Entriamo in stanza e appendo il nuovo specchio, comprato una ventina di minuti fa. Mi levo la fascia, ormai il taglio è quasi guarito, quindi non ne metto un'altra. Vado verso la scrivania e prendo i libri. Oggi sia io che Adelle non siamo andate alle lezioni. Meglio che mi dia da fare.
"Hannah" Sussurra Adelle all'improvviso con tono strozzato. "Mi fa male la pancia" Inizia a lamentarsi di forti dolori al ventre e so che sta pensando la stessa cosa che penso io. Il bambino.
Non passano molti minuti prima che inizi a perdere del sangue.
"Cazzo" Mi scappa di bocca e senza pensarci ho già le chiavi dell'auto in mano. Aiuto Adelle ad alzarsi dal letto e corriamo in ospedale.
Cazzo.
-
Mentre eravamo in macchina ho mandato un messaggio veloce ad Ashton che, fortunatamente, non era ancora andato via dalla città. Ci ha raggiunte in pochi minuti e ha stretto la mano ad Adelle per tutto il tempo, scusandosi molteplici volte per essere stato uno stronzo.
Hanno portato Adelle in sala operatoria sospettando un aborto spontaneo, e non si sbagliavano. C'è stato bisogno del raschiamento dell'utero e l'hanno dovuta sedare. Ora è nel letto che dorme e io e Ashton siamo seduti su queste scomode poltrone da circa un'ora.
"Tu sai cosa aveva scelto di fare?" Mi domanda passandosi una mano tra i capelli scuri nervosamente.
"No, non ne avevamo ancora parlato" Se avesse deciso di non tenerlo forse la notizia dell'aborto spontaneo non sarà un trauma per lei. In caso contrario, dovrò inventarmi qualcosa.
"Cazzo..." Sussurra abbassando lo sguardo sul pavimento. Già, cazzo.
Adelle si muove leggermente sotto le coperte sottili. Lascia andare qualche lamento e apre gli occhi cercandomi ansiosa. "Che è successo?"
"Ade" Mi sembra strano che non ricordi ma il medico ha detto che sarebbe potuto accadere. Lo stress, i farmaci e la perdita di sangue posso causare, a volte, questa specie di perdita di memoria. "Hai avuto un aborto spontaneo" Mi distrugge il cuore dover affrontare questa situazione.
Inizia a piangere e stringe la mano di Ashton con la sua. Non ha più importanza ciò che voleva fare o meno. Ora l'importante è che lei stia bene e che siamo tutti qui. Come sempre.
*PARTE ALEC*
"Allora? Che ha detto?" Chiede Duke a Zach quando finisce di parlare a telefono con Katrine.
"Se lo ricorda, ma non ce lo dirà. Mi dispiace Duke"
Si poggia con la schiena sulla poltrona e si massaggia gli occhi.
"Prova a parlare con Hannah, spiegale cos'è successo veramente."
"Ci ho provato, l'ho chiamata mille volte ma non risponde."
"A telefono non ti risponderà mai, vai da lei. Così non potrà scappare." Consiglio e so che Duke sta valutando la cosa. Infondo è la cosa giusta da fare. Non si può risolvere una cosa del genere a telefono, soprattutto non con Hannah.
*PARTE HANNAH*
Adelle mi ha mandato a casa a farmi una doccia e rilassarmi, anche se dovrebbe essere lei a rilassarsi. Non riesco a fare nulla. Penso e ripenso alla scena del sangue e di lei che urla dal dolore. Non posso credere che capitino tutte a noi.
Non faccio altro che camminare per la stanza, ho messo apposto, pulito il bagno, lavato una maglia intrisa di alcool. E ora che ho finito di fare tutto, forse l'unica via d'uscita è andare a fare una passeggiata. Ma, in tutta sincerità, non ho voglia nemmeno di fare quello.
Mi metto un po' a computer ma lo spengo quando inizio ad annoiarmi. Dovrei chiamare Adelle e vedere come sta? Ho paura di svegliarla, ha bisogno di dormire. Le mando un messaggio, giusto per essere sicura che stia bene. 'Tutto ok?' Il cellulare emette un suono per avvertirmi che il messaggio è stato mandato e un altro quando arriva, dopo pochi minuti, la risposta.
'Tutto ok' Ripete in conferma. Sorrido e mi stendo sul letto continuando a leggere un libro che avevo abbandonato da un paio di settimane.
