Oriana se n'era andata, finalmente, dopo settimane.
Era incredibile quanto la odiassi, con quel suo finto sorriso sempre stampato sul volto perfetto.
Una parte di me temeva ancora che Paulo potesse accorgersi che io non sarei mai stata bella quanto lei, con il suo fisico da modella, con il suo volto perfetto, con il suo portamento fine ed elegante.
Io ero sempre io, la ragazza dal naso rifatto che continuava a combattere contro i suoi capelli perchè assumessero una piega decente, colei che aveva lottato una vita intera contro le sue insicurezze, e che ancora non le aveva vinte.
Io e Paulo decidemmo di goderci finalmente la libertà, facendo la cosa più folle che avremmo potuto fare: andare in discoteca, rischiando che la gente lo riconoscesse.
Gli avevo chiesto ripetutamente se fosse convinto di questa sua decisione, ma lui era rimasto irremovibile.
Indossai un vestito nero, molto corto, attillato, che metteva in risalto il mio fisico. Applicai alle labbra un rossetto rosso scuro, agli occhi chili di mascara, matita e eyeliner. Indossai poi degli orecchini circolari in argento.
Prima di uscire di casa mi piastrai i capelli, poi mi guardai allo specchio: ero irriconoscibile.
Sorrisi alla versione bella di me, aprii la porta d'ingresso e la richiusi alle mie spalle, dichiarando così aperta quella meravigliosa nottata di follie.
Scesi le scale del mio condominio e, quando fui sulla strada, vidi la Lamborghini di Paulo che mi aspettava.
Vi salii.
Quando il calciatore mi vide, restò a bocca aperta.
"eres muy hermosa", mi disse, fissandomi avidamente come se fosse l'ultima volta nella sua vita.
Sorrisi e lo baciai in modo provocante. "Solo para ti", gli sussurrai.
Quando Paulo parcheggiò di fronte al "Art Cafè", famosissimo locale alla moda di Roma, sentii una piccola stretta allo stomaco: in fondo era la prima volta che noi due ci mostravamo in pubblico, incuranti dell'elevato rischio che stavamo correndo.
Entrammo, e subito la musica ci invase. Iniziammo a ballare, corpo contro corpo, anima contro anima.
I nostri movimenti si completavano, rendevano unico ogni istante.
Era incredibile come la gente potesse non riconoscere Paulo Dybala in un luogo che consideravano così familiare: si aspettavano tutti di trovarlo sempre in campo, o in qualche modo circondato da qualcosa di particolare che lo rendesse riconoscibile.
Lì invece era uno come tutti gli altri, lì a ballare, a godersi la musica, in compagnia della donna che amava.
Non avevo mai bevuto molto: avevo sempre preferito mantenermi lucida, anche nei momenti più folli della mia vita.
Perchè in fondo io ero così, sempre troppo matura e responsabile per permettersi di fare qualche sciocchezza adolescenziale. Ero arrivata quindi ben oltre l'adolescenza senza essermi mai ubriacata.
Incredibile, vero?
Per un attimo mi fermai. Mi sembrò di essere tornata indietro nel tempo, a molti mesi prima, quando io e Paulo eravamo semplici amici, o addirittura semplici conoscenti.
L'Art Cafè era stato invaso dalle note di "Pepas", la canzone dopo la quale io e Paulo ci eravamo baciati per la prima volta, quasi per gioco.
Mi avventai su di lui e lo baciai di nuovo, in ricordo di quei giorni spensierati che non c'erano più.
Fu così che, ballando e cantando per tutto il locale, iniziammo entrambi a bere.
Accadde quasi per caso, e mi ritrovai con la testa che mi girava, le gambe molli.
Ma non mi interessava: io continuavo a ballare, con Paulo al mio fianco, con i suoi occhi verdi sempre vigili, che sapevo mi avrebbero protetta da qualsiasi pericolo.
Furono proprio le sue braccia forti, meravigliose come sempre, che mi portarono fuori dalla sala, e mi condussero verso i bagni.
"dove mi porti?", gli chiesi.
"E' proprio necessario che te lo dica?", mi chiese, facendomi entrare in una cabina del bagno e gettandomi contro il muro.
Gli sorrisi e mi morsi un labbro.
Sentii le sue mani scorrere lungo il mio corpo, con il loro tocco leggero.
Le sentii far scorrere la zip del mio vestito, per poi farlo cadere a terra, e sganciarmi il reggiseno.
Le sentii fermarsi.
Tutto intorno a me era offuscato a causa dell'alcool, ma sentii chiari i baci di Paulo sul mio seno, poi lungo la pancia, e infine sopra le mie mutandine.
Le sfilò delicatamente, mordendo l'elastico.
Lo attrassi a me e gli sfilai la maglia con decisione, per poi passare ai pantaloni.
Armeggiai per qualche istante con la loro cerniera prima di vederli crollare a terra, rendendoci finalmente ad un solo passo dal nostro scopo.
Notai gli occhi della Joya fissarmi con malizia. Ricambiai lo sguardo.
Sentii due dita infilarsi dentro di me, e compiere dei movimenti circolari che mi provocarono dei gemiti di piacere.
Anche se ero ubriaca mi rendevo comunque conto della fortuna che avevo ad essere lì con lui.
Allargai le gambe e gli cinsi la vita, sentendo così il rigonfiamento dei suoi boxer. Gli misi le mani tra i capelli e lo baciai con foga, lasciando che le nostre lingue si sfiorassero e danzassero insieme.
Sentivo le sue mani scorrere bramose lungo il mio corpo, soffermarsi sui miei glutei e stringerli.
Gli sfilai i boxer, abbattendo così l'ultimo, sottile muro, rimasto tra di noi.
In un istante sentii Paulo penetrarmi con forza, cosa che mi provocò un urlo di piacere.
Andò avanti così, dentro e fuori da me, velocemente, facendomi sbattere la schiena contro il muro del bagno.
Venimmo insieme, lui imprecando, io sussurrando il suo nome.
Ci rivestimmo, troppo ubriachi per renderci conto dell'errore appena commesso, ed uscimmo dal bagno, raggianti di felicità.
Con un po' di fortuna nessuno ci aveva sentito, visto l'altissimo volume della musica.
Non ricordo più nulla di quella serata, se non un dolore al braccio.
Non avevo mai provato una sensazione del genere prima d'ora: avevo sentito come degli aghi, infilarsi nel mio braccio sinistro per poi uscirne subito dopo.
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Il sole e la luna II Paulo Dybala
RomanceA te che mi hai stravolto la vita, a noi che siamo come il sole e la luna, uniti per sempre ma destinati a non incontrarci mai. 23/06/2022 1 in #paulodybala 17/03/2023 1 in #calcio 29/06/2023 1 in #seriea