BlakePicchietto la matita sul foglio, osservando il disegno prendere forma. Non so esattamente come sia arrivato a farlo, ho semplicemente preso la matita e ho iniziato a scarabocchiare sul foglio. Poco a poco ne ha dato le sue sembianze.
Inclino la testa di lato, seguendo le ombre, da quelle più tenue a quelle più marcate, grigie e nere. Un po' come me.
I miei occhi salgono sul resto e mi tiro indietro appoggiandomi alla poltrona, osservandolo da lontano.Non ha colori, non ha armonie è un disegno vuoto, privo di ogni emozione. Guardandolo non mi suscita niente, mi da solo conferme di quello che mi circonda, di come vedo le cose ogni giorno.
Tutto macchiato di nero.Come me, come il mio nome, come tutto quello che mi sta attorno.
Quel disegno è il mio vuoto.Prendo di nuovo matita, riavvicinandomi, non disegno, scrivo solo sotto di esso. Lasciando libero sfogo alle mie parole continue, a quello che ogni giorno passa per la mia testa. Ricordando a me stesso cosa faccio qui.
Assorto nella scrittura non mi rendo conto che in corridoio ci sono passi pesanti, alzo lo sguardo verso la porta solo quando si spalanca all'improvviso. Travis fa il suo ingresso urlando.
«Ti ho trovato! BELL L'HO TROVATO.» alza maggiormente il tono della sua voce. Se mi alzo lo strozzo.
È da una mattinata che non fa altro che urlare. Sembra un fottuto bambino di cinque anni, e non un'adolescente di quattordici.
In più deve venire a rompere le palle a me, non mi lascia neanche un momento di pace.
Mi sono rifugiato qui proprio per non vederlo tra i piedi per un paio d'ore; è domenica, mi ha svegliato lui e in più è una cazzo di sanguisuga.Lo guardo scocciato e chiudo il blocchetto.
Seguo ogni suo movimento, mentre si avvicina a me, poi sposto l'attenzione nuovamente verso la porta quando fa il suo ingresso Isabell Campbell.
Osservo il mostriciattolo di undici entrare nello studio di mio padre, sul suo viso scorgo un sorrisetto malefico, lo stesso sorrisetto che contorna il viso di Travis. Mi tiro indietro, osservando entrambi. Quando si uniscono fanno solo casini e io devo sopportarli.«Che fai fratello? È da un'ora che ti cerco!» Mi chiede Travis affiancandomi e poi guarda il blocco chiuso.
«Non ti interessa saperlo.» gli rispondo secco e allontano il blocco prima che possa allungare la mano verso di esso.
«Come sei antipatico.» sento sbuffare il mostriciattolo.
«Perché non stai con noi? Devi sempre startene per i fatti tuoi a fare l'asociale.» mi punzecchia Travis, iniziando a picchettare con il suo dito sulla spalla.
Glielo spezzo se non smette, ne ho abbastanza di lui per oggi; mi sveglia saltando sul letto, per poco non mi beccavo anche un piede sulla faccia, mi stressa portandomi di sotto per fare colazione, e non mi da modo di mangiare in tranquillità. Mi ha costretto ad andare con lui a fare un giro con la moto, intorno al nostro quartiere.
Ho trovato un momento buono per svignarmela solo quando si è distratto per qualche minuto, dopo aver fatto due giri completi.Non che mi sia dispiaciuto andare in moto e lasciarlo indietro, ma la domenica è l'unico momento dove voglio stare per i fatti miei. Dove niente e nessuno deve darmi fastidio.
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La luce fuori dal tunnel.
ChickLit𝟷° ʟɪʙʀᴏ ᴅɪ ʟʟғᴅᴛ Ogni ostacolo va superato a testa alta, senza mai farsi abbattere da ogni circostanza. Bisogna essere più forti di ogni cosa che incontreremo ogni giorno, ricordando che solo noi sappiamo chi siamo, che solo noi sapremo affrontar...