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Ma là dove c'è il pericolo,cresce anche ciò che salvaF

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Ma là dove c'è il pericolo,
cresce anche ciò che salva
F. Hölderlin, Patmos



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La miccia aveva iniziato ad ardere quando quella chioma di ricci rossi aveva capito che il suo cacciatore era interessato ad altro, o per meglio dire ad un'altra.

-Non è interessata- aveva tuonato Harry al primo ragazzo che si era avvicinato a Kim, -vattene- al secondo e al terzo era bastato uno sguardo per andare via. Si, perché infondo non capivano realmente cosa dicesse, ma quegli occhi sarebbero stati in grado di intimorire chiunque.

Eppure a lei non aveva rivolto la parola, mai, e ora era intento a parlare con Miranda animatamente, mentre gli occhi di Kim gli si imprimevano ovunque.
Non aveva detto nulla quando aveva messo in fuga i suoi "corteggiatori", e davvero non era da lei. Si era fermata a cercare di capire di quale autorità si fosse appropriato per fare una cosa del genere.

-Potresti evitare di guardarlo? È con me- le chiese la festeggiata avvicinandosi di poco al corpo del ragazzo, che si scostò al suo tocco all'instante, come se l'avesse punto. -Io non sono con nessuno- chiarì Harry infastidito, ma Zayn alzò il suo calice, -grazie amico, sei sempre così gentile- borbottò fin troppo sorridente.

Kim la osservò bene, avrebbe voluto fingere di non averla sentita, ma erano così vicini che le braccia di Alessandra e Zayn erano schiacciate l'una contro l'altra. Il suo primo istinto fu quello di stringere le sue mani intorno al quel collo niveo, perché non le piaceva il modo in cui le stava parlando. Fortunatamente però, era una persona molto diplomatica e seppe frenarsi, limitandosi ad una scrollata di spalle scaccia tensione.

-Stai tranquilla, so che è con te- le sorrise distaccata e sperò che dal suo tono non si evincesse che avrebbe voluto essere ovunque ma non lì, non in quella situazione. Cercò di concentrarsi sul suo bicchiere, giocherellando con la cannuccia nera, ma in un momento di distrazione incontrò gli occhi di Harry che sembrarono quasi delusi. Delle domande le attanagliarono la gola e le tolsero in respiro. "Perché?", "da lei?". Infondo cosa avrebbe potuto dire a quella ragazza se non darle il suo consenso tacito? Lei non poteva riscattare chi sa quale appartenenza su di lui, non si erano mai rivolto nemmeno la parola. Poi, infondo, la festeggiata era da biasimare: era il suo compleanno e aveva avuto un "incontro molto ravvicinato" con Harry Styles, che era ancora alla sua festa e stava parlando con lei.

Chi non si sarebbe illuso?

Kim di certo era l'ultima persona che avrebbe potuto giudicare e ne era consapevole. Forse fin troppo.

-Stava osservando l'amico, non farti troppe arie-. Kim si voltò verso Alessandra. Gli occhi chiusi in poco più di due fessure e lo sguardo minaccioso puntato su Miranda. -Meglio- tuonò la ragazza, -per chi?-, la testa di Alessandra si piegò leggermente da un lato, forse per scrutarla. Kim le afferrò il braccio e fu chiaro a tutti che quello fu un ordine silenzioso di restare ferma dov'era. -Si, ha ragione- confermò, riportando la sua attenzione su quel bicchiere che aveva tormentato, senza bere nemmeno un sorso.

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