12° capitolo🔞 - a volte basta

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Mi svegliai, con gli occhi ancora gonfi per le lacrime della sera precedente.

Quando mi voltai notai che Tommaso era già andato al lavoro, lasciandomi sola in quella casa che in quel momento mi sembrava più vuota che mai.

Mi sollevai dal letto stancamente.

Dopo essermi cambiata e aver fatto colazione mi diressi in terrazza, per osservare il mondo intorno a me, per appurare che nulla si era fermato, nonostante l'avessi fatto io.

Trassi un profondo respiro. Quella non era certo la mia prima delusione d'amore... sarei sopravvissuta.

Giusto un attimo prima di aprire la porta per dirigermi fuori dal mio appartamento per godermi all'aria aperta quella giornata di libertà dal lavoro, sentii suonare al campanello.

Quando andai ad aprire, mi ritrovai di fronte Paulo.

Una parte di me, quella arrabbiata, fu tentata di richiudergli la porta in faccia senza nemmeno chiedergli il motivo per cui era lì, mentre l'altra parte, quella che alla fine prevalse, mi spinse a lasciarlo entrare.

Cercai di evitare il contatto con i suoi occhi, visti i risultati a cui mi avevano portata.

"Che vuoi?", gli chiesi sgarbatamente.

"Parlare", mi rispose, afferrandomi una mano.

Sciolsi di scatto la sua presa.

"Non è vero che ti ho usata Sofi... tutto ciò che ti ho detto è vero... non sono così stronzo... mi conosci"

"Ti conosco da nemmeno tre mesi Paulo, potresti essere benissimo uno stronzo per quello che ne so"

"tre mesi bastano", insistette.

"A quanto pare no, lasciami in pace"

Notai nel suo sguardo la sua esitazione, probabilmente dettata dal fatto che non si aspettava una reazione del genere da parte mia.

A quanto pare non era abituato ad essere respinto.

"Sofia ti prego, dammi una seconda possibilità"

Lo guardai senza battere ciglio, attendendo che mi desse una qualche prova di ciò che stava dicendo.

"Ti porterò con me a Còrdoba", disse.

Restai immobile, senza fiato. Mi avrebbe portata in Argentina, dove la sua vita e i suoi sogni avevano avuto origine.

Proseguì il discorso, senza nemmeno lasciarmi ribattere. "E' questo ciò che avrei dovuto dirti ieri sera. Ho due settimane di vacanza. Oriana resterà in Italia, così ho pensato di portare te in Argentina, per farti conoscere il mio mondo"

"Perchè dovrei fidarmi di te?"

Non rispose, mi guardò a lungo negli occhi.

Un attimo dopo mi ritrovai con le sue labbra sulle mie, con la sua lingua che cercava disperatamente la mia.

Dopo essersi staccato un istante da me mi disse: "ti ho mai detto che hai degli occhi meravigliosi?"

Lo strinsi  a me.

Sapevo che non mi amava. Io ero solo un'amante, una donna di ripiego, ma in quel momento non mi interessava.

Mi bastava tuffarmi nel verde del suo sguardo per sentirmi realizzata.

Anche se non mi amava, l'avevo comunque al mio fianco, sentivo comunque il suo cuore battere accanto al mio.

Mi baciò ancora, mentre io sollevavo le mie gambe per cingergli la vita, per sentire ogni parte di me a contatto con quel suo corpo perfetto.

Sentii le sue mani scorrere lungo il mio ventre prima che mi sfilassero la felpa che indossavo.

Gli slacciai i pantaloni, mentre lui faceva lo stesso con me, mentre le sue labbra cercavano di toccare ogni mio angolo.

Dio quanto amavo lui, il tocco delle sue mani, il contatto delle sue labbra.

Per la prima volta da quando frequentavo Paulo, la mia mente non cadde mai nel ricordo di Tommaso, di ciò che c'era stato tra noi e di ciò che ufficialmente avrebbe dovuto esserci ancora.

Paulo mi stese sul letto, mentre io gli sfilavo la maglietta, un altro ostacolo tra noi da eliminare.

Sarei andata con lui in Argentina, avrei visto il suo mondo, le immagini della sua vita passata scorrere di fronte ai miei occhi.

Entrò in me con un colpo secco, violento, come piaceva a me.

Esalai un lungo gemito di piacere. Ora sì che mi sentivo realizzata, con ogni parte di me a contatto con lui.

Non me ne fregava nulla di Tommaso, di Oriana o di tutti gli ostacoli tra di noi. In quel momento loro non erano lì: c'ero io, c'era la Joya.

Quando ricademmo sul letto esausti, lo osservai, così sorridente, così felice.

Perchè lui con me era felice... non con Oriana: con me.

Io potevo dargli tutto ciò che lei non poteva: io sapevo amarlo.

Paulo mi baciò, con quel suo tocco leggero, morbido, dolce.

"vorrei che tutto questo durasse per sempre", dissi senza rendermene conto.

Quando realizzai ciò che avevo appena detto mi morsi la lingua, sperando che non avesse sentito.

"Anche io tesoro"

Restai in silenzio, attendendo che mi dicesse qualcos'altro, che terminasse il discorso iniziato.

E infatti lo fece.

"Anche io lo vorrei, solo che noi siamo come il sole e la luna: uniti per sempre, ma destinati a non incontrarci mai"

Quella risposta fu come una lama sottile, penetrata nel mio cuore per scalfirlo per sempre.

A stento trattenni le lacrime. Lo sapevo, avevo sempre saputo che nulla avrebbe potuto essere più vero di quella frase, eppure una piccola parte di me non aveva mai smesso di sperare.

"Sofi...", iniziò.

Deglutii per fermare le lacrime.

"Vorrei stare qui per sempre, con te al mio fianco... solo che non è possibile... è tutto troppo complicato"

"Lo so", risposi.

In realtà no, non lo sapevo. Più che altro non capivo il motivo per cui nella mia vita tutto doveva essere sempre così complicato.

"Vieni con me in argentina", mi disse Paulo. "Sarà la volta buona che ti insegno lo spagnolo", aggiunse ridendo.

"Io ci verrei anche.... ma che scusa trovo?", risposi, sinceramente preoccupata per ciò che avrei potuto dire a Tommaso.

"Digli che vai a Cordoba per lavoro, non scoprirà mai la verità"

"E se la scoprisse? Non è scemo", dissi.

"Non la scoprirà", insistette Paulo.

"Quando partiamo?"

"Tra una settimana, prendiamo l'aereo, e dopo una ventina di ore di volo arriveremo a Cordoba... staremo là due settimane"

Sorrisi. Avrei trascorso due settimane intere insieme a Paulo, a venti ore di volo da Tommaso, Oriana, da Roma, dal mio lavoro e da quella stramaledetta vita che stava diventando così opprimente.

Sarei stata libera.

"Hai mai visitato il sud America?", mi chiese poi Paulo, accarezzandomi una spalla.

"Sì... nell'estate della maturità la mia migliore amica mi ha portata a visitare il Perù"

"che ne dici?"

"dico che è meraviglioso"

"come te"



Il sole e la luna II Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora