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<<Avete freddo perché siete sola: nessun contatto accende il fuoco che è il voi >>Charlotte Bront

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<<Avete freddo perché siete sola: nessun contatto accende il fuoco che è il voi >>
Charlotte Bront





🦂


Quella mattina, quando Alessandra mi disse che saremmo dovute scendere in una saletta privata per far colazione con tutto lo staff del tour, per poco non inciampai sui miei stessi piedi. Cosa che sarebbe stata molto divertente se non avessi avuto lo spazzolino in bocca e non avessi rischiato di conficcarmelo in gola, come la spada nella roccia.

-Sei melodrammatica- mi ribeccò la mia amica mentre eravamo in ascensore, -dobbiamo solo sederci e mangiare-, inconsapevole del fatto che fosse proprio quello a spaventarmi, -non per forza Olivia sarà seduta accanto ad Harry-. Increspò le labbra in una smorfia pensierosa, -si, gli è sempre attaccata come la cozza allo scoglio- continuò, -e si, quando ci sei tu nei paraggi è ancora peggio-, menomale che lo riconosceva, -ma tu, amica mia, pensa positivo-.

Il suo parlare non si arrestò, nemmeno quando mi persi con gli occhi fissi sul cielo nuvoloso di New York, che, quella mattina, si era vestito di un tailleur grigio scuro, con inserti però abbastanza scuri, forse perché di lì a poco sarebbe scoppiata una tempesta che, un po', avrebbe rispecchiato il mio umore. Corrugai la fronte quando la sensazione catartica di sentirmi un po' la Saffo di Verga si impadronì di me, appesantendomi il petto che da troppo tempo non sentivo leggero.

-Mi stai ascoltando?-.

Due dita corte e tozze si contrassero e scontrarono davanti ai miei occhi, riproducendo uno schiocco familiare che richiamò immediatamente la mia attenzione.

-Dobbiamo solo arrivare lì con il sorriso più rilassato del mondo e fare colazione, niente di preoccupante-.

Mi voltai istintivamente verso di lei e forse nei miei occhi dovette scorgere un lampo di terrore, perché mi afferrò per il braccio e mi portò più vicina, con un cipiglio scuro in volto.
Soppressi un gridolino di stupore e non riuscii a capire se mi spaventasse di più la sua espressione torva o il cambio d'umore così repentino da far invidia al mio segno zodiacale.

-Perché tu non hai problemi a mangiare, giusto?-.

La sua voce si abbassò notevolmente e si ridusse quasi a un sussurro, come se avesse paura che esporre la sua intuizione con un tono più alto la rendesse effettivamente reale.
Deglutii a vuoto, evidentemente stupita da quel discorso, ma i suoi occhi impiccioni si concentrarono sulla mia gola, che ebbe un piccolo spasmo per accogliere il groppo enorme di saliva amara che mi aveva infestato la bocca. Quella fu un ammissione di colpevolezza silenziosa che, di certo, non le passò inosservata. Anzi.

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