13. Brutta sensazione

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"L'ansia è l'interesse che si paga su un guaio prima che esso arrivi."
-William Ralph Inge

Alexis

Apro gli occhi lentamente e, mettendo a fuoco la stanza, mi ricordo di Esmeralda sul mio letto. La osservo dormire beatamente accanto a me, i capelli sparsi sul cuscino e il corpo coperto appena dal lenzuolo rosso.  Sorrido in modo spontaneo e le accarezzo il viso con il pollice, in modo delicato, mentre lei si risveglia piano piano, prima aprendo un occhio e poi l'altro, regalandomi, subito dopo, il primo sorriso della giornata. Potrei quasi abituarmi a questi risvegli dopo aver passato la notte insieme.

"Buongiorno, Alexis." alza la mano per accarezzarmi i capelli, mentre io mi abbasso in modo tale da far scontrare le nostre labbra in un bacio delicato, ma che comunque non mi lascia per nulla indifferente.

"Buongiorno, Emi. Hai riposato bene?" le lancio un occhiata allusiva, ricordandole così ciò che abbiamo fatto ieri notte, e lei mi sgancia immediatamente un pugno in modo scherzoso.

Si stropiccia gli occhi e si mette a sedere, continuando a sostenere il mio sguardo. "Guarda che io non ero stanca nemmeno ieri, avrei pure potuto continuare, ma non so se tu potresti sostenere i miei ritmi e non volevo nemmeno farti rimanere male, perciò ho finto di averne abbastanza." mette su una finta espressione innocente, cercando volutamente di punzecchiarmi.

"Potrei stupirti, Emi." le schiaccio un occhiolino, posando la mia mano sulla sua coscia e accarezzandola lentamente "Quando vuoi, e hai tempo, posso dimostrartelo." le schiaccio un occhiolino, ridacchiando, mentre lei scoppia immediatamente a ridere e scuote appena il capo, inumidendosi le labbra come a guadagnare tempo per pensare bene a cosa dire.

"Non pensavo che fossi uno di quelli che si sentono feriti nell'orgoglio quando le proprie donne fanno battute di questo genere." spalanco appena gli occhi quando la sento definirsi, indirettamente, 'la mia donna', e lei arrossisce immediatamente rendendosi conto delle parole che hanno appena lasciato la sua bocca. "Scusa, non volevo dire questo... cioè, non volevo definirci, non volevo metterci fretta. Dio, ti ho rimproverato di bruciare le tappe e poi me ne esco così, dal nulla, che figura di merda... io non..." le poso un dito sulle labbra, interrompendo immediatamente il suo inutile giro di parole. Non mi deve chiedere scusa per questo, assolutamente.

"Emi, smettila. Non c'è bisogno di fare così, è ok. Usciamo insieme, mi sembra chiaro che tu stia con me. Non c'è nulla di male in quello che hai detto." la rassicuro, accarezzandole delicatamente le punte dei capelli. "Anzi, devo ammettere che mi è piuttosto piaciuto sentirtelo dire."

Faccio scontrare le nostre bocche, baciandola dolcemente e con un sorriso sulle labbra, per dare veridicità alle mie parole, facendo rilassare nuovamente il suo volto. Non so spiegare che effetto mi faccia essere riuscito a tranquillizzarla, non so nemmeno come sia possibile tutto ciò, ma averla fatta rilassare mi fa sentire felice.

"Hai un potere, Alexis. Fin dal primo secondo che ti ho conosciuto, sei subito riuscito a farmi sentire meglio. Riesci a trasmettere la tua tranquillità, la tua semplicità e la tua trasparenza in modo così naturale, non credo di aver conosciuto nessuno come te." le sue parole mi lusingano, ma allo stesso tempo mi fanno sentire maledettamente in colpa. Lei pensa che io sia semplice e trasparente, e in realtà le sto nascondendo la parte più importante di me, della mia vera vita... le sto mentendo sulle cose basilari che mi rendono Alexis Saelemaekers.

Il sorriso sul mio viso si spegne senza che io riesca a controllarlo, poi allontano la mia mano dal suo viso, optando per cambiare discorso. Non mi va di continuare a sentirla mentre mi elogia, mi fa sentire sbagliato e per questo finisco per rovinare l'atmosfera tra noi, e io non voglio spazzare via la notte perfetta che abbiamo appena trascorso. "Io ho fame, ti andrebbe di fare colazione?"

Lei mi scruta attentamente e so che ha capito che qualcosa non va, so che ha percepito immediatamente il mio cambio d'umore, ma comunque non fa commenti, e so che non lo fa perché l'ultima volta che si è preoccupata per me sono stato uno stronzo, e odio averla trattata così solo perché mi sono sentito messo alle strette. Non voglio che lei abbia paura di chiedermi qualcosa, o di dire ciò che pensa perché non si sente completamente a suo agio con me... ma che diavolo sto facendo? Sto solo incasinando le cose.

