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Non era affatto debole, era straordinariamente fragile e potente come tutte le persone forti e profonde

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Non era affatto debole,
era straordinariamente
fragile e potente come tutte
le persone forti e profonde."
Margaret Mazzantini






🦂





Pioveva.
Pioveva così tanto che Kim quasi si pentì di essere uscita, ma ormai era lì e sapeva che se si fosse tirata indietro, sarebbe stata malmenata da Alessandra, la sua migliore amica, a volte fin troppo aggressiva.

Quella che c'era sempre stata, nel bene e nel male, soprattutto, l'unica ad averla vista nelle sue mille forme, anche quelle che non avrebbe mai fatto vedere a nessuno. Ma lei non era nessuno e l'avrebbe uccisa se non si fosse sbrigata ad entrare in quel ristorante.

Posò velocemente l'ombrello all'entrata e, dopo aver salutato i camerieri che ormai la conoscevano, si diresse al solito tavolo in fondo alla sala, quello accanto alla vetrata perché "si possono vedere le persone che passano e ci invidiano mentre ci ingozziamo di sushi".

Alessandra e Iris lo ripetevano sempre ed eccole lì, sedute a confabulare su qualcosa di cui Kim, sicuramente, non sapeva niente.

-Ben arrivata- l'accolse Iris, mentre sfoggiava il suo sorriso migliore, incorniciato da quei boccoli biondi sempre in ordine sul viso pallido, -non arrivavi più- commentò Alessandra, facendole segno di sedersi di fronte a loro. -Piove- fu l'unica cosa che Kim riuscì a dire, non era una giustifica e non suonava come tale, eppure Alessandra sapeva che per lei quello era un buon motivo, quindi si limitò ad annuire.

-Ho tante cose da raccontarvi, troppe in realtà- squittì Iris felice. Era tornata da poco da un viaggio in Albania, era andata lì per salutare i suoi parenti e aveva fatto festa ogni sera, uscendo quando tutti dormivano. Le aveva aggiornate sui ragazzi che aveva conosciuto, Steve, Ceril, Joshua, Avni, Batul, Cem e altri di cui Kim faticava a ricordare i nomi.

-Troppe cose, o troppe persone?!- ammiccò Alessandra divertita, -e io che dovevo sopportarmi il tuo ragazzo che ogni sera mi chiedeva se stessi bene- sbuffò Kim, facendo un po' la melodrammatica. Stefano, il fidanzato di Iris, aveva preso l'abitudine di chiamare Kim tutte le sere per cercare una sorta di conforto.

La loro era una relazione aperta, lo era stata fin dall'inizio, eppure sembrava che lui non ne fosse così felice.

-Come si dice: ciò che succede in Albania, rimane in Albania- affermò Iris tirandosi indietro i boccoli biondi, -nel tuo caso penso si dica: vado in Albania, mi faccio anche mia zia, e non aggiungo altro- spiegò Alessandra corrugando la fronte. Iris squittì divertita nel suo vestitino rosa che le scopriva gran parte del seno, ma era troppo sicura di se per curarsi di questi dettagli che definiva "insignificanti".

-Non fare la Santa tu, eh!- affermò divertita, -non penso di sapere di cosa tu stia parlando- obbiettò Alessandra alzando le mani in segno di resa.

Scoppiarono a ridere fragorosamente e riassaporarono il piacere di stare di nuovo insieme.

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