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Se la descrizione che seguirà all'interno del capitolo, risulta per voi troppo cruenta, non leggetela. Tutelatevi sempre prima di tutto.
Grazie, vi voglio bene❤️

La violenza è una malattia, una malattia che danneggia tutti coloro che lo usano, indipendentemente dalla causa

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La violenza è una malattia, una malattia che danneggia tutti coloro che lo usano, indipendentemente dalla causa.
-Chris Hedges


L'indifferenza è peggio della violenza. Dall'indifferenza non puoi difenderti.
-Liliana Segre


La rabbia è una follia momentanea,
quindi controlla questa passione
o essa controllerà te.
-Quinto Orazio Flacco


🦂





Ci misi poco a capire che Harry non ci stava aspettando fuori da quel bagno e se da un lato fui rincuorata, sicura che non avesse ascoltato tutto, dall'altro quella mancanza provocò in me agitazione. Lo stomaco mi si contorse, a tal punto che anche il mio viso lo fece. Vidi la smorfia riflessa nel vetro della finestra, dove scorsi anche Hantony che non ci mise molto a capire che qualcosa non andasse. Rimase dietro di me e non mi fece domande, limitandosi ad aspettare che fossi io a parlare. Ci provai. Schiusi le labbra e aspettai che la voce uscisse, ma non avvenne. Istintivamente mi portai una mano alla gola e indietreggiai, quasi scioccata dall'impossibilità che mi invalidava ogni qual volta dovessi spiegare le mie emozioni. Nel muovermi, un corpo metallico mi colpì il piede, racchiuso dallo stivale nero. La chiave. L'avevo dimenticata, ma quando questo pensiero sfiorò la mia mente, capii finalmente dove fosse Harry.

Corsi a perdi fiato per il corridoio e salii l'ultima rampa di scale, diretta al terzo piano.
Possibile che fosse riuscito ad entrare?
La porta dell'unica camera presente era spalancata e mi augurai che Logan fosse riuscito ad evadere dalla gabbia fatta di mura in cui io stessa avevo deciso di confinarlo, ma il rumore di un corpo che si schiantava contro il pavimento mi fece trasalire. Un lamento mi riscosse dai miei pensieri e mi mossi in avanti, ma un moto di parole bloccò i miei passi stanchi e sconnessi l'uno dall'altro.

-Sei un pervertito del cazzo-.

La sua voce era inconfondibile, almeno per me. Una ventata di aria fresca tra le fiamme dell'inferno, che lui stesso aveva scatenato. Incredibile!

-Perché non capite mai che le mie cose non vanno toccate?-.

Le condanne sputate dalle parole del diavolo tentatore erano diventate l'unico raggio di sole nell'oscurità dell'abisso, in cui io stessa mi ero confinata. Non ebbi molto tempo per pensare. Il tonfo di un altro colpo mosse l'aria tesa.
Vidi Hantony seguirmi, ma non badai a fornirgli una spiegazione. Preferii precipitarmi nella stanza e capire cosa stesse succedendo, nonostante già avessi intuito quale scenario mi sarei ritrovata davanti.

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