8° capitolo🔞 - la tentazione

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Aprii la porta del mio appartamento. Come previsto, era vuoto: Tommaso era andato al lavoro, e la casa era libera, pronta per me e Paulo.

Lo feci entrare e lo osservai mentre sorrideva, guardando come avevo arredato la mia abitazione.

"E' bellissima, si vede che l'hai arredata tu", mi disse.

"Potevo fare di meglio", ribattei io, ma lui proseguì, senza ascoltarmi.

"E' lui Tommaso?", mi chiese, osservando una foto su una mensola.

Annuii. "Sì, è lui".

Fu strano vedere entrambi i loro volti contemporaneamente.

"Sembra simpatico", mi disse, soffermando lo sguardo.

"Lo è", risposi.

Lo era, infatti: uno dei fattori che mi avevano fatto innamorare di lui era senza dubbio la sua capacità di farmi sorridere in ogni momento, anche quando mi sentivo più giù.

Paulo allungò il braccio verso la foto e la ripiegò, in modo che il vetro della cornice fosse rivolto verso il basso.

"Non vorrei che ci vedesse", mi disse, sorridendo.

Lo guardai negli occhi, e mi decisi.

Fui io a prendere l'iniziativa questa volta: mi slanciai verso di lui e lo baciai, con tutta la foga di cui ero capace.

Pian piano ci ritrovammo ancora una volta senza vestiti addosso, uno avvinghiato all'altra.

Sapevamo di dover fare molto più in fretta rispetto alla volta precedente.

In poco tempo Paulo fu nuovamente in me, a distanza di poche ore.

Sentire il profumo della sua pelle sulla mia, era una sensazione che mai sarei riuscita ad equiparare ad altre.

Lui era unico, con quel suo accento argentino, i suoi occhi verdi e il suo fisico perfetto.

Lui era la Joya, colui che tutte le ragazze desideravano, e che ora era lì, con me.

Sentii le sue mani accarezzarmi, le sue labbra lasciare una scia umida sulla mia pelle, le sue dita disegnare su di me delle linee che avrei voluto tatuarmi, per non scordarle mai.

Sentire i suoi gemiti di piacere, e sapere di averglieli procurati io, mi faceva impazzire.

Venimmo contemporaneamente, e ci gettammo esausti sul letto, uno accanto all'altra, mano nella mano.

"Temo diventerà una droga", mi disse Paulo, ridendo.

"Per me lo è già", risposi io, guardandolo.

"Oriana ha scelto in assoluto il momento peggiore per tornare", aggiunse.

Ed eccoci qua, di nuovo alla realtà.

Quando i nostri corpi erano uniti in una cosa sola, mi dimenticavo di tutto: da Oriana a Tommaso, tutto spariva in un profondo cassetto della mia anima, di cui tante volte avrei voluto gettare via la chiave.

Non dissi nulla. Lasciai che le sue carezze eliminassero ancora una volta la verità.

Mi sollevai dal letto. "Forse è meglio che ti avvii, non vorrei che Oriana fosse costretta ad aspettare", dissi, tentando di nascondere l'acidità della mia voce, ma senza successo.

Paulo si alzò e venne verso di me.

"eres perfecta mi pequeña", mi disse all'orecchio, sfiorandomi con le sue sottili labbra, così belle, così irresistibili.

"uno di questi giorni devi iniziare sul serio a insegnarmi lo spagnolo", gli dissi sorridendo.

"siempre estoy disponible para ti", rispose.

Il sole e la luna II Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora