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Come potrà dissigillarsi il mio cuore
senza spezzarsi?
-Kahlil Gibran


Vide cor meum
Guarda il mio cuore
-Gabriele D'Annunzio


🦂




Pov's Joy

Sistemai per l'ennesima volta la scritta sulla mia scrivania.

-Studio legale di Joy Cullen- lessi di nuovo e chiusi gli occhi per soffocare l'agitazione che sentivo in ogni fibra del mio corpo.

Sospirai.

Stavamo aspettando questo giorno da molto tempo e non potevo crederci che fosse arrivato.

Un rapido sguardo allo specchio mi ricordò che non dormissi da due notti per cercare di studiare bene ogni singolo cavillo del contratto ed ero arrivata alla consapevolezza che solo una possibilità avrebbe incastrato Harry. Per questo la mia ansia era riuscita ad evadere, ma mi ero convinta che solo un legale con i contro fiocchi avrebbe potuto capirlo e Olivia si era sempre affidata a Matthew Choice, un inetto e montato avvocatuccio, che non reputavo all'altezza della mia analisi.

Sin dai tempi dell'università ci eravamo schierati l'una contro l'altro; entrambi figli di papà, ma con un'unica differenza: io facevo di tutto per far sì che questo non infierisse sulle valutazioni dei miei esami, lui invece si impegnava per far sì che accadesse l'opposto. Che viscido!

Lisciai di nuovo il tessuto della mia giacca bianca e ripassai le mani tra i capelli per cercare di distrarmi ma prima che potessi rilassarmi, qualcuno bussò alla porta e, quando diedi il permesso di entrare, apparve Tiffany, nel suo vestito a fiori rosa. La mia assistente mi salutò con un sorriso pacato e mi informò che fossero arrivati i miei ospiti. Avevamo iniziato a chiamare in quel modo i mie assistiti di un certo livello che non volevano far sapere a nessuno di avere un legale, per paura di quello che la stampa avrebbe potuto scoprire o inventare.

-La lista dei caffè è già in tuo possesso- le ricordai e la ragazza annuì, facendo risaltare leggermente i suoi capelli biondi sotto le luci del lampadario, -volevo inoltre dirle che la sala riunioni è pronta-, mi passò la cartellina dove custodivo il contratto, -e che Sasha ha fatto accomodare già tutti, attendono solo lei-. Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio e feci per uscire, ma prima che potessi andare mi richiamò, -Choice non c'è-. Cosa? Mi bloccai in bilico tra l'ufficio e il corridoio.

Come era possibile che Olivia non avesse portato il suo avvocato? Era così sicura di un possibile rinnovo da evitare persino di prepararsi? No, era impossibile, solo un cieco non avrebbe capito che Harry volesse troncare a tutti i costi quel rapporto e lei non lo era affatto. Mi sforzai di convincermi che forse fosse semplicemente in ritardo e quella fu l'ultima volta che feci lo stupido errore di soffocare il mio istinto da avvocato.

-Tiffany- la richiamai, -scioglimi degli ansiolitici nell'acqua e portameli in sala riunioni-, annotò velocemente il mio ordine sulla pila di fogli che stringeva sempre contro il petto gracile, -e fai in modo che il bicchiere passi inosservato- le raccomandai e quando mi assicurai che avesse capito, uscii definitivamente dall'ufficio. A passo svelto li raggiunsi e mi accomodai sulla mia poltrona senza troppi convenevoli.

Notai che Sasha, una tirocinante che avevo con me da pochi mesi, avesse già aperto tutte le finestre e che Lion, il fioraio, mi avesse fatto recapitare i soliti tulipani freschi che adornavano il mio studio. Bianchi come tutto l'arredamento scelto per lo più da mia madre ma, nonostante questo piccolo dettaglio, in quell'ufficio c'erano così tante tracce di me che nessuno se ne sarebbe mai accorto.

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