12

3.8K 140 108
                                    








La mattinata passa tranquillamente, niente Cynthia ne Chase, ho evitato loro come sto evitando le domande di Kenzie. Non avremmo parlato di ciò che è successo, non a scuola, non voglio che orecchie indiscrete sentano i miei problemi, e voglio anche evitare che Travis senta quello che Peter mi fa. Ma credo che dovrò dirglielo al più presto, perché sembra essere sospettoso, sopratutto per la eccessiva preoccupazione di Mackenzie.
Infatti le ho detto se poteva far finta di nulla finché non saremmo andate via da scuola. Oggi non ha corsi extra, mi ha detto che avrebbe aspettato me che finissi le mie ore di punizione per poi andare a fare un giro.

Dopo pranzo la prima ora di punizione la passo a sistemare i libri nella biblioteca della scuola, aiutando anche il signor White evitandogli di fare troppi sforzi data la sua età, anche se lui odia farsi vedere debole e dice che riesce a fare tutto senza che noi ragazzini gli diamo una mano. Ma è da quando sono entrata in biblioteca che si lamenta del suo mal di schiena.

«Sul serio Campbell riesco a salire sulla scala!» mi guarda dal basso, con il naso arricciato e la smorfia contrariata sul viso.

Sistemo nella propria sezione i libri che ho in mano e mando un'occhiata verso di lui, «mi faccia scontare la mia punizione e ne approfitti per stare un po' seduto e dare sollievo alla sua schiena, tanto fra poco vado via e lei potrà fare tutto quello che vuole.» gli sorriso cordialmente, scendendo poi dalla scala.

«Voi giovani siete sempre dei gran testardi.» borbotta sistemandosi gli occhiali.

«Non è essere testardi, si chiama aiutare il prossimo.» alzo le spalle, facendogli l'occhiolino e mi avvio nel prossimo reparto con il carrellino.

«Non mi trattare come se fossi un vecchio invalido!» si lamenta seguendomi, è più forte di lui, non riesce a stare fermo.

«Non la sto trattando come un vecchio...»ridacchio e mi fermo girandomi verso di lui, porgendogli un libro, «ecco se vuole può sistemare questo.»

Lo prende e dopo averlo osservato mi manda un'occhiataccia che mi fa ridere nuovamente. Ma nonostante questo, lo sistema nel suo apposito scomparto e poi si rigira incrociando le braccia al petto, «mi sta per caso prendendo in giro ragazzina?» chiede alzando un sopracciglio.

Scuoto la testa in segno negativo, «affatto, mi preoccupo veramente per lei signor White.» gli dico seria senza però smettere di sorridere.

«Non me la prendo con lei solo perché sono qui da anni e ho avuto l'onore di conoscere sua madre, una gran testarda come la figlia.» mormora, accennando un sorriso malinconico.

«Si, mi hanno sempre detto che ho preso questo tratto da lei.» mi rabbuio un po' e distolgo lo sguardo da lui continuando la mia marcia.

«Li ho visti tutti; alcuni dei genitori dei ragazzi di questa generazione, li ho visti e sopportati. Pochi però non smetterò mai di ricordarli con un buon ricordo e un sorriso sulle labbra. E una di quelle era sua madre...» lo sento parlare, ma non lo ascolto più, non perché non voglio sentire che ha da raccontare, parlare con lui è un piacere, solo che non vorrei parlare di lei in questo momento.

Gli ultimi dieci minuti in biblioteca li passo nuovamente a convincere il signor White di restare dietro alla sua scrivania e di farsi aiutare da qualcuno per sistemare i libri in alto. E dopo una piccola lite, sono riuscita a convincerlo e con il sorriso sulle labbra per la mia riuscita me ne sono andata. Ora mi tocca sistemare le palestre o per lo meno mettere a posto i palloni prima che inizino gli allenamenti. Durante la prima ora non ho visto Cynthia da nessuna parte, e qualcosa mi dice che stia saltando volutamente la sua punizione, non che m'interessi minimamente, infondo il mio lavoro lo sto facendo e non averla tra i piedi è la cosa migliore.

La luce fuori dal tunnel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora