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Isabell

Mi siedo sul letto, lasciando la mia amica seduta sulla sedia intenta a raccontarmi della sua conquista della sera prima, nonostante io sappia già tutto, lei me lo racconta nuovamente con più attenzione. Adoro Kenzie, non la trovo presuntuosa o vanitosa, so che fa così per distogliere i miei pensieri e che in qualche modo cerca di incoraggiarmi a fare la stessa cosa, conoscendo qualcuno.
Ma non è così facile...

Si ferma, girandosi verso di me con sguardo serio,«Bell. Quando tornerai a goderti la vita?» domanda, anche se sa già la risposta.

Alzo le spalle distogliendo lo sguardo da lei,«quando andrò al college.» mormoro.

Non posso fare nulla, se solo facessi anche un minimo passo sbagliato, Peter lo verrebbe a sapere e le conseguenze si farebbero più dolorose. E questa purtroppo è la triste verità, posso permettermi la libertà solo andandomene da qui, da lui. Ma ciò avverrà solo fra due anni.

La sento sbuffare e si avvicina con la sedia, prendendomi il viso e girandolo verso di se, è triste ma oltre questo il suo sguardo cerca di infondermi un po' di speranza, quella che sto perdendo poco a poco.

«Odio tutto questo, sapere quello che ti fa e non poter dire fare nulla per aiutarti.» sospira tirandomi a se e abbracciandomi.

Ricambio l'abbraccio senza dire nulla, non c'è molto da dire e di poter fare, le ho detto io di non dire nulla a nessuno. Peter è un uomo che si aspetta la qualsiasi, sa che Kenzie è a conoscenza di tutto, mi ha anche avvisata di farle tenere la bocca chiusa se non avessi voluto altro dolore. Le permette di stare qui per controllarla, e per controllare maggiormente me.
Già quanto ha appurato che lei sapesse, per me non è stata la giornata migliore.

«Blake che cazzo è solo una cena di galà!» esclama una voce maschile, proveniente dalla casa accanto.

Ci stacchiamo entrambe per guardare verso la finestra adiacente alla mia. Quella della camera di Blake.
Delle spalle possenti offuscano l'interno della stanza, e dalla corporatura deduco sia Travis, come il fratello ha una bella stazza; alto, spalle larghe, torace largo... beh il perfetto corpo di un'atleta.

«Mamma mia...» sussurra Kenzie fissandolo, e si avvicina alla finestra per origliare meglio. Piccolo appunto; Kenzie ama i ragazzi ben impostati, ma ama maggiormente origliare - quanto serve.

E anche se conosciamo Travis come le nostre tasche, quando origli una conversazione fra i fratelli Jenkins è sicuro che è una cosa importante.

Sbuffo, prendendo il bordo della sedia, per tirarla nuovamente da me, «questo non è il momento di origliare.» le sussurro.

Ma non vengo ascoltata, anzi, mi trascina con lei. E io vorrei avere meno a che fare con Blake.

«Non mi interessa un cazzo Travis, ora vattene.» risponde in modo secco un'altra voce, quella di Blake.

Nella nostra visuale ora spuntano entrambi, Travis si è spostato,  raggiungendo con un passo il fratello. Anche se non vorrei essere qui accovacciata ad origliare, non posso fare a meno di contemplare la loro bellezza... dio mio se sono belli. E il sospiro della mia amica, concorda con i miei pensieri.

«È solo un'ora Blake, dobbiamo essere tutti lì... fallo per nostro padre.» mormora Travis.

Vedo che serra la mascella guardando Blake, il che non si scompone minimamente e la sua espressione non è da meno. Mi chiedo, da anni ormai, se quel ragazzo abbia altre espressioni facciali oltre quella d'indifferenza o di rabbia.  Se abbia delle emozioni.

La luce fuori dal tunnel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora