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A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere

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A ogni essere umano è stata
donata una grande virtù:
la capacità di scegliere.
Chi non la utilizza,
la trasforma in una maledizione
– e altri sceglieranno per lui.
Paulo Coelho



🦂







Il clima di Los Angeles era torrido e tracciava sulla pelle rivoli di sudore appiccicoso.
Il sole era alto nel cielo e il suo calore era quasi soffocante quando entrai in casa con la faccia visibilmente arrossata, il telefono incollato all'orecchio e a qualche capello bagnaticcio. Fortunatamente l'aria condizionata mi diede sollievo e mi costrinse a sospirare sollevata.

-Joy ho capito-, ripetei poggiando le mie chiavi sul mobiletto all'ingresso, -mi serve solo che Cara passi a casa di Kay- chiarii e mi sfilai quelle scarpe infernali.
Scalza salii in camera e fui sorpresa di trovarla vuota. Ma Alessandra esattamente dove era finita? Neanche la sera prima si era fatta vedere alla mostra. Corrugai la fronte e mi ripromisi di chiamarla.

-Non ho ancora compreso il motivo- mi ripetè Joy, -o meglio, ho capito che le sue telecamere non funzionano e visto che Cara è un'informatica vuole una sorta di consulenza, ma perché non chiedermelo lui?-.

-Questo non lo so- confessai, -ma ieri la tua ragazza è venuta a parlare con me e mi ha detto che si è accorta di te ed Hella-. Dovevo dirglielo e non avrei fatto l'errore di rimandare. -Sul serio? E tu cosa le hai detto?- mi chiese agitata, -cosa avrei potuto dirle? Ho detto che secondo me si sbagliava ma che deve parlarne con te-. Joy sospirò, -sono fottuta- ammise e non potei fare a meno di concordare con lei. -Forse dovresti dirle la verità- ipotizzai e la sentii borbottare qualcosa che non compresi bene, poi capii che stava parlando con qualcuno e che sicuramente era in ufficio. -Hai ragione Kim, dovrei- mi disse dopo un po', -ma non posso rovinare sempre il mio futuro per una cosa del passato-.

Quelle parole mi toccarono in un modo che non seppi spiegare.

Come si faceva a vivere un futuro non condizionato dal passato? Quasi gli e lo chiesi ma, per quanto io tenessi a Joy, avrei dovuto darle anche una spiegazione che non ero pronta a cedere. Forse non lo sarei mai stata e il mio avvenire sarebbe stato sempre condizionato da ciò che io ero stata in un tempo non così lontano come volevo credere.

Appena chiusi la chiamata, ricominciai a respirare. Il giorno prima ero stata costantemente in compagnia di qualcuno e solo in quel momento mi accorsi di quanto potesse pesarmi.

Avanzai a grande falcate e mi guardai allo specchio distrattamente, ma non potei evitare di notare quanto fossi un disastro. I capelli, che avevo raccolto in una crocchia sulla testa, erano arruffati, il viso aveva assunto sfumature rossastre per via del caldo e il trucco si era rovinato come se avessi pianto.

Sbuffai indispettita.

Sfilai il vestito e mi gettai sotto il getto della doccia.

Kay mi aveva proposto di lavarmi a casa sua ma avevo rifiutato categoricamente. Era un livello di intimità troppo alto che io non mi sentivo ancora di raggiungere. Non dopo il mio confronto con Harry. Mi morsi il labbro inferiore. Chissà dov'era. Mi aveva pensata? Aveva messo in conto di scrivermi un messaggio? Ma lui aveva il mio numero?

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