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Anche se la capacità di imbrogliare è segno di acutezza e di potere, l'intenzione di imbrogliare è senza dubbiosegno di cattiveria o di debolezza

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Anche se la capacità di imbrogliare è segno di acutezza e di potere, l'intenzione di imbrogliare è senza dubbiosegno di cattiveria o di debolezza.
-Cartesio

Ferire qualcuno che sai ti perdonerà è la
cosa più scorretta di tutte.
-Robert Brault


🦂





Pov's Harry

Sorrisi.
Mi guardai allo specchio, mi stropicciai gli occhi e poi sorrisi, come non avevo mai fatto. Non mi era più capitato di svegliarmi felice da quando avevo scoperto che la mia famiglia non era poi così perfetta, eppure il mio riflesso quella mattina mi contraddisse. Le labbra erano ancora gonfie per i baci languidi che avevano ricevuto la sera prima, i miei occhi verdi erano vispi e i capelli ancora annodati dalle dita di una ragazzina impertinente che non aveva fatto altro che giocarci divertita.

L'immagine della moretta isterica seduta a cavalcioni su di me, malaticcia ma con la stessa forza di sempre mi procurò un fremito tra le gambe. Lei si era abbandonata contro il mio corpo, con gli occhi leggermente arrossati e i pensieri che andavano troppo veloci, come suo solito. Mi aveva abbracciato come nessuno aveva mai fatto: si era stretta a me come se cercasse un briciolo di consolazione dopo quella serata infernale e io, che non sapevo affatto rincuorare, in cambio le avevo offerto me stesso, ma avara non si era accontenta e aveva fatto suo anche il mio cuore. Come se le mancasse il proprio.

Mentre elaboravo questi pensieri davanti allo specchio come se fossi nel pieno di una crisi esistenziale, Zayn fece irruzione nella mia camera, senza bussare.

Uscii dal bagno per assicurarmi che fosse lui e lo vidi sistemarsi nervosamente contro un mobile in mogano. Gli occhi rossi e le occhiaie evidenti mi avvertirono del fatto che anche per lui la notte non aveva portato poi così tanto riposo, ma Zayn si innervosiva un po' troppo quando non dormiva abbastanza e diventava leggermente intrattabile.

-Fatto le ore piccole?- gli chiesi e un grugnito gutturale fu l'unica risposta di cui mi degnò, mentre continuava insistentemente ad allentarsi il nodo della cravatta. Lo osservai di sottecchi, finché non fu lui a prendere la parola, stanco delle mie occhiatacce. C'era un qualcosa che non mi tornava nell'isteria dei movimenti ed ero sicuro che il sonno non c'entrasse poi così tanto. In tour avevo iniziato ad accorgermi di quello strano comportamento e l'avevo odiato con tutto me stesso.

-Oggi abbiamo il giorno libero, ma dobbiamo discutere di molte cose- mi informò esaustivo e io mi limitai ad annuire. Mi infilai un paio di pantaloncini sportivi e una felpa e attesi che mi spiegasse alcune questioni riguardo al tour interrotto e ad altri particolari riguardanti la mia carriera. Lo ascoltai attentamente, nonostante la mia mente continuasse a correre verso il piano di sopra, dove speravo che due occhioni a mandorla mi avrebbero accolto.

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