Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Abbandona la ragione e tutto ciò che comporta. Non è semplice trasformare la mente in cuore, forse è impossibile. Chi lo sa? Non Kim, che ce...
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Una come te, il vento che le soffia dentro non la può spostare Cesare Cremonini
Ovunque tu sia Alda Merini
🦂
Pov's Harry
Ero incazzato nero.
Come diavolo avevano fatto quattro macchine di paparazzi a penetrare in quel posto che io stesso avevo provveduto a blindare prima dell'arrivo di Kim?! Almeno era quello che mi chiedevo mentre io e Higor ce ne stavamo appostati a guardare quei veicoli fermi proprio fuori alla baita di Hardin e Hazel, che speravo fossero già stati avvertiti da Zayn. -Nascosti come ladri in casa nostra- borbottò Higor contrariato mentre mi fissava dal casco con la visiera scura, -andiamo lì e prendiamoli a calci nel deretano-. Si, avete sentito bene, lo sboccato Charles era in realtà un principino tutto buone maniere e galateo.
Mi sistemai meglio il casco sulla testa. -Si, così finiremo sui giornali, la gente capirà che nascondiamo qualcosa, io sarò messo alla gogna mediatica e la mia fidanzata scoprirà che in realtà il suo bodyguard è uno Styles- borbottai contrariato, -dobbiamo davvero capire come sbatterli fuori senza fare danni-. Ma come avrei fatto? E soprattutto, perché non arrivava la sicurezza a fare il proprio lavoro? Mi guardai intorno proprio per cercarli e l'unica cosa che riuscii a notare furono una Ducati viola e l'altra argento avvicinarsi a noi silenziose. Più si muovevano e più mi chiedevo come quegli stupidi dei paparazzi non riuscissero a notarci. -Sono arrivati i rinforzi- esclamò Higor che evidentemente aveva seguito il mio movimento, -da quanto tempo era che non guidavamo tutto insieme?-.
Già, per un momento anche io mi persi a pensare. Des aveva comprato quattro moto per un Natale di cinque anni fa, costringendo i destinatari di questo regali a guidare solo all'interno del complesso perché, all'epoca, ancora sprovvisti di patente. Zia Hesse, la madre di Higor, aveva regalato a tutti, meno che a Zayn a cui lo avevo comprato io, dei caschi modificati in grado di comunicare tra loro, così che se uno di noi si fosse allontanato dal complesso, gli altri avrebbero potuto rintracciarlo senza problemi. A quel ricordo, strinsi di più le mani, celate dai guanti di pelle, e catturai tra i denti il mio labbro inferiore. Sembravano passati secoli e in quel momento la mia vita era completamente diversa, eppure non riuscivo a desiderare di tornare indietro nel tempo. Si, forse ero stato più felice, ma solo in quei mesi avevo capito cosa significasse amare davvero, senza riserve o mezze misure, per questo era impossibile che mi facesse gola una vita passata senza di lei.
I due gioiellini si accostarono a noi interrompendo la loro marcia e anche il flusso pressante dei miei pensieri.
-Da quanto sei qui?- chiesi a mio fratello mentre osservavo il viola metallico della sua moto, -da abbastanza per capire che dei pezzi di merda sono davvero riusciti ad entrare qui dentro- mi spiegò sporgendosi in avanti per riuscire a vedere le macchine, -e poi cosa fanno chiusi dentro?! Perché non scendono a scattare foto o quelle porcherie che fanno loro?!-. -Hanno capito che si sono chiusi tutti in casa-, la voce di Zayn rimbombò nel mio casco, -avremmo già fatto degli scatti alle strutture, ma a loro interessa la gente-. Si, volevano scoprire i segreti della mia famiglia. -Si, ma dovremmo muoverci- intervenne Higor sbrigativo, -non possiamo aspettare ancora e lasciarli qui dentro-, aveva ragione, -i ragazzi più piccoli saranno spaventati-. Il quel momento pensai alla piccola Hellen, a Hope che soffriva di attacchi di panico, a Hermes che si chiudeva in un mutismo selettivo quando doveva rapportarsi con i paparazzi, a Hisla che era spaventata dal mondo e a Happy che aveva faticato tanto per non essere mai pubblicato su nessuna rivista. Per non parlare della relazione che legava Hannah e Hank, chissà se erano insieme e se lei stava piangendo impaurita.