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Una mente che pensa troppo ha bisogno di emozioni forti per zittire i pensieri

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Una mente che pensa troppo ha bisogno di emozioni forti per zittire i pensieri







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-Hai ancora della vernice rosa sulla guancia- mi disse Alessandra mentre camminavamo velocemente per corridoi della scuola, che sembravano più stretti al mio passaggio per colpa di tutte quelle occhiatine e parole sussurrate che mi mandavano in bestia. -Davvero, dovevi proprio sfasciarle la macchina con una mazza da hockey?- mi chiese divertita, -che poi, dove hai trovato una mazza da hockey in una scuola di Los Angeles?-. -Si, dovevo, dato che l'ho sentita ridere di me in bagno con le amiche e chiamarmi puttana- esclamai svoltando l'angolo, -e la mazza l'ho trovata nel club di teatro, da dove probabilmente sarò bandita per colpa di questa stronzata-.

-Non penso ti bandiranno-, mi sorrise, -anche perché Harry farebbe a pezzi la scuola se sapesse una cosa del genere-. -Non me lo nominare- la pregai, -Margarette ha detto che sono la puttana degli Styles e se ci penso vorrei strangolarlo-. -Che poi, potevamo direttamente picchiare lei, perché prendersela con una povera macchina?- mi chiese gesticolando, -non mi hai neanche inclusa nel divertimento, quando sono uscita eri seduta sulla sua macchina distrutta e ti sistemavi il rossetto!-.

Già, avevo sempre adorato essere teatrale!

Mentre continuavamo a parlare, passammo davanti ai ragazzi del club di football e non mi sorprese che si sollevassero dei fischi, accadeva sempre con tutte, ma per la prima volta ci si piazzarono davanti. Il biondissimo Jason Cooper mi si avvicinò mentre gli amici ridevano e, con un grado di confidenza che non gli avevo affatto concesso, mi sollevò il mento per farsi guardare in faccia. Una delle poche buone di quel posto era che, nonostante il mio abbondante metro e ottanta, fossi una delle più basse. Si, certo, senza contare Alessandra ovviamente.

-Mi piacevi già da prima- mi disse con l'alito che puzzava di mentine scadenti, -ma ora che so che sei psycho, me lo fai venire duro ancora di più-. Gli amici scoppiarono a ridere e io rimpiansi di non avere ancora con me la mazza. Fatto sta che lo spinsi via annoiata e gli mostrai il mio elegante dito medio, che aumentò le risatine e gli schiamazzi delle scimmie del club di football.

Fortunatamente arrivò Luke a salvarci, o avrei dovuto rompere anche qualche naso oltre alla carrozzeria della decappottabile rosa confetto.

-Sparisci Cooper, tu e i tuoi cagnolini non avete una pallone da ricorrere?- gli ringhiò spingendolo come avevo fatto io. -Sta calmo Mendes, ci stavamo solo divertendo con la piccola Styles-, cosa? Piccola Styles a chi cretino? Ma mi aveva vista? Io una Styles? Davvero, volevo quella mazza più di ogni altra cosa!

-E poi, nel basket non avete la palla?- chiese facendo il finto curioso, avrei tanto voluto strappargli quei capelli biondi uno ad uno e Alessandra era della stessa opinione, visto che continuava a fare gesti molto poco eleganti agli altri ragazzi. -Infatti, noi trattiamo la palla come una donna, la tocchiamo con le mani, voi?-, Luke era più basso ma gli teneva testa davvero, -continuate a prenderla a calci e l'unica che vedrete con la gonna alzata sarà vostra madre, che però la alza anche per noi-.

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