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Dubita che le stelle siano fuoco;dubita che il sole si muova;dubita che la verità sia mentitrice:ma non dubitare mai del mio amore

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Dubita che le stelle siano fuoco;
dubita che il sole si muova;
dubita che la verità sia mentitrice:
ma non dubitare mai del mio amore.
William Shakespeare

Ogni alba ha i suoi dubbi.
Alda Merini

🦂




Buio.
Intorno a me era tutto buio, nonostante le luci eccentriche che Los Angeles sfoggiava di notte come se fosse i più brillante tra i diamanti.

Dal finestrino scorrevano tanti palazzi differenti, troppo lenti per seguire il flusso dei miei pensieri.

Nella mente traditrice frammenti sfocati si ricorrevano. Il vestito troppo stretto per permettere ai respiri affannosi di evadere, i capelli appiccicati alla fronte imperlata di sudore e mille sapori differenti uscire dalla mia bocca.

L'avevo fatto di nuovo.

Non era stato come quegli istanti lì. Avevo vomitato per nausea, non per altro. Ma faceva comunque male perché alla fine il risultato era quello. Sentirmi mezza morta e impotente davanti a una mente troppo forte per pensare persino di sfidarla. Però, il pensiero che di lì a poco sarebbe successo per  mia volontà mi martellò la testa.

Dopo l'accaduto, mi era stretta nella giacca di Hantony e avevo evitato completamente Alessandra. Lei lo avrebbe notato perché io gli e l'avrei fatto notare. Noi eravamo così. Una era trasparente di natura e una per scelta.
Scelta che era stata dettata dalle circostanze. Per andare avanti avevo dovuto scegliere e lo avevo fatto.

Il sedile della macchina di Kay era molto scomodo. In cuoio e per niente accogliente. Mi risistemai due o tre volte sotto gli occhi vigili del conducente. Occhi vitrei e troppo curiosi che non mi avevano mai lasciata.

-C'è qualcosa che non va?- mi chiese e con la mano sfiorò la mia coscia. Ero sicura ci fosse ancora il segno della stretta di Harry e, facendo finta di cambiare posizione nuovamente, mi ritrassi. Non era il suo tocco ed era come se la mia pelle lo rifiutasse. -Tutto bene- mentii, ma non potei fare diversamente. Cosa avrei potuto raccontargli? Di me? Del mio problema? Di Harry? Di come mi stavo trasformando a tal punto che nemmeno Alessandra era in grado di riconoscermi? No, perché Kay aveva conosciuto solo Kim e a lui piaceva lei. Chiusi e riaprii gli occhi, stavo blaterando, a lui piacevo io, io ero Kim. Però con Harry tornavo indietro, alla vecchia me e non riuscivo a comprenderne il motivo.

Allontanai subito dai miei pensieri qualsiasi prospettiva di avventurarmi in un discorso del genere e cercai di concentrarmi su Kay.
I capelli perfettamente ordinati, il profumo di mirtilli e di more che riempiva l'abitacolo e gli occhi vigili sulla strada. Ma non ci riuscii a mantenere la mia attenzione su di lui. Mi ritrovai di nuovo al cospetto di due occhi verdi come smeraldi e una scarica di brividi mi tempestò il corpo. Le sue mani che lambivano la mia pelle, la sua bocca ovunque, i suoi occhi su di me e...una strana sensazione iniziò a tormentarmi il basso ventre e quasi presi a respirare a fatica per quanto fu intensa.

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