Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Abbandona la ragione e tutto ciò che comporta. Non è semplice trasformare la mente in cuore, forse è impossibile. Chi lo sa? Non Kim, che ce...
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Alcune anime non son rassegnate che por la loro forza. La rassegnazione è il sentimento concentrato della rivincita. JOSEPH DELAROA
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Pov's Hantony
Pochi giorni dopo l'inaugurazione del luna park, ci ritrovammo tutti a casa mia per una festa di famiglia che avevo odiato sin da bambino e che, ero fermamente convinto, avrei detestato per sempre.
"Il giorno degli Styles" era l'anniversario della fondazione della prima azienda di famiglia che, da decenni, veniva festeggiato come se fosse al pari del Natale, se non più importante per alcuni. Fiumi di alcool deliziavano le molteplici schiere di invitati che si divertivano a parlare di argomenti tanto effimeri quanto eccentrici, finché non veniva servita loro la cena e subivano una metamorfosi, trasformandosi in avvoltoi affamati. Ovviamente, tra tutte le case degli Styles ancora in vita, questo party si svolgeva proprio nella nostra Villa, perché infondo Des restava sempre il più potente. L'erede del nonno e di quello prima ancora, che un giorno sarebbe stato surclassato da uno di noi. Il covo degli Styles come ogni singolo e dannato anno pullulava di parenti di mio padre. Mai uno di mia madre o di quella di Harry e Rory, a parte per la loro nonna.
Ashely Grimond, una serpe incattivita dagli anni e dal tempo che con le sue rughe non era stato benevolo, sedeva dall'altro capo del tavolo. Quell'arcigna signora era stata sin dal primo momento un'accanita sostenitrice di mio padre, a tal punto da confabulare un matrimonio orchestrato da cima a fondo. Aveva persino avuto il coraggio di consigliare a Des di chiudere la povera e ancora non tossica ma molto depressa Anne, nonché sua figlia, in una stanza e di farla uscire solo in caso fosse servita, come un semplice ed inanimato oggetto. La osservai mentre, seduta di fronte a me, chiacchierava amabilmente con mio nonno e con Harry, cercando in tutti i modi di ignorare la mia presenza. -Harold- cinguettò stridulamente, -sei stato in grado di creare le tue fotocopie che poi guideranno le aziende- constatò giocherellando con il ventaglio di pizzo che stringeva tra le dita ossute e raggrinzite. -Prima Des- elencò poggiando la mano sulla spalla di mio padre che le sedeva accanto, -e poi il mio bellissimo Harry-.
"Vecchia bastarda" pensai tra me e me infastidito, nonostante non ci fosse molto da offendersi visto che avevo sempre saputo che il suo scopo fosse che il nipote diventasse "re". Mi urtava però particolarmente che non avesse nominato mia sorella e questo mi destabilizzò parecchio dato che tra noi non scorreva poi questo buon sangue. Condividevamo solo la passione per i Cullen. Già. Lo sapevo anche io, solo un cieco non se ne sarebbe accorto.
-Nonna-, la richiamò mio fratello seduto accanto a me, -può darsi che un giorno sarà Hantony a gestire l'attività di famiglia- la corresse e mi augurai tanto che si sbagliasse, nonostante mio padre avesse acconsentito a farmi nascere e a donarmi il suo cognome solo per essere la riserva nel caso che Harry avesse trovato il modo di non prendere il suo posto. La donna lo liquidò con un gesto altezzoso della mano piena di diamanti da cinque carati, -sciocchezze- esclamò disinteressata, -per quanto io possa amare questo ragazzone-, per dimostrare tutto questo affetto che nutriva nei miei confronti non mi guardò nemmeno, -è uno Styles a metà, è nato in America, a differenza tua che hai aperto per la prima volta gli occhi a casa nostra, in Inghilterra, e soprattutto guarda le sue iridi!-. Mio nonno lo fece e non nel modo che avrei voluto, anzi quasi inorridì nel ricordarsi che anche io fossi lì. -Non sono verdi- costatò burbero come se poi la colpa fosse mia o come se non lo sapesse da sempre. -Semplicemente perché Diana ha gli occhi scuri-, spiegò loro Harry, -mentre entrambi i miei genitori li hanno del mio stesso colore-. -Ovviamente- gracchiò Ashely, -non è di certo una casualità-, sorrise, -credi che per caso i tuoi nonni siano stupidi? Eravamo certi ancor prima che tu fossi concepito che i tuoi occhi sarebbero stati verdi-. Gli sorrise come se l'ebete fosse il ragazzo di fronte a lei. -Anche la tua fidanzata ha gli occhi chiari, no?-.