"Va bene." scrolla le spalle con indifferenza, mentre risponde alla mia domanda "Se hai fame anche tu, va bene." sorride in modo quasi forzato e mi rendo così conto di aver appena fallito nel non voler far sparire la tranquillità che aleggiava nell'aria.

Annuisco immediatamente e poi mi alzo dal letto, indossando subito dopo gli unici pantaloncini che trovo nel cassetto, visto che ieri mi sono portato qua solo questi, e sparisco in cucina per preparare qualcosa da mangiare per poi portarlo in camera, anche se in realtà la mia è più una scusa per allontanarmi dalla stanza e cercare di scacciare via questo maledetto senso di colpa, cercando di calmarmi e di non rovinare ancora le cose con Esmeralda.

Lei non merita i miei malumori, ma questa enorme bugia sta iniziando a schiacciarmi e io non so cosa fare per uscirne fuori... inizio a pensare che sia troppo tardi, inizio a pensare che si sia fatta un'idea sbagliata su di me, e la colpa è solo mia. Cosa dovrei fare ora? Probabilmente la cosa più giusta è dirle la verità, ma devo trovare un modo per farlo, e devo mettere in conto che questo potrebbe costarmi caro e potrei perderla prima che me ne renda conto.



Esmeralda

Mi passo la mano sul viso in modo frustrato, mentre cerco di capire cosa sia appena successo con Alexis. Siamo passati dalla dolcezza alla distanza in pochissimi secondi, e davvero non capisco come sia possibile. Non mi sembra di aver detto qualcosa di sbagliato o strano, ma comunque l'espressione sul suo viso è cambiata in un attimo.

Sbuffo rumorosamente e poi mi sporgo verso il mio comodino, afferrando il cellulare per controllare le notifiche, approfittando del fatto che lui sia in cucina per preparare la colazione. Leggo velocemente i messaggi nel gruppo con i miei amici, dove chiedono come sia andata la serata, ma esco senza rispondere e apro la chat di Doriano. Leggo i messaggi dove mi ha avvisata di essere a casa e poi quello dove mi prende in giro sul fatto che aveva ragione lui sul fatto che non avrei mai risposto perché troppo impegnata con Alexis, visto che non ho visualizzato il messaggio, ma ciò che attira la mia attenzione e fa nascere in me una strana sensazione, è l'ultimo.

'Esme, appena vedi i messaggi, vieni da me. Dobbiamo assolutamente parlare di una cosa, è urgente.' ogni nota maliziosa e divertente, che caratterizzava i messaggi precedenti, sembra invece essere sparita in questo; cosa che mi fa storcere il naso all'istante. Quando qualcuno ti scrive qualcosa del genere non è mai un bene, e soprattutto non lo è se a scriverlo è il mio migliore amico, lui non è un tipo che si agita per nulla. 

Mi alzo all'istante dal letto e mi dirigo in soggiorno, per recuperare l'intimo e i vestiti che avevo addosso ieri notte. Indosso tutto velocemente, sentendo una leggera nausea per colpa dell'ansia che mi sta investendo, poi mi infilo gli stivaletti, girandomi solo ora verso Alexis che sta preparando la colazione.

I nostri occhi si incrociano e lo vedo scrutarmi con un sopracciglio sollevato e l'aria confusa "Emi, che succede?" si allontana dai fornelli e si avvicina a me, per sincerarsi che stia bene o meno "Sei pallida e hai un'espressione spaventata."

"Doriano mi ha scritto di andare urgentemente da lui. Sono preoccupata, non l'avrebbe mai fatto se non fosse successo qualcosa di grave." parlo velocemente, poi gli stampo un bacio veloce sulla bocca per salutarlo "Grazie di tutto, Alexis. Scusa se scappo così, mi sarebbe piaciuto fare colazione con te..." lui mi interrompe all'istante, regalandomi una carezza veloce sul viso e annuendo comprensivo

"Non preoccuparti, lo capisco. Ti accompagnerei, ma devo andare a lavoro e non posso fare tardi. Però chiamami appena puoi, spero non sia nulla, davvero."

Gli regalo un sorriso dolce e poi, afferrando il giubbotto e la borsa, esco velocemente dal suo appartamento. Scendo le scale correndo e afferro il telefono per chiamare un taxi, aprendo il portoncino del palazzo e respirando l'aria fresca a pieni polmoni, con la speranza che questo riesca a calmare un po' il mio malessere.

Non ho idea di cosa sia successo, ma purtroppo sento che è qualcosa che non sarà per niente piacevole. Se Doriano ha chiesto di raggiungerlo, senza nemmeno anticiparmi nulla per telefono, temo che sia più grave di quello che possa pensare. Posso farmi mille pensieri, posso fare mille supposizioni, ma finché non arriverò da lui non avrò risposte... sono davvero preoccupata da morire.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora