Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Abbandona la ragione e tutto ciò che comporta. Non è semplice trasformare la mente in cuore, forse è impossibile. Chi lo sa? Non Kim, che ce...
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L'idea che siamo tanto capaci d'amore eppure preferiamo essere nocivi Rupi Kaur
🦂
Quando mi ritrovai nelle scale del castello, mi strinsi nel cardigan di lana che mi aveva prestato Harry e mi guardai intorno spaesata. Il giorno prima non ero mai uscita dalla mia camera, sia per sistemare alcune faccende scolastiche, sia per rassicurare Harry che era particolarmente agitato. Sapevo di non dovermi privare di nulla per qualcun altro, ma ero felice trascorrere del tempo con lui, soprattutto dopo il periodo caotico che avevamo vissuto. Inoltre, avevo scoperto che la sua compagnia mi rendeva particolarmente produttiva e mi piaceva che riuscisse sempre a motivarmi, anche con un solo sguardo.
Quella mattina era sceso per primo, così da non destare molti sospetti e, contro ogni aspettativa, ero stata io a proporlo e a doverlo convincere, perché proprio non gli piaceva quell'idea. Inoltre, avevo avuto dei minuti in più per rendermi presentabile senza che nessuno mi disturbasse pretendendo baci o che mi trascinasse lontano dallo specchio, per avere abbracci e carezze. Era stata davvero un'impresa riuscire a vestirmi, con Harry che come un bambino mi nascondeva le cose e mi si incollava addosso, per non dover uscire dalla nostra bolla. Eppure, nonostante lo avessi sgridato come una mamma esaurita, il mio cuore lo ringraziava per avergli dato così tanto calore e affetto. Sorrisi a quel pensiero, mentre percorrevo le scale silenziose di quell'immenso castello.
Seguii le indicazioni che il mio fidanzato mi aveva dato e, sinceramente con molta difficoltà e poca collaborazione dei domestici che mi ignoravano, trovai la sala in cui si sarebbe tenuta la colazione. Gli Styles avevano la strana abitudine di trascorrere tutti i pasti insieme quando si riunivano e, nonostante gli impegni, rispettavano davvero questa cosa. Anche io in Italia avevo sempre consumato i pasti con i miei familiari, ma non di certo la colazione, che per impegni diversi non riuscivano mai a fare insieme.
Entrai nella sala e i miei occhi si posarono immediatamente su Charles seduto a capotavola. Che ci faceva lì? Avrebbe mangiato con noi? Non lo aveva mai fatto. Non che mi desse fastidio, per carità, ma era davvero strano. Soprattutto perché il giorno prima era sparito e, con mia grande sorpresa, non mi aveva tormentato con mille piani di sicurezza da seguire dato che eravamo in un altro Stato. Il Charles che conoscevo io mi avrebbe tartassata, non sarebbe stato seduto a tavola, con un...completo indosso? Gli avevo visto indossare una giacca solo alla mostra di Kay, non di certo per una colazione con noi! Che poi, ripeto, non aveva mai fatto!
Istintivamente mi avvicinai e lo osservai spalmare un pezzetto di burro su una fetta biscottata con una precisione maniacale che quasi mi spaventò. Chi era quel principino e dov'era il burbero ragazzo delle caverne che mi aveva detto di avere "un palo nel culo" il primo giorno in cui ci eravamo conosciuti?!
I suoi occhi azzurri si alzarono su di me e mi osservarono mentre gli fissavo le mani con le labbra schiuse. -Kim-, la sua voce aveva una cadenza russa che non gli avevo mai sentito quando si esprimeva in inglese, -piegati e dammi un bacio sulla guancia- mi ordinò in un sussurro. Cosa? Ma era impazzito? Che voleva da me? Un bacio?! -Kim, fallo ora- continuò e allungò una mano in avanti, arpionandomi il bavaro del cardigan che indossavo e piegandomi in avanti, come se fossi una bambola senza vita. -Che diavolo fai?- gli sussurrai contro la guancia e la sua pelle si distese, come se stesse sorridendo, poi portò la bocca vicino al mio orecchio. -Il piano è tuo-. Ma che stava accadendo? Che aveva bevuto? Possibile che fosse ubriaco? Che la mia guardia del corpo seria come la morta e rude come un cavernicolo sedesse allo stesso tavolo degli Styles, vestito come un principino e pretendesse, con uno strano accento russo, che gli dessi anche un bacio?!