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Amami o odiami, entrambi sono a mio favore

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Amami o odiami, entrambi sono
a mio favore. Se mi ami,
sarò sempre nel tuo cuore...
se mi odi, sarò sempre nella tua mente.
-William Shakespeare

Dimmi se c'è ancora sulle labbra il mio sapore
-Negramaro




🫀




Pov's Harry

Esiste una condizione che, errando, le persone osano attribuire solo alle divinità in cui credono e a cui si affidano per lo stesso motivo. L'onnipotenza.

Nella condizione di onnipotenza ci si illude di non avere limiti, di poter fare qualsiasi cosa senza pensare alle conseguenze, persino trascinarsi una ragazza dietro in un altro stato. È una situazione di stallo in cui la tua intera vita verte interrottamente. Nasci e cresci con la convinzione, che ti viene inculcata, di avere concentrato nelle tue mani il potere. Lo stesso che smuove mare e monti, che costringe persone a piegarsi al tuo volere, flagellate per lo più da i tuoi desideri che diventano sempre più surreali. La costellazione di una vita molti penserebbero, ma in realtà quando non conosci altro se non questo, anche la noia viene a bussare alla tua porta, molto più frequentemente di quanto non faccia con le altre persone. La consapevolezza di poter fare tutto, stanca persino gli instancabili. Quelli che trovano spunti nuovi in tutto.

Io non ero tra questi. Mi crogiolavo in questa condizione passando da un giocattolo all'altro da bambino e da una persona all'altra da adulto. Infondo si parlava sempre di giochi per me.
Mi stufavo delle cose con più facilità di quanto ne avessi nel respirare e persino l'onnipotenza di cui godevo dal primo battito che aveva scandito il mio cuore, era diventata per me scontata e sinonimo di pura noia, per un semplice e banale motivo. Non era dovuta da me. Non da Harry, ma da Styles. Da qualcuno che era nato molto prima di me e aveva avuto un gran culo. Era stato socio della dea bendata che lo aveva spinto a fare soldi quando gli altri pativano la fame nera. Mi ero sempre chiesto perché godessi di un privilegio scaturito non dai miei sforzi, eppure questo non mi aveva mai spinto a non farne uso e non bearmi del fascino che aveva sulle persone.

Ma quando le cose cambiano in un secondo, tutte le consapevolezze di cui godi si smontano e ti spingono nel baratro in cui mi ritrovai quella sera.

Con estrema difficoltà mi resi conto di non poter avere tutto ciò che volessi, nonostante questo mi ferisse nell'orgoglio alimentato dal mio ego smisurato. La consapevolezza che non potessi aggirare ciò che succedeva intorno a me, che i miei soldi non potessero comprare la sicurezza che non le fosse mai successo nulla e che il mio cognome servisse a ben poco se le uniche orecchie che volevo ne ascoltassero lo scandire, erano sorde e imprigionate in un letto di cui mi era preclusa la visione, mi fece bruciare di una rabbia ceca.

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