24. Un vicolo

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"Pensami e dimmi tutto quello che vorrei tu provassi per me!"
-Fonte: Tumblr

Alexis

Non so con quale coraggio io lo stia facendo, fregandomene altamente dell'ultima volta fuori casa sua, fregandomene di come mi abbia chiaramente detto che non vuole vedermi, eppure eccomi qua, al bar dove lavora, a chiedermi se sia la cosa giusta o meno.

La osservo dal mio tavolino e sorrido vedendola indaffarata. Ha un canovaccio in una mano, che usa per spazzare via le briciole dal tavolo, mentre nell'altra tiene un taccuino per prendere le ordinazioni. Cammina velocemente da un tavolo all'altro e mi chiedo come sia possibile che non mi abbia ancora notato.

Alzo la mano per richiamare la sua attenzione e i suoi occhi si posano finalmente su di me. Immediatamente il colorito del suo viso diventa pallido e io cerco, invece, di restare calmo e non farmi prendere dal panico come se fossi un ragazzino. Il solo vederla davanti, mi agita e vorrei solo prenderla tra le mie braccia e sentire ancora quelle sensazioni che solo lei è in grado di darmi. Peccato che io non possa fare nulla se non provare ad avere una conversazione civile.

La vedo guardarsi intorno, come se stesse cercando qualcuno, poi sbuffa e cammina verso di me, fermandosi al tavolino. "Ciao, ti mando una delle mie colleghe a prendere l'ordinazione." ecco chi stava cercando, voleva evitare di avvicinarsi a me "Non ci vorrà tanto." fa per voltarsi di spalle e andarsene, ma io mi sporgo verso di lei e la tengo per il polso.

"Non voglio nulla, sono qua solo perché avevo assolutamente bisogno di vederti e mi mancavi troppo." mi sento ridicolo nel dire queste cose, ma cerco di non pensare a questo "Lo so che non mi sopporti... ma io ho davvero bisogno che tu mi dia un'altra possibilità. Farei ogni cosa per dimostrarti quanto ci tengo."

"Sei ossessionato, Alexis." toglie il braccio dalla mia stretta con un colpo secco, guardandomi con sguardo che non riesco a decifrare. Non capisco se stia cercando di tenermi lontano perché è ferita, come mi ha detto Olivier, o se lo stia facendo perché davvero non mi vuole tra i piedi.

Lo so che con lei non sono stato sincero, ma ho bisogno che lei lo sia con me. Vorrei che mi parlasse di ogni cosa, vorrei che mi dicesse in realtà come si sente, vorrei che non facesse come se fossi nulla. Se io non riesco a dimenticarla, dubito che ci possa riuscire lei. Era così intenso quello che c'era tra noi.

Mi alzo dal tavolino e mi posiziono davanti a lei, alzandole il viso con la mano. Basta questo contatto per farmi sentire agitato come un bambino. Mi manca. Mi manca così tanto. Mi manca scherzare con lei. Mi manca vederla ridere. Mi manca sentirla chiacchierare. Mi manca ogni cosa.

"Emi... dammi solo modo di dimostrarti un'ultima volta che..." Mi zittisco rendendomi conto che stavo per confessarle di amarla... penso che scapperebbe se le dicessi una cosa del genere ora "che ci tengo e non hai sprecato tempo con me."

"Saelemaekers, l'ultima volta sei tu che hai detto che stavi perdendo tempo... perciò ora perché sei qua? Puoi avere tutte le donne che vuoi, basta farmi male." sento la sua voce incrinarsi e sento quasi un dolore fisico per questo. Non vorrei stesse male. Perché è così doloroso vederla stare così? È come se un po' della sua sofferenza la provassi e sentissi anche io. "Davvero... smettila."

