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Isabell

È già passata una settimana dall'inizio della scuola, non è stato così facile visto che per la maggior parte sono rimasta a casa senza fare nulla. Tutte le volte, quando non c'era nessuno in casa, scappavo per un paio d'ore e andavo a fare un giro in centro, tornando però sempre con una busta di spesa in mano. In una settimana Peter non ha più detto niente, però mi ha osservata in qualunque cosa io facessi, rimproverandomi diverse volte quando sbagliavo. Ma non mi ha più chiamata nel suo ufficio, dovrei esserne sollevata ma la cosa non mi piace neanche un po'. Già un paio di volte ha fatto così e mi sono poi ritrovata con il doppio della sua ira addosso.
Credo che il lavoro lo stia impegnando parecchio, ma tutte le volte che ho incrociato il suo sguardo vedevo quella rabbia pronta ad esplodere. E se fosse scoppiato da un momento all'altro di certo non si sarebbe sicuramente limitato a qualche battutina o spinta.
Devo solo stare attenta a non provocare la sua rabbia e tenerlo a bada per più tempo possibile. Almeno potrò stare tranquilla per un altro po'.

Mi allontano dai miei amici dopo averli salutati e vado verso la prima ora della giornata, la mia amatissima chimica, non sto già nella pelle di addormentarmi sul banco e non capire una parola di quello che la professoressa dirà. Distrarmi a fare altro non posso, perché nella sua cantilena ci controlla ossessivamente; niente telefoni, niente scarabocchi sul quaderno... non puoi neanche appoggiare la guancia alla mano che subito ti richiama. Quella donna ha bisogno di un bel ripasso con il marito, perché la mattina mangia frustrazione e stress.

Prima di entrare in classe faccio una breve sosta alle macchinette per prendere una bottiglietta d'acqua. Mi metto in fila per aspettare il mio turno, nel frattempo mi do un'occhiata intorno, incrociando i soliti gruppetti che stanno in questa parte dell'istituto.
Incrocio qualche sguardo e poi il mio si posa sui gemelli Rodgers. Negli ultimi giorni mi capita spesso di incrociare i loro sguardi, e alle volte mi danno l'impressione che mi stiano anche seguendo. Però quando vado per controllare ogni volta, di loro nessuna traccia, se non fosse per Kenzie che mi da la conferma potrei benissimo pensare di essere diventata pazza. Ora non vorrei crearmi altre paranoie come è successo con Bradley l'altro giorno, ma i gemelli sono veramente quel tipo di persona che ti pedinano ovunque. Li ho visti fare così spesso con le ragazze.

Oh finiscila! Ha ragione devo smetterla.

Scuoto la testa e distolgo lo sguardo da loro e aspetto che il ragazzo davanti a me si decida se prendere le Kit Kat o gli Oreo. Io opterei per le prime, per quanto possano essere buoni gli Oreo, niente può battere le Kit Kat, anche se sono due cose completamente diverse, ma lui sembra proprio indeciso.

Mi schiarisco la gola e lo guardo, «entro domani mattina.» mi sporgo un po' verso di lui facendogli cenno alla macchinetta.

Lui gira lo sguardo verso di me e arrossisce violentemente, scusandosi e affettandosi a digitare il numero, e mi sento in colpa quando cadono le m&m. Cioè non vorrei ridergli in faccia per la sua sfortuna di aver digitato il numero sbagliato, ma stava perdendo troppo tempo per una scelta facile; ad esempio poteva prendere entrambi.
Lo guardo andare via mentre continua a scusarsi e accenno un sorriso divertito. Sarà sicuramente del primo anno, nonostante la sua altezza e il suo corpo tonico, ma vederlo arrossire mi ha intenerita. Prendo la mia bottiglietta e mi incammino verso la mia classe, prima di entrare guardo un ultima volta verso i gemelli Rodgers e becco Myles che mi fissa, i nostri occhi si incrociano subito e lui fa un cenno di saluto. Beccato. 
Sorrido tirata e poi entro in classe, controllerò tutta la mattinata se non sia stato solo un caso.

Vedo che ancora la professoressa non si è fatta viva, buono a sapersi. Ma il mio sguardo cade sull'ultima persona che vorrei vedere sulla faccia della terra. Cynthia.
Non sapevo seguisse chimica, sopratutto non sapevo fosse intelligente tanto da frequentare un corso simile. O a meno che il prossimo esperimento non sia su di lei e capire se nella sua testa ci sia veramente un cervello o quel povero criceto che ormai vuole suicidarsi.
Sì, questo sembra essere più probabile.
Anche lei mi vede mentre mi avvicino verso il mio banco, che per puro caso -io non credo proprio- è sotto al suo culo.

La luce fuori dal tunnel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora