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Era necessario un addio perché capissi, che non c'è un addio per noiBlaga Dimitrova

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Era necessario un addio perché capissi,
che non c'è un addio per noi
Blaga Dimitrova





🦂




Odiavo l'attesa.

Davvero, ero così a corto di pazienza che anche il tragitto in ascensore di quella sera mi parve eterno.

Tamburellai le dita freneticamente sulla pochette brillantinata e mi godetti l'unica consolazione che avevo: la vista mozzafiato di una delle città più belle al mondo.

NY il trentuno dicembre, era di una bellezza particolare, sembrava quasi che aleggiasse un'aura di magia tra i tanti grattacieli in lontananza, che i vetri ben puliti mi mostravano. Sospirai appena. Anche il riflesso del mio vestito oro non passò di certo inosservato e sorrisi tra me e me a disagio, mentre mi muovevo come una tarantola sgraziata sui miei stessi piedi.

Non ero abituata ad indossare tubini così stretti e odiavo scoprire le mie braccia troppo formose, ma tutti i cristallini del colore del sole applicati su ogni millimetro di tessuto mi piacevano così tanto da farmi ignorare i milioni di difetti del mio corpo. Fortunatamente avevo lasciato i capelli lisci e puliti, anche perché odiavo averli pieni di lacca o stretti in acconciature che mi mettevano maggiormente in evidenza. Avevo indossato la collana con lo scorpione, nonostante non fosse il girocollo ideale per il mio outfit e avevo truccato così bene gli occhi da farli sembrare ancora più allunganti.

Battei il tacco a terra mentre attendevo di arrivare finalmente giù.

Ero in un ritardo clamoroso, anche Alessandra era già con gli altri ad attendermi, ma avevo trascorso tutto il pomeriggio a dormire dopo essere tornati dall'ex Roxy e nuovo Pony, quindi, per essere presentabile, mi ero arrogata il diritto di arrivare due ore dopo al luogo dell'appuntamento. Sinceramente, anche io mi sarei odiata se fossi stata nei panni degli altri, ma vi giuro che non era per niente una mia abitudine. Anzi.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono, scivolai fuori e avanzai verso i miei amici seduti nella hall. Non avevo ben capito cosa dovessimo fare, ma la mia migliore amica aveva farneticato qualcosa su un party a cui eravamo stati tutti invitati e mi aveva anche detto chi avesse organizzato questo evento, ma sinceramente avevo già dimenticato tutti i nomi. La mia memoria funzionava ancora eccellentemente, ma ero accecata dall'ansia. Come avrebbe reagito Harry appena mi avrebbe vista? Il suo modo di ignorare le situazioni era dovuto al nostro patto o al fatto che davvero non gli importasse di me?

-Chi sei e cosa ne hai fatto di Kim?- mi chiese Hantony con occhi sognati appena mi vide, -potrei offendermi per questa battuta, ma sono in ritardo e voi dovete perdonare me, quindi farò finta di non aver sentito- farneticai e tenni per me la parte in cui facevo apprezzamenti su come quel completo blu notte gli stesse da urlo. -Sei davvero una stellina-, mi sorrise Jordan che era seduto su una delle poltrone di velluto, -brilli e non per gli Swarovski-. -Ti fa anche un bel culo- apprezzò Alessandra saltellando nel suo vestitino argento, -si, prima che ce lo chiediate, siamo abbinate- ammise fiera, rispondendo ad una domanda che nessuno aveva posto.

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