Posso avere tutte le donne che voglio... è questo che pensa? Ma, anche se fosse, a me cosa importerebbe delle altre? Assolutamente nulla. Io non voglio nessuna che non sia lei. Non voglio nient'altro da nessun'altra. "Me ne frego delle altre donne. Emi, tu non capisci che mi hai fottuto la vita. Non penso ad altro che non sia tu. Non riesco ad andare avanti senza di te. Forse mi sto dimostrando ridicolo, ma non riesco più a essere felice. Devo perlomeno provare a farmi perdonare, non posso vivere con il rimpianto di non averci provato. Tu sei troppo rara e io non voglio perderti. Non voglio non provare mai più quelle sensazioni che sentivo con te."

Delle piccole lacrime si formano agli angoli dei suoi occhi e, anche se vorrei che non piangesse, questo mi fa sperare che il mio discorso la smuove, che le mie parole le arrivano dritte al cuore. "Non riesco a fidarmi di chi mi fa del male... ti ho dato tutto, Alexis, e tu mi hai tradita. Tu hai tradito la mia fiducia, ora non posso fare altro che dirti che tra noi è finita per sempre. Non potrà mai più esserci nulla, e basta con lo starmi addosso."

Sussulto sentendo le sue parole e mi sento come se mi avessero appena dato una coltellata nel bel mezzo del petto. Io continuo a sbagliare a pensare che lei abbia solo bisogno di essere convinta che ci tengo, perché lei non mi vuole davvero più vedere. Ho sprecato la mia occasione, non ne avrò un'altra. Ho fatto una cazzata enorme e ora ne pago le conseguenze.

Mollo la presa su di lei, come se improvvisamente mi fossero mancante le energie, e lei immediatamente scappa via da me, quasi correndo. Si volta di spalle e si fa spazio tra la folla, per poi entrare in una stanza riservata al personale, per sfuggirmi del tutto. Io, invece, resto immobile in mezzo alla sala, sentendomi come se mi avessero appena svuotato di ogni emozione, di ogni briciolo di energia. Mi sento come un involucro vuoto, mi sento come se mi avesse preso l'anima e l'avesse gettata a terra per poi saltarci sopra ripetutamente. Mi sento illuso e sciocco. Mi sento in imbarazzo.

Come ho potuto pensare che avrei risolto qualcosa venendo qua? La storia di Olivier mi aveva dato l'illusione che anche io potessi fare qualcosa per rimediare ai miei errori, proprio come fece lui con sua moglie, ma a quanto pare non è così. Esmeralda non è una ragazza ferita che aspetta dimostrazioni d'amore da parte mia, no, Esmeralda è una ragazza ferita che vuole eliminare ogni traccia di me dalla sua vita, come se non fossi mai esistito.

Ma posso biasimarla? Posso davvero farlo? Non credo. In fin dei conti sono io che mi sono messo in questo casino. Sono io che mi sono creato una falsa vita. Sono io che le ho mentito senza pudore. Sono io che non ho ascoltato i consigli dei miei amici che mi ripetevano che idea pessima fosse mentirle così. Sono io che l'ho baciata, spogliata, toccata, fingendo di essere qualcuno che non sono. Sono io che mi sono auto dipinto come un bugiardo di cui non ci si può fidare. Sono io, solo ed esclusivamente io.

L'unico che posso incolpare è me stesso. Dovrò fare i conti con me. Guardarmi allo specchio e pensare quanto faccia schifo ciò che ho fatto.
Non posso odiare lei. Non è giusto farlo. Non riesco nemmeno a farlo. Sono davvero troppo innamorato di lei per darle delle colpe che non ha. Sono troppo innamorato di lei anche solo per pensare di odiarla. Sono troppo innamorato di lei per riuscire a dimenticarla.

Mi trovo davvero a un vicolo cieco. Senza di lei mi sembra impossibile ricominciare a fare tutto ciò che facevo prima, ma lei non potrò mai più averla. Quindi cosa devo fare? Come posso tornare in me? Temo davvero che questo non succederà mai più e che io resterò così per sempre. Svuotato da ogni emozione positiva.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora