9° capitolo - in uno scambio di sguardi

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"Sei sicuro di voler venire con me? ti avviso che sarà una cosa lunga", insistetti con Tommaso, cercando di allontanare dalla mia mente l'orribile immagine di lui e Paulo, uno accanto all'altro.

"Sì Sofi, non vedo l'ora di vedere la sede della Roma.", concluse sbrigativo, dopo la duecentesima volta che gli chiedevo una cosa simile.

Raccattai alcune scartoffie e mi diressi all'esterno del mio ufficio.

Respirai profondamente e cercai di prepararmi psicologicamente a ciò che avrei dovuto affrontare di lì a poco.

"Non so se ti lasceranno entrare", gli dissi, questa volta sicura che la mia affermazione lo avrebbe fatto desistere dal suo intento di accompagnarmi.

"Ti inventerai qualcosa... fingo di essere un tuo collaboratore e siamo a posto", rispose, liquidando ancora una volta i miei blandi tentativi di allontanarlo da quel maledetto luogo.

Quando entrai nuovamente in quell'edificio dopo un paio di mesi, fu come prendere una boccata d'aria.

Amavo quel luogo. Ormai la sensazione di inferiorità che mi aveva assalita la prima volta che vi ero entrata era scomparsa completamente, e aveva lasciato il posto all'idea di poter fare tutto, circondata da quelle imponenti mura.

"Ciao Anna! Come stai?", chiesi alla receptionist, con la quale ormai avevo fatto amicizia.

"Sofi! Non mi aspettavo di vederti qui... hai un nuovo collaboratore?", mi chiese, osservando Tommaso, sorridendo... e facendogli gli occhi dolci.

Eh sì, Anna era un'incurabile sognatrice.

"E' il mio fidanzato", le risposi ridendo.

"Ah dai, pensa che è appena passata pure Oriana Sabatini, la fidanzata di Paulo"

Deglutii.

Non poteva essere lì anche lei.

Respirai, cercando di eliminare quella punta di gelosia che era comparsa in me, e che risultava parecchio fastidiosa.

"ma non mi dire", le dissi, cercando di rendere il mio sorriso il meno falso possibile, anche se probabilmente senza successo.

"Non che sia granché simpatica eh, squadra tutti dall'alto in basso come fossimo dei pezzenti... chissà cosa ci troverà Paulo in lei..."

"prova a chiederglielo", le dissi, cercando di tagliare quel discorso che mi stava mettendo in una posizione assai scomoda: da un lato avrei voluto scappare via, per non vedere Oriana, per non vedere come lei e quel suo stramaledetto calciatore si tenevano per mano, mentre dall'altra ero costretta a restare lì, per fare ciò per cui ero venuta, per non far capire a Tommaso ciò che stava succedendo nella mia testa.

"chiediglielo tu, siete così amici", mi rispose lei.

Sentii la terra sprofondare sotto di me. Incrociai le dita, sperando che Tommaso non fosse giunto a conclusioni affrettate... conclusioni esatte, comunque.

Terminai il discorso velocemente, fingendo di essere di fretta, e trascinando Tommaso lontano da quella mina vagante in gonna e tacchi alti.

"E così sei amica di Dybala", mi disse Tommaso, con un tono che non riuscii a decifrare.

"Anna ha esagerato... ci avrò parlato sì e no due volte....". Mi morsi la lingua. Sperai ardentemente che se le fosse bevuta.

"Beata te", mi disse.

Ci aveva creduto.

Quando svoltammo l'angolo però, fui lì lì per svenire.

Di fronte a noi c'erano Paulo e Oriana, che camminavano nella direzione opposta alla nostra.

Il sole e la luna II Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora