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Isabell

A svegliarmi non è il sole che filtra dalla finestra, non è un soffio di vento del mattino, non sono neanche i rumori che provengono dal piano di sotto. A svegliarmi è un respiro caldo dietro la testa, un paio di braccia che mi tengono ben stretta fra loro, un corpo perfettamente allineato con il mio.
L'ultima cosa che mi ricordo di ieri sera è stata quando mi sono addormentata sul divano, dopodiché ero troppo stanca per capire cosa stava succedendo intorno a me e il battito regolare del cuore di Blake mi ha rilassata talmente tanto da spegnere ogni mio pensiero. Non so spiegarmi perché abbia dormito con me, credevo che non lo facesse e che dormisse in un'altra stanza.

Non mi sposto da lui, rimango ferma dove sono e mi godo un po' di questa sensazione che provo. Ho sempre pensato che le braccia di Travis fossero quelle nella quale potevo sentirmi più al sicuro, ma Blake... nelle sue mi sono sentita così nel momento in cui mi ha tirata a se e ora mi sento nel posto giusto al momento giusto.
Sarà però magari che sono ancora scossa per quello che è successo ieri sera e per questo sono così al momento. Vedere Blake al cimitero, dietro di me mentre mi ascoltava, mi ha spiazzata e non poco, non pensavo di ritrovarmi lui lì.
Ha detto di avermi seguita, quindi si aspettava l'esito della mia serata una volta tornata a casa. Ma quante volte esattamente ha assistito a quello che Peter mi fa?

«Sento i tuoi pensieri da qui.» lo sento mormorare con voce rauca dal sonno.

Sussulto leggermente non aspettandomi che fosse sveglio, infondo non mi sono neanche mossa neanche di un millimetro.

«Scusa non volevo svegliarti.» sussurro arrossendo un po', forse avrei dovuto alzarmi. Ma poi di cosa mi sto scusando? Non ho fiatato ne l'ho spostato.

Non mi giro neanche a guardarlo, fino ad ora ho solo fissato le sue braccia completamente tatuate, ma niente di più e niente di meno, anche perché è impossibile muoversi. E forse se mi fossi girata a guardarlo credo che sarei morta sul colpo. Già il mio cuore galoppa come un pazzo all'idea di essere nello stesso letto di Blake Jenkins, in più fra le sue braccia e con il suo corpo contro il mio, chiunque invidierebbe di essere al mio posto in questo momento. Ho invidiato io stessa tutte quelle che gli stavano vicino.

«In realtà mi ha svegliato il tuo culo, piccola Campbell.» sospira allentando le braccia intorno a me e si gira di schiena.

Ah. Il mio sedere, il suo bacino, sono stata appoggiata a lui da non capire che quella non era la sua coscia?
Divento possibilmente più rossa di prima e mi tiro su a sedere, spostando poi lo sguardo verso di lui, e mannaggia a me per averlo fatto.

Si passa entrambe le mani sul viso, facendo flettere i muscoli delle braccia e delle spalle. Il suo petto è nudo, provo di ogni sorta di tessuto, che pensavo indossasse, invece no e non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi addominali.
Ieri sera indossava una maglietta da quel che ricordo.

Goditi la vista e stai zitta. Zitta tu qua sto morendo.

Arrossisco violentemente e distolgo lo sguardo da lui, alzandomi poi dal letto. Il solo pensiero di aver dormito con lui così accanto mi fa venire in mente solo pensieri peccaminosi. Sfido io a non farli con uno così.

Mi guardo intorno nella cercando cosa fare, se uscire dalla stanza o andare in bagno, la seconda sarebbe l'opzione migliore, ma una volta li cosa faccio? Aspetto che lui se ne va? Ma poi perché sto facendo così? È solo un po' di carne!

La luce fuori dal tunnel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora