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I baci non sono anticipo d'altre tenerezze, sono il punto più alto Erri De Luca

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I baci non sono anticipo d'altre tenerezze, sono il punto più alto
Erri De Luca





🦂



Dannato sole.

Quella mattina il sole non voleva proprio lasciarmi in pace.

Arrancai fino al bagno con gli occhi ancora impastati dal sonno e aprii il getto della doccia. Odiavo quando la sveglia non suonava, ma fortunatamente non avevo scuola. Almeno avevo avuto un barlume di fortuna!

Ritornai in camera e cercai tra le lenzuola il cellulare. -Porca miseria- sibilai tra me e me, avevo dimenticato di metterlo in carica ed era praticamente morto. Mi guardai intorno per cercare il caricatore, ma quando cercai di afferrarlo tirai con il cavo anche un cartone di succo abbandonato sulla scrivania che mi finì addosso. La felpa che indossavo si impregnò di liquido all'arancia e maledissi Alessandra per averlo lasciato lì.

Tentando di tornare in bagno, incespicai su una scarpa lasciata incustodita al centro della stanza. Dannazione. Non potei però fare a meno di guardarmi intorno e constatai sconcertata che quella camera fosse un dannato disastro. Avevo cercato di passare così poco tempo a casa che avevo smesso anche di prendermi cura delle mie cose. Stavo proprio diventando una bambinetta codarda e irresponsabile!

Mi sfilai la felpa macchiata e mi gettai sotto il flusso dell'acqua che avevo dimenticato aperto. Cercai nel cestello il mio bagnoschiuma e ne trovai uno nuovo della stessa profumazione, che però non avevo chiesto ad Anne di comprare. Ipotizzai che fosse di Alessandra, ma in pochi istanti mi rinsanì, lei odiava quella profumazione. Concentrata sul flacone porpora, rischiai di scivolare e fu come tornare alla realtà. -Ti stai davvero concentrando su un bagnoschiuma?- mi chiesi scioccata, -stiamo impazzendo fino a questo punto?!-.

Pochi minuti dopo ero di nuovo nella stanza, nuda ed infreddolita, nonostante la mattinata calda e soleggiata.

Aprii l'armadio per prendere dei vestiti, ma lo trovai vuoto. Cosa? Che diavolo era successo? Spalancai anche le ante di quello di Alessandra ma il risultato fu lo stesso. I cassetti con la biancheria però erano intatti. Mi grattai la testa disorientata e cercai per la stanza qualcosa da mettere, ma in tutto quel disordine non c'era nulla di indossabile. -E ora?- mi chiesi chiudendomi il gancietto del reggiseno, cosa avrei indossato? Ripresi la felpa, ma la macchia era enorme e anche un po' appiccicosa, non avrei potuto rimetterla.

Mi avvicinai al comodino e controllai il cellulare che grazie a quei pochi minuti di carica si era acceso. Cercai velocemente Alessandra nella mia rubrica, bagnando con le dita lo schermo, e le telefonai. Squillò a vuoto un paio di volte e quando fui sul punto di attaccare mi rispose.

-Pronto?- chiesi avvertendo il silenzio dall'altra parte, -Alessandra ci sei?-. Un sospiro non mio mi accertò che evidentemente qualcuno mi stesse ascoltando. -Amo?!- riprovai e sentii uno strano fruscio, come se delle lenzuola fossero state scostate. Seguirono dei passi e quella che sembrava una porta chiusa in un misero tentativo di mantenere il silenzio. Non seppi perché, ma ripercorsi mentalmente la sera prima. Io che tornavo a casa nel cuore della notte, gli occhi troppo assonati per essere lucidi, i pantaloni sfilati e io che mi addormento sfinita. Possibile che non mi fossi resa conto che lei non si trovasse nel nostro letto?

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