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Stringo fra le mani la sua giacca e gli mordo il labbro inferiore per mettere fine al bacio. Lo sento rilasciare un lamento, un po' animalesco, sexy.

Dopo di che si stacca dalle mie labbra e si avvicina al mio orecchio, «la prossima volta che non mi credi quando dico una cosa, non la passerai liscia piccola Campbell.» mormora rude.

Sento un brivido attraversarmi il corpo,mi detesto per questo per l'effetto che mi fa ritrovarmelo così vicino. Non dovevo baciarlo e tantomeno permettergli di farlo.

Lo allontano, per quanto posso e lo guardo male, «smettila con queste minacce. Non spaventi nessuno, di certo non me, hai sbagliato e devi assumertene le responsabilità.» gli dico stizzita.

«Che avrei fatto?» inarca un sopracciglio.

«Lo sai! Sai bene cosa hai fatto, e non mi dire che tu non centri nulla, perché ora lo sanno anche i tuoi amici.» gli rispondo arrabbiata.

«Te l'ho già detto poco fa, non ho bisogno di dire quello che faccio con te in giro. Prima di accusarmi di qualcosa accertati se io l'abbia fatto o meno.» punta gli occhi sui miei e mi sento spiazzata.

Non capirò mai se sta mentendo o meno, però sembra sincero, che non sia colpa sua quello che sta succedendo ora? E perché mai non dirlo direttamente?

Stiamo parlando di Blake, non te lo dirà mai esplicitamente. Che due palle.

Mantengo il suo sguardo per quanto riesco, dopo di che guardo tutto purché lui. Ed è in questo momento che mi rendo conto che siamo a scuola e che ci siamo appena baciati.
Non ho minimamente pensato che qualcuno potesse vederci! Anzi che qualcuno ci stia ancora guardando.
Lui è vicino e la sua mano è ancora sul mio fianco, può essere ben frainteso. Non che mi importi di cosa possa pensare la gente, ma le voci di corridoio camminano velocemente, e orecchie indiscrete potrebbero sentire.

Quelle orecchie hanno un nome ben preciso, Chase.

Non mi fido più di lui, non che l'abbia mai fatto in realtà, ma è un pezzo di merda. Gode del dolore altrui, e non ci metterebbe poi molto a riferire a Peter che ho baciato Blake. L'ha già fatto una volta e lo rifarebbe tranquillamente di nuovo.

Sussulto quando sento un pizzicotto sul fianco e sposto nuovamente lo sguardo su di lui, guardandolo male, «mi fai male! Hai le mani tozze.» lo accuso, levandogli la mano da me.

Alza la mano vicino al suo viso, la guarda per un paio di secondi e poi guarda me, «non ti sei lamentata l'ultima volta.» alza un sopracciglio e mi guarda beffardo.

Spalanco la bocca scioccata, guardandolo incredula per ciò che ha appena detto. Non può averlo detto sul serio.
Mi sta prendendo per il culo?

Non in modo letterale, ma si. Muta.

Mi ricompongo, poggiando le mani sul suo petto e spingendolo con più forza ma non si muove, quanto è duro questo ragazzino?!

«Blake, se non vuoi un altro schiaffo ti conviene spostarti.» gli dico con avvertimento.

«A proposito di quello, dovresti chiedermi scusa.» dice serio.

Come?
Sta veramente scherzando spero!
Non può pretendere che io gli chieda scusa per lo schiaffo, è lui quello che dovrebbe farlo o per lo meno darmi delle spiegazioni sul come i suoi amici sappiano di quello che è successo fra di noi.

Mi rifiuto di essere la tua coscienza, non puoi essere così stupida. Ti ho già detto di stare muta.

Scuoto la testa ridendo, sul serio, è proprio divertente. È esilarante per quello che sta chiedendo. Non si aspetterà veramente che lo faccia. Può scordarselo, lo schiaffo se l'è meritato e fremo dall'impulso di dargliene un altro se non si leva.

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