19° capitolo - come le adolescenti

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Ero seduta su una panchina a bordo campo, osservando Paulo e la sua squadra che si allenavano.

Ero al centro della Roma per via del mio progetto, così ne avevo approfittato per girare  un po' intorno alla Joya.

La sera prima era stata fantastica. Non l'avrei scordata mai... come tutti gli istanti trascorsi con Paulo per altro.

Osservai il campo.

Da adolescente sognavo di fare la giornalista sportiva, e in fondo quel sogno era ancora ben presente nel mio cuore.

Sapevo perfettamente che la vita che volevo veramente e che avevo sempre voluto, era quella in giro per il mondo, a seguire squadre, commentare partite, intervistare giocatori.

Eppure ora ero lì a fare l'architetto, solo perchè i miei genitori non mi avevano permesso di realizzare il mio vero sogno.

Non che fare l'architetto non mi piacesse, solo che non era la stessa cosa.

Immersa come ero nei miei pensieri, non mi accorsi neppure del fatto che Paulo si era seduto accanto a me.

"a che pensi?", mi chiese.

"alla vita che volevo", risposi, senza mai smettere di fissare l'orizzonte, improvvisamente travolta dalla malinconia.

Paulo restò qualche istante in silenzio.

"Volevo essere lì, a bordo campo, con un microfono in mano mentre commento le partite, mentre faccio la cronista, come vorrei poter fare l'assistente al commento dalla panchina, intervistare voi giocatori, girare il mondo come una star", dissi, tutto d'un fiato.

"a volte la vita è crudele", mi disse Paulo, prendendomi una mano, incurante del fatto che qualcuno potesse vederci. "io per esempio, avrei voluto giocare tutta la vita per il mio paese, volevo rendere l'Argentina orgogliosa di me"

"ma loro sono orgogliosi di te", gli dissi, notando la tristezza nella sua voce.

"Sofi, per molto non mi hanno nemmeno convocato in  nazionale... ora gioco pochissimo, solitamente negli ultimi minuti delle partite"

Restai in silenzio. Era vero, in fondo. Entrambi avevamo una ferita nel nostro cuore, un qualcosa che volevamo fare con tutto il cuore, ma che non ci era stato permesso.

Gli posai la testa su una spalla, ma proprio in quell'istante sentimmo dietro di noi una voce, che avrei purtroppo riconosciuto tra un milione.

"¿puedo molestar?", chiese Oriana, rigorosamente in spagnolo, credendo che io non potessi capire.

"Ciao... ma non dovevi essere in Argentina?", disse Paulo sollevandosi di scatto.

Notando che il suo fidanzato aveva parlato in italiano, Oriana decise di continuare con questa lingua: "sono tornata in Italia stamattina e ho voluto farti una sorpresa"

"Che carina, come le adolescenti", mi scoprii a dire, prima di pensare a quali avrebbero potuto essere le conseguenze delle mie parole.

Paulo mi fissò sbalordito, ma anche un po' divertito. Sapevo che avrebbe voluto mettersi a ridere, solo che per ovvi motivi non avrebbe mai potuto farlo.

"cállate pequeña perra", disse Oriana a denti stretti.

Capii quello che disse, solo che decisi di far finta di nulla. 

"Scusa non so lo spagnolo"

"imparalo invece di provarci con i calciatori per cercare di arrivare da qualche parte nella vita, piccola puttana".

Deglutii. Cercai di far finta di nulla, ma in realtà quelle parole mi fecero male, mi ferirono nel profondo.

Trassi un profondo respiro, fui lì lì per replicare, ma Paulo mi precedette. "¿Qué te pasa, Oriana?", chiese alla sua fidanzata.

"Estoy fuera unos días y te encuentro abrazando a esta.... niña. ¿Cómo se supone que debo sentirme?", rispose lei.

"Sofia es una amiga, y en todo caso trata de pensar en mi antes de irte, no despues de estar fuera por... dijiste dias? Les informo que fueron meses.", replicò Paulo, visibilmente adirato.

"No creo que sea el mejor lugar para pelear con Paulo, vámonos a casa."

"primero tengo que cambiar. vas allí y me uniré a ti", concluse secco, dirigendosi verso gli spogliatoi.

Io e Oriana restammo sole per qualche istante, prima che l'argentina mi squadrasse dalla testa ai piedi e se ne andasse.

Mi sedetti di nuovo sugli spalti, e lasciai le mie dita scorrere tra i lunghi capelli. Chiusi gli occhi per dimenticare la scena di qualche istante prima.

Da un lato mi sentivo felice, perchè Paulo mi aveva difesa, era andato contro Oriana per far fronte alle sue accuse. Dall'altro mi sentivo in colpa del litigio tra di loro. Non mi interessava la salvezza della loro coppia, ma i rapporti di Paulo con sua madre.

Se Oriana fosse venuta a conoscenza di me e la Joya, sarebbe venuta a saperlo anche la madre di Paulo, che di certo non l'avrebbe presa bene.

Mi aveva molto colpito il discorso che Paulo mi aveva fatto quando eravamo a Laguna Larga.

Sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Era sempre lui, l'amore della mia vita.

"Mi dispiace per quello che ti ha detto Oriana", disse.

"Non importa... a me dispiace di averle risposto male... non dovevo"

"hai fatto bene, ogni tanto le fa bene avere qualcuno che le risponda a testa alta", ribattè ridendo.

Risi a mia volta e lo abbracciai. Sentire il suo profumo invadere l'aria fu meraviglioso. Nulla riusciva a calmarmi di più.

"ah comunque ti comunico che ho fatto enormi passi avanti con lo spagnolo... ho capito ogni singola parola", dissi ridendo, per alleviare un po' la tensione.

"Vorrà dire che se la mia carriera da calciatore dovesse interrompersi, ne inizierò una da insegnante", rispose.

Ridemmo insieme.

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Paulo's POV

Mi allontanai da Sofia. Amavo quella ragazza.

Era molto diversa da quelle con cui ero stato fino a quel momento... era speciale. Non avevo mai amato nessuna come amavo lei.

Salii nella mia Lamborghini gialla, esausto per gli allenamenti, nonchè per la sgradita intrusione di Oriana, che come sempre aveva il vizio di rendere tutto troppo complicato.

Dieci minuti dopo ero davanti a casa mia.

Quando spalancai la porta del mio appartamento dissi: "¡Oriana, estoy en casa!".

Di fronte a me vidi Oriana come non l'avevo mai vista prima: nei suoi occhi c'era una luce d'odio che mai mi sarei aspettato di poter notare.

"Sé que llevas a esa perra a la cama, pero nunca te dejaré. Eres mía, lo quieras o no."

Deglutii.

Sapeva tutto.


Il sole e la luna II Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora