10° capitolo - il mistero

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"Quindi sei andata a letto con Paulo Dybala", concluse la mia migliore amica mentre gustavamo insieme un aperitivo nel centro di Roma.

"Sì", dissi, percependo una strana stretta allo stomaco.

"due volte", concluse, probabilmente per vedere la mia reazione.

"Sìì, smettila di ripeterlo", dissi seccata.

"beh sai he ti dico Sofi?"

"dimmi"

"Non c'è due senza tre", concluse.

Non ebbi il coraggio di replicare: in fondo io e Paulo sapevamo perfettamente che la nostra storia, sempre che così si potesse definire, non sarebbe terminata lì.

In fondo io sapevo perfettamente che mi mancava incredibilmente percepire la morbida pelle della Joya sulla mia.

"Io ho un fidanzato, devo smetterla", dissi, più per convincere me stessa che non la mia amica, che mi stava osservando, percependo i pensieri fluire veloci nel mio cervello.

"Sofi", iniziò, "dimmi la verità... lo ami ancora?"

Fissai il calice di vino vuoto di fronte a me, e dietro Piazza Navona, con le sue infinite meraviglie, gli infiniti ricordi che essa portava con sè.

Lo amavo? in quel momento non lo sapevo. Da un lato vedevo Paulo, con la sua perfezione, il dio irraggiungibile che io ero riuscita a raggiungere, mentre dall'altro Tommaso, il ragazzo che avevo incontrato molti anni prima su una Frecciarossa diretta a Milano, e che da allora non mi aveva mai lasciata.

Tommaso conosceva tutto di me, ogni mio singolo pensiero.

Paulo invece era la mia nuova fiamma, colui che mi faceva sentire padrona dell'universo, colui il cui tocco era in grado di portarmi in un universo parallelo, formato solo da me e da lui, così uniti, ma così distanti.

Non sapevo cosa dire, cosa pensare.

La mia vita era sempre stata piuttosto monotona: io con la mia precisione da architetto odiavo i colpi di scena... sono sempre stata una persona molto timida, riservata.

Ed ora eccomi qua, amante di Paulo Dybala e confusa riguardo ai miei sentimenti.

Non mi riconoscevo nemmeno io.

"Sofi?". La voce della mia amica mi riportò alla realtà. "Lo ami sì o no?"

"Non lo so". La risposta uscì dalle mie labbra senza nemmeno che me ne accorgessi.

Era vero, non lo sapevo.


Entrai nel mio ufficio, già stanca del lavoro ancora prima di cominciare.

Quando mi richiusi la porta dietro le spalle, mi ritrovai di fronte a Paulo, comodamente seduto su una sedia di fronte alla mia scrivania.

"Hola", mi disse, alzandosi e venendo verso di me.

Prima ancora di poter ricambiare il saluto, mi ritrovai con le sue labbra impresse sulle mie.

"Hola", dissi, sorridendo.

Mi sedetti dietro alla mia scrivania. "Abbandoni così Oriana?", chiesi, con fare perfido.

"E' andata a fare shopping", rispose, con una smorfia.

La risposta uscì dalla mia bocca veloce, perfida come non mai. "suppongo sia l'unica cosa che sa fare".

Mi morsi la lingua. Non ero ancora nella posizione di insultare la sua fidanzata... la nostra "relazione" non era ancora ad uno stadio così avanzato.

"scusa..." iniziai, ma lui mi interruppe sorridendo.

"que razon tienes"

Inclinai leggermente la testa con fare interrogativo, ma lui non tradusse ciò che aveva detto. "sei gelosa", mi disse.

Restai immobile. Ero gelosa? sì.

Non ci potevo fare nulla: l'idea che quella donna potesse girargli intorno rischiando che Paulo si dimenticasse di me mi faceva vomitare.

"no", mentii.

"pero si: puedo verlo en tus ojos"

Restammo in silenzio per un po', poi lui riprese a parlare. "Tommaso è un po' troppo silenzioso per i miei gusti"

Sorrisi: aveva ricambiato il colpo.

"E tu? sei geloso?", gli chiesi per stuzzicarlo.

"la respuesta es obvia"

"non mi hai ancora detto perchè sei qui", gli dissi alla fine.

"ti devo parlare"

"ti ascolto"

"non qui, te lo voglio dire stasera"

"stasera non posso, Tommaso è a casa e sicuramente usciremo insieme"

"uscite con me e Oriana", disse.

Restai immobile. "mi vuoi morta?"

"l'ho già detto a Tommaso, stasera venite a ballare con me e Oriana"

"ma sei impazzito? così ci scopriranno", dissi, temendo seriamente il peggio.

"stai tranquilla Sofi, staremo attenti"

"perchè vuoi che veniamo con voi?"

"perchè voglio vederti ballare, e perchè voglio dirti una cosa"

"non puoi dirmela qui?"

"no"

"perchè?"

"perchè altrimenti non sarei la Joya", concluse, alzandosi e richiudendosi la porta alle spalle senza nemmeno salutare.

Non lo sopportavo quando faceva così, eppure era irresistibile.


Quando rientrai a casa, trovai Tommaso di fronte all'armadio che consultava tutti i suoi capi di vestiario.

Finsi di non sapere nulla della festa, così andai da lui e gli chiesi cosa stesse facendo.

"scelgo cosa mettermi, se non te l'avevo già detto stasera andiamo a ballare con Paulo Dybala e Oriana Sabatini"

"che gioia", dissi a denti stretti.

Presi in giro Tommaso per tutta la serata, visto il suo desiderio di risultare impeccabile di fronte agli occhi di quella coppia che definii "snob".

Io dal canto mio decisi di lasciare il mondo senza fiato, decisi che per una volta sarebbe stata Oriana e guardarmi con invidia, e non il contrario.

Avrei fatto desiderare al mondo intero di essere al mio fianco.

Indossai un abito corto, attillato in modo provocante, delle scarpe dal tacco vertiginoso.

Mi piastrai i capelli, e definii il profilo dei miei occhi con eyeliner, matita e mascara.

Guardandomi allo specchio non mi riconoscevo neppure.

Quando Tommaso mi vide restò senza fiato. Notai nei suoi occhi il desiderio di farmi sua, e sperai di leggere lo stesso sentimento anche in quelli di Paulo, sempre così perfetti.

Volevo vedere il suo cuore perdere un battito guardandomi, volevo incrinare la sua perfezione.

Ci richiudemmo la porta alle spalle, che con un tonfo sonoro sancì l'inizio di quella che sarebbe stata una serata indimenticabile.

Il sole e la luna II Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora