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Et ventis adversis Ricorda di osare sempre anchecon i venti contrari -Gabriele D'Annunzio

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Et ventis adversis
Ricorda di osare sempre anche
con i venti contrari
-Gabriele D'Annunzio

Colui che non ha imparato
a dire: <<Lei e nessun'altra>>
sa forse cos'è l'amore?
-Vincent Van Gogh

🦂




Pov's Alessandra

-Il luna park- ripetei per l'ennesima volta, -di tutti i posti in cui dovevi testare la gelosia malsana di Harry, hai scelto un parco divertimenti colmo di persone-. -Sono persone famose- precisò orgogliosa, -così nessuno gli chiederà foto e video- puntualizzò, -visto che si indispettisce quando ci sono anche io-. -Questa mi sembrava una frecciatina- esclamai leggermente divertita dal suo modo dispettoso di ricordarsi le cose che non le erano andate a genio e rinfacciarle appena spuntava un'occasione che riteneva adeguata. -Lo è- ammise senza problemi, -diventa isterico quando si tratta di dover tenere tutto ben nascosto e dice di farlo per me, ma sono convinta lo faccia per se stesso-. Riflettei sulle sue parole e un groppo di amarezza mi cinse la gola.

Era semplice dall'esterno ritenere la loro relazione perfetta, ma nessuno poteva capire cosa si provasse a viverla. -Kim-, quel nome sfuggì dalle mie labbra come un lamento doloroso e forse per questo non mi lasciò continuare, -ahhh- brontolò infastidita, -non chiamarmi così quando siamo sole-. Era la prima volta che mi chiedeva di non farlo, di non riconoscerla sotto un nome fittizio che io stessa le avevo donato, eppure dai suoi atteggiamenti sembrava che fosse una delle tante che, in verità, non c'erano state. Lessi nei suoi occhi una cucitura che non avevo mai visto prima. -Devo chiamarti con il tuo vero nome?- le chiesi, ma in tutta risposta mi liquidò con la mano, -ne uno e né l'altro, per te sono sempre stata amo-. Forse era giusto ciò che avevo evinto: la vecchia e la nuova si stavano legando indissolubilmente dentro di lei e questo mi fece capire che non avrebbe resistito ancora per molto.

-Si, ma tornando al tuo piano, ti sembra un'idea geniale?-. Era da quando avevo capito che fosse seria che cercavo di farla rinsanire, con scarsissimi risultati. -Ti stai lamentando ogni due secondi- sbuffò e si lasciò andare contro il sedile del van che ci stava accompagnando da ore, -davvero non riesci a comprendere quanto sia importante?!-. -Spiegamelo- allora la esortai, -dimmi per l'ennesima volta perché tutti stiamo acconsentendo a questa gogna sociale!- esclamai esasperata e per di più mi si impigliò persino una ciocca di capelli nella collana da tamarri che portavo al collo. L'avevo scelta a posta per l'occasione, non volendo sparire tra i diamanti e le pietre preziose che ero sicura sarebbero state sfoggiate da tutte quelle persone stra ricche.

-Harry vuole fare le cose per bene, però pretende molto-, sussurrò cosicché Charles non potesse ascoltarci, -vuole persino che mi trasferisca in camera sua o in alternativa in una stanza dove lui può entrare senza dare fastidio a te-. Ecco, questa era la parte in cui l'avevo interrotta per tutte le cinque volta che aveva iniziato quel discorso e lo feci ancora, perché davvero non mi stava bene. -È impazzito- borbottai contrariata, -io capisco che avete dei bisogni da colmare, ma addirittura separarci mi sembra eccessivo!-. -Infatti questa è l'unica cosa su cui non cederò- affermò convinta, -anche se credo che qualche sera dormirò con lui- aggiunse e mi parve anche giusto. -Però non è solo lui che può pretendere da questa relazione- continuò avvicinandosi per permettermi di ascoltarla meglio, -comunque so che non potremo renderla pubblica così presto, quindi deve allenarsi a non dare di matto se parlo con qualcuno in sua presenza-.

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