Isabell
Il lunedì mattina, d'inizio anno scolastico, non è mai stato così prima d'ora. Negli anni scorsi mi sono sempre ritrovata con l'agitazione a mille, piangendo e implorando di poter iniziare la settimana successiva. Ma non quest'anno, quest'anno l'agitazione del primo giorno non mi ha fatto dormire neanche un'ora della notte. Non che avessi poi così tanto sonno visto che ho passato metà della giornata di ieri a dormire. La mia agitazione stava nel fatto che mia madre non fosse lì a svegliarmi o a consolarmi, che non ci fosse il suo sorriso dolce mentre mi rassicurava che la giornata sarebbe andata bene e che dopo la prima ora mi sarei tranquillizzata e non ci avrei pensato più. No, non c'era e non avrebbe più potuto dirmelo.
L'unica cosa, per niente rassicurante, è stata Peter che svegliava tutti noi e che io fossi la prima a presentarsi all'appello.Era ancora arrabbiato per la questione di sabato, e lo sarebbe stato per molto tempo ma almeno non ha proferito parola fino ad ora mentre prende il suo caffè. I miei fratelli sono entrambi silenziosi mentre fanno colazione, dopo mezz'ora dalla sveglia umana al mio fianco. Io già pronta da ore per andare a scuola, loro ancora in mutande e visibilmente assonnati il che è anche insolito visto che si parla di Isaac e Chase, specialmente se si parla di Chase. Solitamente fa casino anche di prima mattina.
Entrambi vanno ancora a liceo, Isaac è al quarto anno, mentre Chase all'ultimo e il prossimo anno sarà abbastanza lontano da non vedere più la sua brutta faccia. Almeno una cosa positiva c'è quest'anno.«Suppongo che oggi inizierete con gli allenamenti.» Peter rivolge l'attenzione ai due.
Loro annuiscono semplicemente. Devono proprio aver fatto tardi la scorsa notte per essere ridotti così. Sposto lo sguardo verso Peter, cosa che fa anche lui nello stesso momento, e capisco già cosa stia per dire.
«Tu tornerai a casa dopo le lezioni.»
Ecco la mia agitazione principale; la consapevolezza che Peter mi avrebbe permesso solo il quaranta per cento della mia libertà. Niente attività extra. Solo casa, scuola, casa e studio. Non avrò modo di stare con le mie compagne, con Kenzie. Non potrò prendere parte alle mie attività preferite, quelle che per un anno mi sono mancate. Non potrò godermi la mia adolescenza perché Peter non vuole neanche che ne avessi una. Era palese ormai.
Trattengo un sospiro sommesso e annuisco, infondo non posso trasgredire a un suo ordine... almeno non al momento, proverò più avanti a convincerlo di lasciarmi almeno fare una sola attività extra. Devo solo trovare un modo per convincerlo.Lo guardo alzarsi da tavola e ci guarda, «ora andate prima che arrivate in ritardo.» ci ordina, dando uno schiaffo dietro la nuca ad entrambi i miei fratelli.
Visto da fuori potrebbe sembrare un gesto scherzoso e paterno, e possibilmente lo è sul serio, infondo con loro l'ho visto comportarsi in egual modo di prima. È me che odia.
Distolgo lo sguardo mentre mi alzo e raccolgo lo zaino, andando poi in silenzio verso la porta. Prenderò l'autobus, e questa è un'altra agitazione perché non l'ho mai preso prima d'ora. Prima andavo con i miei fratelli o con Travis a scuola, o solitamente con il mio motorino, ma da quando Peter me l'ha tolto non ho avuto altra scelta che usare l'autobus. Ma non sono mai salita sul bus scolastico.Potrei uscire da qui, andare in un punto dove Peter non può vedermi e aspettare il mio migliore amico, non che anche vicino di casa, Travis. Ma sono convinta che mio padre mi controllerà finché non salirò sul bus. Almeno per le prime settimane sono sicura che sarà così.
«Buon lavoro Papà, ci vediamo più tardi.» lo saluto, guardandolo prima di uscire.
«Comportati bene Isabell.» mi avverte, prima che richiudo la porta alle mie spalle.
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La luce fuori dal tunnel.
ChickLit𝟷° ʟɪʙʀᴏ ᴅɪ ʟʟғᴅᴛ Ogni ostacolo va superato a testa alta, senza mai farsi abbattere da ogni circostanza. Bisogna essere più forti di ogni cosa che incontreremo ogni giorno, ricordando che solo noi sappiamo chi siamo, che solo noi sapremo affrontar...