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Se mi nascondo papà non mi trova.
Devo non fargli vedere i miei piedi perché ogni volta mi trova per colpa loro o perché mi sente ridere. Quindi devo trattenermi anche da non fare alcun rumore se voglio vincere a nascondino, mi ha detto che se vinco almeno una volta mi porta a comprare il gelato.m, di nascosto dalla mamma, lei non vuole che mangio il gelato visto che sono stata male in questi giorni, ma io lo voglio e papà me l'ha promesso.

Sento i suoi passi farsi vicini e io stringo al petto le mie gambe, facendomi piccolina dentro la siepe che divide il nostro giardino da quello dei nostri vicini di casa, la famiglia Jenkins. Travis non è venuto a giocare con me oggi perché sta ancora male, abbiamo preso il virus intestinale insieme, io però sono più forte di lui e già sto bene. Ma la mamma non mi crede, dice che sono ancora troppo pallida. Il gelato lo mangerò comunque e lo porterò anche a Travis.

«Dove si è nascosta la mia bambina?» sento la voce calda di papà, e i suoi passi farsi sempre più vicini. Sorrido e nascondo il viso sulle ginocchia. Voglio vincere questa volta.

Mi mordo il labbro quando vedo le sue scarpe passare davanti a me, resto il più ferma possibile e cerco di non far alcun rumore, di nessun tipo.

«Guance rosse dove sei?» si avvicina allo scivolo che abbiamo in giardino. Il nostro parco giochi personale, io e i miei passiamo spesso il tempo qui fuori casa,  così mamma non deve impazzire a cercarci ovunque nel parco comunale.

Sento qualcosa di strano toccarmi la schiena e mi irrigidisco all'istante, non ho pensato minimamente che nascondendomi in mezzo alle piante potevano esserci i serpenti, e ora che faccio? Se urlo mi morde!
Il tocco sale su tutta la mia spina dorsale e poi sento qualcosa avvicinarsi all'orecchio. Papà aiutami!

Un soffio all'orecchio e sono fuori dalla siepe urlante e scappo verso papà con le lacrime, «Papà aiuto un serpente!» urlo spaventata, aggrappandomi poi alla sua gamba.

Lui si abbassa alla mia altezza e mi prende il viso fra le mani, «dove hai visto il serpente?» è preoccupato, ho fatto preoccupare papà.

Tiro su con il naso e indico il punto dove ero nascosta, ma allo stesso tempo vedo Blake, il fratello di Travis, andare via da lì vicino mentre ride. È stato lui a spaventarmi? Perché deve essere sempre così cattivo con me? Che gli ho fatto di male?

Papà mi prende in braccio e mi porta con se nel punto dove gli ho indicato e con il piede sposta un po' l'erba, «amore non penso fosse un serpente, possibilmente nel nasconderti una foglia ti e caduta addosso... che ne dici di andare a comprare il gelato?» attira subito la mia attenzione e sorrido.

«Si! Andiamo!» alzo le braccia felice.

Sorride anche lui e avvicina la mano libera a me facendomi il solletico, io cerco di fermarlo fra le risate.

«Basta papà fermati!» rido nascondendo il viso nella sua spalla.

🩹

Basta papà... fermati.
Non ho neanche la voce per dirglielo, la forza per fermarlo io stesso, ne la dignità per riuscire anche solo a darmi coraggio, che presto avrebbe smesso,
che sarei stata libera da lui e dal suo odio.
Perché mi chiedo ancora, perché prova tanto odio per me?
Sto soffrendo anche io per la perdita della mamma, sto trattenendo anche io il mio odio per me stessa per quello che è successo quella sera. Se non l'avessi chiamata a quest'ora non sarei qui nell'ufficio di Peter dolorante, piena di graffi e con il corpo cosparso di lividi che presto si vedranno a occhio nudo.
Se non l'avessi fatto la mia famiglia sarebbe ancora felice e unita, con tutti i suoi drammi familiari che può avere, con tutte le avversità che la vita può offrirci. Niente di tutto ciò, niente odio, niente rancore, niente di niente.
Peter continuerebbe ad essere il padre di sempre; severo e pieno di regole, ma con un'amore che solo lui sa dare, a modo suo.

La luce fuori dal tunnel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora