Non risposi.
Tornai in macchina e mi diressi verso casa.
Ero convinta che Oriana fosse tornata in Argentina, invece mi sbagliavo. Paulo non mi aveva detto nulla... forse nemmeno lui lo sapeva.
Mi sedetti sul divano, conscia della solitudine che mi circondava.
Avrei dovuto farci l'abitudine: da quel momento in poi non ci sarebbe più stato Tommaso a colmare il vuoto che Paulo lasciava. C'ero io, c'era la Joya, e basta.
Mentre riflettevo, vidi una notifica comparire sullo schermo del mio iPhone.
Era un messaggio di Paulo: "so che eri tu... mi dispiace, giuro che ero convinto che fosse tornata in Argentina"
"tranquillo", gli dissi.
Qualche instante dopo però, aggiunsi: "ti devo parlare, è importante"
Vidi le spunte del messaggio diventare blu. L'aveva letto, solo che non rispondeva.
Attesi qualche istante, poi gettai il telefono da un lato e andai in cucina a prepararmi la cena.
Un'altra cosa che senza dubbio mi sarebbe mancata di Tommaso, era la sua passione per la cucina. Io avevo sempre odiato cucinare, e mi reputavo un pericolo pubblico ogni volta che mi trovavo di fronte ai fornelli.
Avrei comunque dovuto farci l'abitudine.
Il massimo che riuscii a preparare fu un'insalata, con del tonno come condimento.
Non avevo fatto molti miglioramenti da quando preparavo pranzi estivi al liceo.
Ascoltai un po' di musica a tutto volume, incurante delle proteste dei vicini, esattamente come facevo da adolescente, quando i miei genitori erano fuori casa e finalmente potevo fare tutto ciò che solitamente non mi era permesso.
Era come un tuffo nel passato più remoto della mia vita.
Paulo finalmente mi rispose: "Estaré allí en diez minutos."
Mi diressi in camera e mi cambiai, cercando di risistemarmi un po', dato che indossavo esattamente gli stessi abiti del volo di quel pomeriggio.
Eh già. Ero tornata a casa appena due ore prima. Sembrava trascorsa una vita.
Dieci minuti dopo Paulo suonava al mio campanello.
Quando gli aprii notò subito la mia espressione afflitta.
"E' successo qualcosa?", mi chiese preoccupato.
Lo osservai per qualche istante, perdendomi ancora una volta nell'oceano dei suoi occhi, poi gli afferrai un braccio, lo trascinai verso di me, e lo baciai.
Un bacio liberatorio, per cancellare ogni singolo istante negativo trascorso dall'ultima volta che ci eravamo visti.
Sentire di nuovo le sue labbra sulle mie, sempre così morbide, dolci, sempre così perfette, come la persona a cui appartenevano. Quella lì era l'altra metà di me, la parte migliore della mia esistenza.
Dopo qualche minuto, in cui non riuscimmo mai a staccarci l'uno dall'altra, Paulo mi chiese: "dovevi dirmi qualcosa..."
Mi allontanai leggermente da lui, giusto per riuscire a guardarlo dritto negli occhi. "Tommaso mi ha lasciata", dissi tutto d'un fiato.
Paulo mi fissò per qualche istante. "Cavolo Sofi mi dispiace...."
"ha capito tutto di noi. Quando sono tornata a casa le sue cose erano sparite... al loro posto c'era solo una lettera".
Nel ricordare la lettera che avevo letto solo un paio d'ore prima percepii una tremenda stretta allo stomaco. Mi sentivo ancora colpevole, ma comunque il peggio era passato.
Per quanto fingessi di stare bene, Paulo si accorse di un lieve velo di lacrime che ricopriva i miei occhi.
"Lo amavi ancora?", mi chiese Paulo sottovoce.
"No. Forse per qualche istante l'ho pensato, ma no, non lo amo più"
Paulo mi fissò per qualche istante. "Sei proprio bella, lo sai?", mi disse.
Non gli risposi. No, non ero bella: non lo ero mai stata. Avevo lottato una vita intera contro le mie insicurezze, che si erano placate solamente con il tanto agognato rifacimento del mio naso.
Eppure dentro di me sentivo di essere ancora l'adolescente brutta che nessuno voleva, che tentava disperatamente di muovere le braccia per non affondare.
Mi abbandonai tra le forti braccia di Paulo, che aveva continuato a baciarmi, muovendo la lingua per cercare la mia, accarezzarla, sfiorandola.
Senza quasi che me ne accorgessi le mie mani andarono al bordo della sua maglia, che sfilai con una mossa delicata, scoprendo i pettorali perfetti da atleta.
Lo guardai nei suoi profondi occhi verdi, che dimostravano un amore sincero.
Gli sorrisi e mi morsi il labbro.
Subito Paulo fu su di me: mi sfilò la maglia, tracciando sul mio ventre delle linee con le dita, che avrei voluto tatuarmi, per non scordare mai.
Mi tolse il reggiseno, continuando a baciarmi, lasciando che le sue labbra esplorassero il mio collo, i miei seni.
Fui mossa da un leggero fremito quando sentii i miei pantaloni scivolare via dalle mie gambe, guidati dal tocco fermo e sicuro di Paulo.
Feci lo stesso con i suoi, diminuendo così il divario tra noi.
Mi sfilò le mutandine, poi inserì nella mia intimità due dita.
Mi torturò fino a farmi urlare dal piacere. Avrei voluto restare lì per sempre.
Dopo che le ebbe sfilate, entrò in me con un colpo secco, che mi provocò un gemito.
"Esta bien?", mi chiese dolcemente, accarezzandomi una gamba.
"Non potrei stare meglio", risposi con un filo di voce, appena udibile.
Era vero infatti: nulla mi faceva stare bene come l'essere con Paulo, come il sentirmi sua.
Venimmo insieme, e ci rigettammo, completamente sudati, sul letto.
Paulo si stese accanto a me. Dopo qualche istante di silenzio disse: "mi spiace per Tommaso, sul serio. Ho rovinato la tua vita".
Lo guardai esterrefatta. L'aveva stravolta certo, ma non rovinata.
"Non mi hai rovinato la vita. Non mi interessa se Tommaso se n'è andato... è andata come doveva andare. Ho avuto la fortuna di incontrare te, di poter stare con te. Nonostante le mille difficoltà tra di noi, io non mollerò. Ti amo troppo per farlo, ho sognato di averti troppe volte per buttare via tutto"
Sorrisi dentro di me, pensando alla Sofia adolescente che aveva messo una foto di un Paulo Dybala a petto nudo come sfondo del suo cellulare.
La Joya osservò il mio sguardo e disse: "hai sognato di avermi troppe volte?", mi chiese, per avere delucidazioni.
"Sì, ribadisco quello che ho detto. Quando avevo quindici anni ero letteralmente in fissa con te", risposi divertita.
"sul serio?", chiese ancora, ridendo.
"Sì sul serio Paulo. Tu sei la mia Joya, e lo sarai per sempre".
Detto questo lo baciai.
Era perfetto.
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Il sole e la luna II Paulo Dybala
Lãng mạnA te che mi hai stravolto la vita, a noi che siamo come il sole e la luna, uniti per sempre ma destinati a non incontrarci mai. 23/06/2022 1 in #paulodybala 17/03/2023 1 in #calcio 29/06/2023 1 in #seriea