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In fondo se ti senti soffocare significa che sei ancora vivo

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In fondo se ti senti soffocare significa che sei ancora vivo.
BarbaMaura

Cerca di soffocare i germi velenosi di una passione improvvisa finché sono recenti.
Ovidio




🦂











Pov's Kim

Arrivammo all'aeroporto abbastanza in fretta. L'autista ci lasciò in un parcheggio sotterraneo, praticamente vuoto e sfrecciò via con un rombo, che echeggiò ovunque intorno a noi.

Mi guardai intorno: io e Alessandra eravamo sommerse di valigie, ci stavamo praticamente trasferendo, mentre gli altri avevano borsoni e trolley.

Forse avevamo esagerato? Infondo io avevo infilato in valigia anche delle foto munite di cornice.
Mi giustificai, pensando che avrei dovuto portare con me un pezzo della mia vita, almeno quello che preferivo di più, quindi quelle cose erano indispensabili.

Mi riscossi dai miei pensieri, quando vidi Zayn e Harry scambiarsi qualche sguardo che non sembrò proprio sereno. Dopo qualche secondo, il moro tatuato si schiarì la voce, forse per attirare la nostra attenzione senza farci capire che quello fosse un discorso serio, fatto sta che ci riuscì.

-Ragazze- e già da quello capii che era l'ultimo momento per tirarmi indietro, per tornare alla mia vita fatta di problemi e normalità, ma non lo feci. Avevo due valide ragioni per rimanere, le stesse ragioni che avevano preso a scrutarmi, verdi come smeraldi grezzi e rari.

-Tra di noi ci comportiamo con normalità- continuò, -com'è giusto che sia- si affrettò ad aggiungere, appena Alessandra corrugò la fronte interrogativa. Era sempre stata così: limpida. Non aveva mai imparato a mentire, nemmeno quando le bugie "bianche" avrebbero potuto salvarla.

Intervenivo io con i miei assi nelle maniche quando si trattava di dover raccontare delle "baggianate", o almeno così le chiamava mia nonna, perché Alessandra era incapace, completamente.
Iniziava a balbettare e il suo viso si trasformava in un pomodoro. Infatti non mi spiegavo ancora come fosse riuscita a farsi credere su una cosa così importante come il mio nome.

Kim.

K. I. M.

Lettere che veramente si trovavano nel mio nome, ma che io non avrei mai pensato di impilare così. Eppure mi piaceva, mi faceva sentire una nuova persona, una da costruire e modellare a mio piacere. Nonostante il coccio esterno fosse sempre uguale.

-Ma voi penso che lo sappiate che il nostro mondo è...- si fermò, era visibilmente in difficoltà e io emersi dai miei pensieri, -complicato- tentai, lui annuì e sorrise, avendo compreso che non fossi restia a capire dove volesse arrivare. Non potevo esserlo. Mi stavo trasferendo, non per sempre fortunatamente, ma un anno era un lasso di tempo considerevole e non mi concessi di non capire cosa mi stesse aspettando.

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