
Dentro spero che mi stia per dire qualcosa che ha solo ingigantito, che mi stia per dire qualcosa che non avrà nessun valore per me, ma in realtà so che non sarà così."In Canada c'era un ragazzo francese nel mio corso di letteratura americana... era così fissato con il calcio da avere addirittura in camera le foto e i poster delle formazioni della Francia e dei calciatori. Però era fissato con uno in particolare, Giroud." lo ascolto attentamente, anche se non capisco perché mi stia raccontando questa cosa. Sospira debolmente vedendo la mia espressione stranita e continua a parlare. "Questo Giroud è stato dato al Milan questa estate, lo so perché il mio amico scherzava sempre dicendo che sarebbe venuto a trovarmi a Milano per poterlo incontrare, e ricordo che mi faceva vedere le foto degli allenamenti e diceva di invidiarmi per essere milanese e averlo in una delle squadre della mia città."
"Dori, davvero non capisco perché tu me lo stia raccontando." agito nervosamente le mani, mentre spero che vada dritto al punto. L'ansia mi sta divorando, e vorrei solo sapere cosa deve dirmi. Qual è la correlazione tra Alexis e questa storia che mi sta raccontando?
"Sono andato a vedere il profilo Instagram di Giroud e ho visto alcune foto con i suoi compagni di squadra." armeggia con il cellulare e dopo aver digitato qualcosa, seleziona una foto e gira maggiormente il telefono per mostrarmela. Immediatamente sgrano gli occhi e il fiato mi si spezza, in un solo attimo vengo investita da miliardi di emozioni diverse. "Non noti una certa somiglianza con qualcuno?" me lo chiede quasi con sarcasmo, indicando il ragazzo che ride accanto a quello che dovrebbe essere Giroud. Alexis.
"È lui... ma io non capisco." sono le uniche parole che dico, mentre nella mia mente si affollano troppe immagini e troppe parole. Non ha senso questa storia, non ha nessun senso.
"Ho provato a cercarlo su Instagram, nonostante ti avesse detto di non averlo. Con il mio profilo non l'ho trovato, probabilmente ci ha bloccato, ma mi è venuto in mente di cercarlo con la mia pagina dei disegni, visto che non poteva sapere che ne avessi una." digita ancora qualcosa nella barra di ricerca e poi gira nuovamente il telefono verso di me.
Leggo la bio nel profilo di Alexis, con il cuore che quasi mi esplode nel petto. #AS56 Player from @acmilan 🔴⚫️... Dopodiché osservo le sue foto. Alcune lo ritraggono con la maglia del Milan addosso in allenamento, alcune lo ritraggono in campo, altre mente gioca con il pallone, altre con alcuni suoi amici accanto a macchine costose. Subito sento una forte nausea colpirmi e vorrei rimettere ogni cosa, perfino l'anima.
Con chi diavolo sono uscita in queste settimane? Chi ho baciato? Con chi sono stata a letto? Come ho fatto a non accorgermi delle sue bugie? Come ho fatto a non capire nemmeno per un secondo che mi stesse mentendo? Sembrava così sincero... mi sono fidata così ciecamente dei suoi occhi e di ciò che riusciva a trasmettermi anche solo standomi accanto.
"Siamo stati al suo appartamento..." Ragiono a voce alta, mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime "non è un appartamento di una persona che sta così bene economicamente. E poi ha una macchina normale, nessuna macchina sportiva che si vede su Instagram..."
Alzo lo sguardo su Doriano e lo vedo che mi sta osservando con dispiacere. "Esme, mi dispiace davvero tantissimo. Vorrei prenderlo a calci! Non ho idea del perché ti abbia mentito. Nonostante le cazzate, sembrava preso da te ieri notte."
Le sue parole sono quasi come una coltellata e mi fanno scoppiare a piangere definitivamente. Sento il cuore pesante e il respiro spezzato dai forti singhiozzi. Mi sento una vera deficiente e mi vorrei prendere a schiaffi per essere cascata nella sua trappola, nelle sue parole, nei suoi finti gesti. Mi sento una cretina per non aver dato ascolto a quel campanello d'allarme che ha iniziato a suonare quando mi ha risposto male dopo avergli chiesto come stesse.
Doriano sospira e poi mi abbraccia, stringendomi forte, mentre io sfogo maggiormente il mio pianto, posando la testa sulla sua spalla. "Ti prego, Esme... non fare così. Magari c'è una spiegazione a tutto. Hai tanto insistito per farmelo conoscere, non mi ha fatto una cattiva impressione."
Mi allontano di scatto da lui, asciugandomi gli occhi e guardandolo con aria truce. "Che cosa, scusa? Non ho intenzione di sentire le sue spiegazioni. Non c'è spiegazione a quello che ha fatto. Mi ha presa per il culo per due settimane. Tu non capisci, è venuto a letto con me dicendomi che era un benzinaio, ha fatto sesso con me fingendo di essere qualcuno che non è. Mi ha mentito guardandomi negli occhi e senza pentirsi nemmeno un secondo, come posso voler sentire una spiegazione?"
"Esme, hai ragione, fai bene a essere incazzata. Dico solo che magari non l'ha fatto in cattiva fede e non ha mentito su tutto. Quel ragazzo è cotto di te, non ti ha preso per il culo su ciò che prova, potrei giurarci." prova a farmi ragionare e non capisco se lo stia facendo per farmi calmare o perché lo pensa davvero.
Mi alzo nervosamente dal divano e tiro su con il naso, cercando di calmare il mio pianto e il mio respiro. Ho assolutamente bisogno di allontanarmi da qua e stare sola. Ho bisogno di riflettere e mettere ordine nei miei pensieri.
"Devo andare, Dori. Grazie di avermi parlato di tutto." lui mi guarda come se non volesse farmi andare via, ma sa già che non servirà a nulla cercare di trattenermi. Sa quanto sono testarda quando mi metto in testa qualcosa.
"Se hai bisogno sono qua. Sempre." mi lascia un bacio sulla guancia e io annuisco, consapevole della sua vicinanza. Mi è stato accanto mentre era in Canada, figuriamoci se non lo farà ora.
Lo saluto con un cenno della mano e scappo dal suo appartamento senza aggiungere altro, prima di scoppiare nuovamente a piangere davanti a lui. Non voglio farlo preoccupare e non voglio che mi veda stare male. Ho bisogno di piangere da sola, lontano da tutti.
Esco per strada e respiro profondamente, cercando di riprendere aria. Mi sento completamente persa e mi sento sempre più sciocca. Non mi so dare delle risposte su ciò che ho appena scoperto e non so come si possa prendere in giro una persona, in questo modo.
Sembrava così sincero e speciale... invece si è rivelato tutt'altro. E ora, io, non so come agire. Non so cosa fare nei suoi confronti. Non so come riprendere pieno possesso della situazione. So solo che mi sento a pezzi e che, tutto ciò, mi farà crollare senza che io possa impedirlo.
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Semplicità||Alexis Saelemaekers
Fiksi PenggemarEsmeralda è una ragazza semplice che per mantenersi fa la cameriera in un bar di Milano. Ha una vita ordinaria e pochi amici, ma si reputa felice e soddisfatta per ciò che ha. Una notte, mentre torna da lavoro, viene seguita da dei ragazzi ubriachi...