Qualcuno batte pugni forti contro la porta, e sobbalzo tanto dalla forza. Poggio il libro sul letto e mi avvicino.
"Chi è?" Chiedo, non l'ho mai chiesto prima d'ora. Ma bussare così ad una porta non è normale.
"Sono Duke, aprimi" Faccio un grosso respiro. Era da un po' che non sentivo la sua voce così calma, a differenza del modo in cui ha bussato. Apro la porta lentamente, la figura di questo bel ragazzo con le occhiaie e l'espressione preoccupata mi manda il cuore in gola. Entra senza distogliere lo sguardo da me e io richiudo la porta.
"Ti ho svegliata?" Chiede dolcemente. Scuoto la testa e lui si acciglia. "Perché non aprivi? Sto bussando da dieci minuti" Forse ero presa troppo dal libro per sentire la porta. Mi dispiace, avrà pensato che non volevo aprirgli e basta. Apro la bocca per chiedergli scusa, ma subito mi fermo e rispondo in un altro modo.
"Stavo leggendo. Non ti ho sentito bussare." Rispondo dura. Vado verso il letto, prendo il libro e lo poggio sulla scrivania.
"So che mi odi e lo capisco. Pensi che ti abbia tradita, sei ferita. Ma questo non è vero. Io e Katrine scopavamo sempre, tradivo le mie ragazze con lei. Non ne vado fiero ma l'ho fatto. Però con te, Hannah, non è successo. Io non ti ho tradita. Se non tenessi a te ora non sarei qui a pregarti di credere me, e non Ivy." Respira affannosamente e io, con le braccia incrociate al petto, mi mordicchio l'interno del labbro inferiore.
"Hai finito?" Domando. Lui annuisce speranzoso. "Il mio non è odio. Io ti odio quando pensi di conoscermi così bene da decifrare il mio stato d'animo, quando in realtà non sapevi neanche che avevo dei cazzo di tatuaggi." Inizio ad alzare la voce, e avanzo verso di lui. "Io ti odio quando menti, dicendo cazzate per pararti il tuo dannato culo. Io ti odio quando cerci di comandarmi. Io non ti odio perché mi hai tradita. Io non sono ferita. Sono delusa e incazzata. E l'odio per me è molto diverso dal volerti tagliare le palle." Concludo e aspetto che dica qualcosa. O ancora meglio, che se ne vada. Ma non fa nessuno delle due. Si avvicina a me in modo particolarmente cauto, come se avesse paura che davvero gli tagliassi le palle.
Cosa che si meriterebbe.
"Hannah" Sussurra. "Tu mi piaci. Credimi." Prende la mia mano, ma uso l'altra per schiaffeggiarlo. Si massaggia la guancia sorpreso e lascia la presa. Il mio non sarà odio ma ciò non gli permette di trattarmi come una delle tante ragazze che con un solo sguardo e la voce seducente cedono. Io non sono così e mi sorprende che ancora lo debba capire.
"Come sai che non sapevo che avevi tatuaggi?" Chiede con un tono stufo. Io non lo sapevo, l'avevo solo supposto. Mi è uscito dalla bocca senza pensare ma ora so che è vero. Quando non rispondo i suoi occhi si sgranano. "E' stato Alec, non è vero?" Inizia a camminare avanti e indietro. "Dio, se lo prendo"
"Non è stato lui. Una sera ho notato che li fissavi confuso. Non ero sicura di quello che ho detto prima ma ora tu me ne hai dato conferma." Fingo un sorriso per farlo irritare. "E comunque tu hai detto che vi siete solo baciati, ma che poi l'hai respinta." Annuisce. "Mi hai mentito quella sera" Lo guardo. Non so davvero cosa fare con lui "Esci fuori Duke." Gli indico la porta.
"Lasciami spiegare" Si avvicina, ma mi allontano e apro la porta. Non lo voglio qui e non voglio ascoltare le sue cazzate.
Si rassegna ed esce dalla stanza.
Fanculo.
Rilascio un sospiro chiudendomi la porta alle spalle e mi ci appoggio con la schiena. Devo avere delle risposte, meglio chiamare Alec.
STAI LEGGENDO
Ice love [COMPLETA]
FanfictionCOMPLETA. Hannah Miller, 19 anni, Londra. Abbastanza grande da capire cosa è giusto per lei e cosa non lo è. Eppure si ritrova a fare sempre la stessa scelta, che non sembra farle bene. E' forte, ma per quanto tempo lo sarà ancora? "Amare vuol dire...